La Nigeria terrorizzata da Boko Haram

Mons. Hyacinth Egbebo, vescovo di Bomadi, definisce gli ultimi attentati un “trauma” per la popolazione e critica le “strumentalizzazioni politiche”

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“Abbiamo paura per i nostri fratelli”. Lo dichiara mons. Hyacinth Egbebo, vescovo di Bomadi, diocesi nel profondo sud petrolifero e per lo più cristiano della Nigeria, all’agenzia Misna. Contattato mentre nella capitale Abuja è in corso un vertice sulla sicurezza, il presule sottolinea che la paura dei nigeriani deriva dal non sapere “dove e quando saranno colpiti la prossima volta”. Egli definisce “traumi” per la popolazione “la strage dei pendolari ad Abuja e il rapimento delle studentesse, per le quali preghiamo ogni momento”.

I due episodi sono avvenuti il 14 aprile scorso a poche ore l’uno dall’altro. Il primo ha causato la morte di 89 vittime ferme a una stazione di autobus ed è stato rivendicato da Boko Haram. Sempre al gruppo islamista è attribuita la responsabilità del rapimento di oltre duecento ragazze che frequentavano una scuola secondaria nello Stato di Borno, nell’estremo nord-est a maggioranza musulmana.

Il vertice di oggi, alla quale partecipano il presidente della Federazione nigeriana Goodluck Jonathan, i governatori dei 36 Stati del paese e i massimi dirigenti degli organismi preposti alla sicurezza, sta prendendo in considerazione l’ipotesi di prorogare lo stato di emergenza nel nord-est, laddove le truppe di Boko Haram sono più attive.

Mons. Egbego è tuttavia scettico sulla buona riuscita del vertice. “È forte il sospetto – dice il vescovo – che settori della politica non si preoccupino affatto del lavoro e dello sviluppo sociale e utilizzino Boko Haram come uno strumento per conservare o acquistare potere”.

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ZENIT Staff

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