La morte per la vita

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Lettura

In questa settimana, per due volte la Chiesa si raccoglie nella lettura della Passione di Cristo, del patire di un Dio appassionato. Lo ha capito per primo, sul Calvario, non un discepolo ma un pagano. Alla morte di Gesù, infatti, il primo atto di fede è quello di un “lontano”, un centurione romano. L’uomo inchiodato al legno, la cui morte provoca il terremoto e lo squarcio nel velo del tempio, è davvero il Figlio di Dio. 

Meditazione

Non da un sepolcro che si apre, non dallo sfolgorio di luce di giorni nuovi, ma nelle tenebre di quel venerdì, un soldato, esperto di morte, dichiara: «Davvero, costui era Figlio di Dio!». Morire così è rivelazione. Morire d’amore è affare di Dio! Cristo crocifisso è Dio Amore che si fa solidale con l’umanità schiacciata sotto le croci dell’esistenza e del peccato. Dio entra nella morte perché là va ogni suo figlio. Per trascinarlo fuori, in alto, con sé. La croce è l’abisso in cui Dio diviene l’Amante dell’umanità da e per l’eternità. È un mistero che ci stordisce: Dio ha lavato i piedi agli uomini e non gli è bastato, ha dato il suo corpo da mangiare e non gli è bastato. E attira i nostri sguardi verso quel legno dove – nudo, disonorato, a braccia spalancate – grida sussurrando a ciascuno di noi: «Ti amo!». La Chiesa nasce dalla contemplazione del volto crocifisso di Dio. E nasce in quel gruppetto di donne che han­no verso Gesù lo stesso sguardo di amore e di dolo­re che Dio ha sul mondo. Per essere Chiesa, anche noi dobbiamo sostare con queste donne di coraggio accanto alle infinite croci del mondo, dove Cristo è ancora oggi crocifisso nei fratelli disprezzati, umiliati, emigrati e immigrati. Il mondo è un Calvario pieno di croci! Cuore del Vangelo è il racconto di una morte che si fa e dà Vita per sempre, proprio perché muore. Come il chicco di grano… E le tenebre inghiottono la luce, la creazione ritorna al caos primordiale, per un definitivo in principio di nuova creazione. Il grido di Cristo morente è la voce potente del Verbo di Dio che richiama il sole dal grembo della notte; è il vagito di gioia e di dolore della nuova umanità che nasce. E l’evangelista Matteo contempla… All’ora nona di quel venerdì un mondo gravido di peccato e di morte scompare per cedere il passo – come nella “dissolvenza” del chicco di grano – al mondo di grazia e di vita. È l’abbraccio per sempre fra cielo e terra, fra Dio e l’umanità, fra l’Amante e l’amata! 

Preghiera

Signore Gesù, mio vivo desiderio, per tua morte levata dalla tomba in te e con te per sempre sarò quello che tu ora sei già, dove la tua mano con te mi terrà. 

Agire

Oggi farò silenzio dentro di me, mi inginocchierò davanti al Crocifisso e fisserò il mio sguardo su di Lui. Per ascoltare contemplando. 

Meditazione del giorno a cura di monsignorMario Russotto, vescovo di Caltanissetta, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti  info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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