La natura del tempo nella scienza e nell'esperienza umana

Scienziati a convegno al Meeting di Rimini

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Interrogare la Scienza e cercare il significato per restituire l’uomo a se stesso: questo è stato lo scopo dell’incontro al Meeting del prof. Marco Bersanelli, ponendo la domanda sulla natura del tempo, nell’accezione di variabile fisica e di  categoria esistenziale.

All’incontro del Meeting di Rimini hanno partecipato: Paul Davies, Direttore del Beyond Center for Fundamental Concepts in Science e Co-Direttore del Cosmology Initiative presso l’Arizona State University; José Ignacio Latorre, Professore di Fisica Teoretica al Dipartimento di Ingegneria Chimica e dei Materiali all’Università di Barcellona e Visiting Professor presso il Center for Quantum Technologies dell’Università Nazionale di Singapore. Ha introdotto il convegno Marco Bersanelli, Docente di Astrofisica all’Università degli Studi di Milano.

Ospiti della Ricerca Scientifica Mondiale, gli scienziati Paul Davies e Josè Ignacio Latorre, per approfondire la questione fondamentale dell’esperienza umana: la natura del tempo.

Davies, fisico teorico, cosmologo e astrobiologo oltre che scrittore, ha  introdotto il tempo come variabile che rappresenta una direzione preferenziale dei fenomeni  fisici: portare il sistema da uno stato di maggiore ordine ad uno di maggiore disordine, nonostante nelle equazioni la simmetria rispetto al tempo sia un fatto banale.

Tuttavia, da  cosmologo, Davies si è chiesto: “perché l’Universo è cominciato col bing bang ? Quale era il suo stato di maggiore ordine? E ha proposto la sua  ipotesi: forse l’Universo non è quello che pensiamo, ma una piccola parte di un Universo più grande, anzi di un multiverso, in cui sono avvenuti tanti big bang. Ogni tempo può andare asimmetricamente nella sua direzione, ma globalmente il sistema è eterno.

Infatti in Italia quattro anni fa un terremoto ha distrutto numerosi edifici all’Aquila. La Fisica descrive fenomeni fisici come questi, dicendo che questi sistemi passano da uno stato di “Ordine a disordine”, attraverso il secondo principio della termodinamica . Riferisce lo studioso: provate a pensare di vedere di nuovo la terra tremare, e i mattoni risollevarsi e riconoscerete gli edifici crollati. Questa assurdità mostra come il tempo possegga una direzione precisa.

Latorre, professore di Fisica, ha iniziato parlando del Sistema GPS, che è basato su orologi atomici e quindi sulla meccanica quantistica. La precisione di questo sistema arriverà tra qualche anno a pochi miliardesimi di miliardesimi di secondo, che si traduce in una precisione nella localizzazione spaziale di meno di un micron. Così sarà possibile  compiere, con macchine controllate da questi sistemi, operazioni chirurgiche adesso indispensabili.

La riflessione sul tema del determinismo della Fisica, ossia sul fatto che la Fisica pre-quantistica riteneva di poter prevedere il comportamento futuro di ogni oggetto fisico, avendone nota la posizione e la velocità di un certo istante di tempo.

Ma tali meraviglie convivono con il principio di indeterminazione: “ La causalità è conservata – afferma – anche se la meccanica quantistica introduce una intrinseca indeterminazione dovuta allo stesso atto del misurare. Indeterminazione ma non libero arbitrio, e non è detto che la meccanica quantistica sia la teoria definitiva”.

Ci sarà mai una teoria scientifica per l’esperienza umana per la coscienza e il libero arbitrio? “Non lo so”, ha concluso lo scienziato.

È toccato a Bersanelli tirare le fila degli eccezionali interventi, e lo ha fatto ricordando,  l’unicità dell’esperienza umana: “Ciò che appare ovvio, come il tempo, è fonte di domande sempre nuove che si rivolgono all’interno del mondo scientifico, ma anche al di fuori”.

Ha concluso Bersanelli: “Ottant’anni di vita di un uomo cosa sono di fronte ai 14 miliardi  dell’Universo?”. Eppure che ne sarebbe di tutto questo senza un punto che ne abbia conoscenza ? Che sarebbe il tempo senza significato?

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Marcello Amoroso

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