La Nuova Evangelizzazione non è una sfida ma un annuncio di Cristo

Parla il segretario della Pontificia Commissione per l’America Latina, Guzman Carriquiry

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 15 novembre 2011 (ZENIT.org) – Una giornata di riflessione, di studio e di dibattito sul sinodo e la nuova evangelizzazione per la trasmissione della fede da una prospettiva latino-americana. La conferenza si è tenuta lo scorso venerdì, presso la Pontificia Commissione per l’America Latina.

Erano presenti, in qualità di membri della Commissione Pontificia, i cardinali Leonardo Sandri e Antonio Cañizares, monsignor Jean-Louis Brugues, segretario della Congregazione per l’Educazione Cattolica e monsignor Marcelo Sanchez Sorondo, cancelliere della Pontifica Accademia per le Scienze.

Alla conferenza sono stati inviati dirigenti latino-americani della Curia Romana, rettori dei collegi pontifici, superiori e religiose latino-americani a Roma, e dirigenti latino-americani dei movimenti e delle nuove comunità.

In un’intervista a ZENIT, il segretario della Pontificia Commissione per l’America Latina, Guzman Carriquiry, ha dichiarato che sono stati definiti le sfide e gli obiettivi per l’America Latina, ricordando il prezioso patrimonio rappresentato dalla tradizione cattolica nel mosaico delle devozioni popolari.

È nel nuovo continente che si è diffusa la nuova evangelizzazione, non come risposta alla minaccia della secolarizzazione, delle sette o di quanti considerano la fede come un’anomalia, bensì come fedeltà a Cristo, alla Chiesa e all’annuncio del messaggio cristiano.

Prof. Carriquiry, di cosa si è parlato durante la vostra giornata di studi, chi vi ha partecipato?

Carriquiry: Eravamo un gruppo di cinquanta persone che ha dedicato tutta la giornata ad approfondire questo tema per porsi nel cammino sinodale: il che significa un cammino da fare insieme, un cammino di comunione. Inoltre è un fatto che coinvolge la nuova evangelizzazione che Giovanni Paolo II promosse in America Latina.

Qual è stato il tema centrale delle vostre discussioni?

Carriquiry: Venerdì monsignor Fisichella ha tenuto la prima conferenza sulla Nuova Evangelizzazione, spiegandola secondo il magistero della Chiesa. Ha ricordato che il primo appuntamento sulla Nuova Evangelizzazione fu la conferenza di Puebla, immediatamente successiva al viaggio in Polonia, e Giovanni Paolo II ritornò sull’argomento a Port-au-Prince nel 1983. Il 12 ottobre 1984, in vista della novena di preparazione al V Centenario dell’Evangelizzazione del Nuovo Continente, il Papa disse che era necessaria una Nuova Evangelizzazione come quella delle origini, con il medesimo potenziale di santità e zelo missionario.

Quanto questo termine è in relazione con l’America Latina?

Carriquiry: Ne è scaturito uno studio molto profondo, anche analitico in alcuni momenti, in cui si è evocato il processo di definizione del termine “Nuova Evangelizzazione”. Dal Concilio Vaticano II, passando per la Evangelii Nuntiandi di Paolo VI, e ora con il pontificato di Benedetto XVI con l’istituzione del dicastero della Nuova Evangelizzazione. È stato fatto una sorta di studio del concetto di Nuova Evangelizzazione nel magistero della Chiesa, con un forte riferimento all’America Latina.

In cosa consisterà la sfida concreta?

Carriquiry: Il secondo passaggio è stato quello di definire le sfide e gli obiettivi per l’America Latina, affermando che il patrimonio più prezioso di questi popoli è la tradizione della fede cattolica e che questa tradizione è viva tra di noi. Lo è grazie a tantissimi battezzati ma anche grazie ai tesori di quel grande mosaico che è la religiosità popolare.
Ciò si esprime anche nella saggezza della vita, nella passione per giustizia, nelle molte espressioni della vita e della cultura del nostro popolo. Per questo i vescovi ad Aparecida hanno affermato che la tradizione cattolica è il fondamento dell’identità originale e dell’unità dell’America Latina.

Indubbiamente la tradizione è molto importante…

Carriquiry: È vero, però non possiamo accontentarci di un “ricordo romantico” della prima evangelizzazione. Da allora l’appellativo di “continente cattolico” è passato attraverso gli oceani della secolarizzazione. In America la nostra tradizione cattolica sta vivendo un forte processo di erosione. Papa Benedetto XVI ad Aparecida parlò di un processo di indebolimento della fede in America Latina.

Quali sono i fattori negativi?

Carriquiry: Certamente c’è una parte della marea della secolarizzazione che invade ovunque le reti urbane dell’America Latina. C’è l’emigrazione di molti cattolici verso altre comunità cristiane e sette. Soprattutto dove la chiesa è assente o non offre risposte sufficienti alle necessità religiose perché sminuita dalla sua stessa autosecolarizzazione.
Inoltre anche i poteri internazionali e locali considerano la persistenza cattolica in America Latina come un’anomalia da sanare. Più profondamente, tuttavia, agisce la presenza capillare dell’edonismo e del relativismo che vanno soffocando la tradizione cristiana e l’ethos culturale del nostro popolo.

Di fronte a tante difficoltà, qual è la risposta?

Carriquiry: Tutto ciò non è il pericolo principale. La Nuova Evangelizzazione, ha osservato monsignor Fisichella, non è una risposta alle minacce che subiamo. No, il problema più grande è sempre quello di rimanere fedeli al Signore: nella celebrazione, nell’annuncio del messaggio e nella trasmissione della fede. La Nuova Evangelizzazione non ha origine come una reazione, quanto come un’esigenza primaria dell’essere cristiano, della missione della Chiesa. Perciò, la cosa fondamentale è una Chiesa continuamente evangelizzata per poter essere ardentemente evangelizzatrice.

Quali sono le necessità?

Carriquiry: In questo scenario sono emersi molti elementi. La necessità di disporre di più sacerdoti e di più santi, della formazione per la nuova evangelizzazione nella cultura del nostro popolo. Si è parlato dell’obiettivo fondamentale dell’evangelizzazione della gioventù, dei paradigmi educativi ed evangelizzatori delle Giornate Mondiali della Gioventù e del cammino dei giovani latino-americani verso Rio de Janeiro. Dell’evangelizzazione della famiglia – oggi aggredita e messa in discussione – come la prima casa e scuola di comunione. Iniziando con la testimonianza della bellezza di un amore fedele, fecondo e felice come parte del matrimonio e del nucleo familiare. Si è parlato anche della corresponsabilità dei laici nella formazione delle nuove generazioni, di leader laicali che siano presenti in tutti i settori della vita pubblica, accademica, delle comunicazioni sociali, della politica, eccetera.
Infine si sono condivise moltissime esperienze e proposte per l’evangelizzazione in America Latina, che oggi si traduce in missioni nel continente.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione