"La Nuova Evangelizzazione dipende dalla Chiesa domestica"

Udienza del Papa ai partecipanti dell’Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia

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CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 1 dicembre 2011 (ZENIT.org) – Poche ore fa, nella Sala Clementina del Palazzo Apostolico, il Santo Padre Benedetto XVI  ha ricevuto in Udienza i partecipanti alla XX Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia, che si è svolta dal 29 novembre al 1° dicembre 2011 per celebrare il duplice XXX anniversario dell’Esortazione Apostolica Familiaris consortio e dell’istituzione del Dicastero. Riportiamo di seguito il discorso che il Papa rivolge ai presenti:

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Signori Cardinali,</p>

Venerati Fratelli nell’Episcopato e nel Sacerdozio,
cari fratelli e sorelle!

Sono lieto di accogliervi in occasione dell’Assemblea Plenaria del Pontificio Consiglio per la Famiglia, nella ricorrenza di un duplice XXX anniversario: dell’Esortazione Apostolica Familiaris consortio, pubblicata il 22 novembre 1981 dal beato Giovanni Paolo II, e del Dicastero stesso, da lui istituito il 9 maggio precedente con il Motu Proprio Familia a Deo instituta, come segno dell’importanza da attribuire alla pastorale familiare nel mondo e, al tempo stesso, strumento efficace per aiutare a promuoverla ad ogni livello (cfr Giovanni Paolo II, Familiaris consortio, 73). Saluto cordialmente il Cardinale Ennio Antonelli, ringraziandolo per le parole con cui ha introdotto il nostro incontro, come pure Monsignor Segretario, gli altri collaboratori e tutti voi, qui convenuti.

La nuova evangelizzazione dipende in gran parte dalla Chiesa domestica (cfr ibid., 65). Nel nostro tempo, come già in epoche passate, l’eclissi di Dio, la diffusione di ideologie contrarie alla famiglia e il degrado dell’etica sessuale appaiono collegati tra loro. E come sono in relazione l’eclissi di Dio e la crisi della famiglia, così la nuova evangelizzazione è inseparabile dalla famiglia cristiana. La famiglia è infatti la via della Chiesa perché è “spazio umano” dell’incontro con Cristo.

I coniugi, “non solo ricevono l’amore di Cristo, diventando comunità salvata, ma sono anche chiamati a trasmettere ai fratelli il medesimo amore di Cristo, diventando comunità salvante” (ibid., 49). La famiglia fondata sul sacramento del Matrimonio è attuazione particolare della Chiesa, comunità salvata e salvante, evangelizzata ed evangelizzante. Come la Chiesa, essa è chiamata ad accogliere, irradiare e manifestare nel mondo l’amore e la presenza di Cristo. L’accoglienza e la trasmissione dell’amore divino si attuano nella dedizione reciproca dei coniugi, nella procreazione generosa e responsabile, nella cura e nell’educazione dei figli, nel lavoro e nelle relazioni sociali, nell’attenzione ai bisognosi, nella partecipazione alle attività ecclesiali, nell’impegno civile.

La famiglia cristiana, nella misura in cui, attraverso un cammino di conversione permanente sostenuto dalla grazia di Dio, riesce a vivere l’amore come comunione e servizio, come dono reciproco e apertura verso tutti, riflette nel mondo lo splendore di Cristo e la bellezza della Trinità divina. Sant’Agostino ha una celebre frase: “immo vero vides Trinitatem, si caritatem vides”, “Ebbene, sì, tu vedi la Trinità, se vedi la carità” (De Trinitate, VIII,8). E la famiglia è uno dei luoghi fondamentali in cui si vive e si educa all’amore, alla carità.

Nella scia dei miei Predecessori, anch’io ho più volte esortato gli sposi cristiani ad evangelizzare sia con la testimonianza della vita che con la partecipazione alle attività pastorali. L’ho fatto anche di recente, ad Ancona, in occasione della chiusura del Congresso Eucaristico Nazionale italiano. Là ho voluto incontrare insieme i coniugi e i sacerdoti.

Infatti, i due Sacramenti detti “del servizio della comunione” (CCC, n. 1534), Ordine Sacro e Matrimonio, vanno ricondotti all’unica sorgente eucaristica. “Entrambi questi stati di vita hanno, infatti, nell’amore di Cristo, che dona se stesso per la salvezza dell’umanità, la medesima radice; sono chiamati ad una missione comune: quella di testimoniare e rendere presente questo amore a servizio della comunità per l’edificazione del popolo di Dio.

Questa prospettiva consente anzitutto di superare una visione riduttiva della famiglia, che la considera mera destinataria dell’azione pastorale. La famiglia è ricchezza per gli sposi, bene insostituibile per i figli, fondamento indispensabile della società, comunità vitale per il cammino della Chiesa” (Omelia ad Ancona, 11 settembre 2011). In virtù di ciò “la famiglia è luogo privilegiato di educazione umana e cristiana e rimane, per questa finalità, la migliore alleata del ministero sacerdotale. Nessuna vocazione è una questione privata, tanto meno quella al matrimonio, perché il suo orizzonte è la Chiesa intera” (ibid.).

Vi sono degli ambiti in cui è particolarmente urgente il protagonismo delle famiglie cristiane in collaborazione con i sacerdoti e sotto la guida dei Vescovi: l’educazione di bambini, adolescenti e giovani all’amore, inteso come dono di sé e comunione; la preparazione dei fidanzati alla vita matrimoniale con un itinerario di fede; la formazione dei coniugi, specialmente delle coppie giovani; le esperienze associative con finalità caritative, educative e di impegno civile; la pastorale delle famiglie per le famiglie, rivolta all’intero arco della vita, valorizzando il tempo del lavoro e quello della festa.

Cari amici, ci prepariamo al VII Incontro Mondiale delle Famiglie, che si terrà a Milano dal 30 maggio al 3 giugno del 2012. Sarà per me e per noi tutti una grande gioia ritrovarsi insieme, pregare e fare festa con le famiglie venute da tutto il mondo, accompagnate dai loro Pastori. Ringrazio la Chiesa Ambrosiana per il grande impegno profuso finora e per quello dei prossimi mesi. Invito le famiglie di Milano e della Lombardia ad aprire le porte delle loro case per accogliere i pellegrini che verranno da tutto il mondo.

Nell’ospitalità sperimenteranno gioia ed entusiasmo: è bello fare conoscenza e amicizia, raccontarsi il vissuto di famiglia e l’esperienza di fede ad esso legata. Nella mia lettera di convocazione all’Incontro di Milano chiedevo “un adeguato percorso di preparazione ecclesiale e culturale”, perché l’evento riesca fruttuoso e coinvolga concretamente le comunità cristiane in tutto il mondo.

Ringrazio quanti hanno già realizzato iniziative in tal senso e invito chi non lo ha ancora fatto ad approfittare dei prossimi mesi. Il vostro Dicastero ha provveduto a redigere un prezioso sussidio con catechesi sul tema “La famiglia: il lavoro e la festa”; ha inoltre formulato per le parrocchie, le associazioni e i movimenti una proposta di “settimana della famiglia”, e sono auspicabili altre iniziative.

Grazie ancora per la vostra visita e per il lavoro che svolgete a favore delle famiglie e a servizio del Vangelo. Mentre assicuro di ricordarvi nella preghiera, di cuore imparto a ciascuno di voi e ai vostri cari una speciale Benedizione Apostolica.

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ZENIT Staff

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