"La nostra unica colpa è quella di portare il nome del nostro Signore Gesù"

La lettera di un gruppo di profughi iracheni in Giordania consegnata a papa Francesco

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Riportiamo di seguito il testo integrale della lettera consegnata stamattina a papa Francesco, al termine della messa del mattino alla Casa Santa Marta, da padre Rifat Bader, direttore del Catholic Center for Studies and Media di Amman e parroco a Naour (Giordania), a nome di alcune famiglie irachene rifugiate da alcuni mesi nella parrocchia di Naour. Padre Rifat ha donato al Pontefice anche la copia di un dipinto realizzato da uno di questi profughi.

***

Padre Affettuoso,

Noi, i cristiani Iracheni, presenti ora in Giordania e costretti ad emigrare dalle nostre terre, a causa del potere del demonio delle tenebre e della schiavitù, nonostante noi non abbiamo commesso alcun male che giustificherebbe la nostra fuga.

La nostra unica colpa è quella di portare il nome del nostro Signore Gesù Salvatore e le nostre buone opere di amore e di pace verso tutte le creature.

E dopo che loro ci hanno messi di fronte alla scelta se essere cristiani o essere uccisi siamo dovuti scappare dalle nostre terre con il Nostro Cristo, con la nostra fede e con i nostri principi.

Abbiamo scelto di andare via lontani dalle nostre case e dal nostro paese che amiamo, preferendo diventare stranieri in una terra straniera, con tutto il dolore e la sofferenza che ne consegue, piuttosto che diventare parte di quel male e di quella violenza inumana contro gli innocenti.

Noi abbiamo scelto di scappare lasciando tutto quello che era a noi caro, case, terre, proprietà. per diventare parte del santo gregge di Cristo, seguendo, con convinzione e gioia, le tappe della Via Crucis con Gesù Crocifisso, per essere degni di essere fra i suoi agnelli membri del suo santo gregge.

O Padre Nostro, sappi che la nostra fede oggi è molto più forte di prima. Non abbiamo paura di niente perché siamo convinti che Dio e’ con noi, e la Vergine Maria, Madre del Salvatore, ascolta le nostre preghiere e richieste e risolve i nostri problemi che affrontiamo ogni giorno. 

Ciò è proprio quello che sentiamo e viviamo ogni giorno. Rendiamo grazie sempre al Signore affinché possiamo riunirci a lui.

O Padre buono, semplice ed umile, ti chiediamo di pregare ed agire per noi e per i nostri popoli feriti nel mondo arabo per il perdono dei nostri  peccati,  affinché la pace di Cristo possa dominare. Ma prima vogliamo pregare per tutti quelli che sono causa di tutto questo male e quelle opere malvagie.

Vogliamo pregare per tutti coloro che hanno fatto spargere il sangue di molti innocenti osservando le leggi del male e delle tenebre).

O Santo Padre vogliamo che Lei preghi perché possano pentirsi davanti al loro Creatore, perché possano diventare strumenti di pace e di amore e non più strumenti in mano al maligno, cosi che possano diventare dei veri figli di Dio.

Noi pregeremo O Padre Santo Gesù amore affinché possa darvi la buona salute e la buona volontà e l’illuminazione in modo che così possiate continuare quello che avevano iniziato i vostri predecessori, da San Pietro a San Paolo fino al Santo del Secolo, S. Giovanni Paolo II, ed al resto dei discepoli.

Infine, e nel nome di Cristo vi vorremo ringraziare perché ha avuto il tempo di leggere la nostra umile lettera.

Chiediamo al Signore di darvi forza e coraggio per poter essere sempre al servizio dei poveri in tutto il mondo. Che il Signore possa essere al vostro fianco dovunque andate. Ringraziamo la chiesa cattolica locale , e la Caritas Giordana per tutto il bene che hanno fatto  per noi, dopo la nostra fuga.

La fraternità di Gesù

Famiglie irachene nella parrocchia di Naour / Amman – Giordania

. Jamil Elias Ayoub

. Amer Elias Ayoub

. Daoud Shabo Daoud

. Fares Nafe’ Yacoub

. Dia Abalhad Moussa

. Selwan Adeeb Yacoub

. Ma’an George Hanna

. Zeid Ghazi Tuma

. Feras Ghazi Tuma

. Bashar Adeeb Yacoub

. Ragheed Salem Matti

Rappresentati da / Jamil Elias Ayoub

2 marzo 2015

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ZENIT Staff

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