La moda del "baratto" spegne la luce del cielo!

Gesù non mercanteggia mai la sua verità 

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Nella lettura del vangelo s’incontra Gesù che non nasconde la sua dura determinazione nel rispondere o comunicare con molti di coloro incontrati sulla sua strada. C’è tuttavia da dire che il Figlio dell’Uomo non smette mai di amare il prossimo e di avere misericordia, pietà e giustizia per chiunque. Anche le sue forti espressioni hanno il fine di salvare l’uomo che, nonostante la Parola, rischia di perdersi per i meandri di una quotidianità falsa, bugiarda, costruita su basi instabili, accecata da suoni e immagini ipnotizzanti. Oggi questi aspetti sono senz’altro esasperati all’inverosimile, specie nel mondo dei giovani, ai quali si offre una qualità della vita perfetta solo nella sua esteriorità. Mancano a molti perciò chiari principi di fede; idee equilibrate; vocazioni alte; rivoluzioni interiori, capaci di rendere protagoniste le nuove generazioni, nel prediligere il meglio di sé. Nessuno dovrebbe scappare dalle inquietudini esistenziali, senza diventare titolare di un discernimento cristiano, in grado di dare il vero volto alle cose, anche se nascosto o completamente assente. L’uomo, qualunque sia il suo ceto o il suo ruolo, va quindi messo nelle condizioni di scegliere, sempre! Gesù accentua le sue parole di fronte all’incredulità della gente, perché vuole che ognuno si possa salvare: “O generazione incredula! Fino a quando sarò con voi? Fino a quando dovrò sopportarvi?”. Parole dure, ma dalle quali non traspare rassegnazione, se non invece un chiaro servizio  alla sua missione, che è tutta finalizzata a creare la vera fede nel Padre suo, mediante la sua opera di amore. Non ci sono compromessi su questa strada, come in molte circostanze avviene invece nel nostro tempo. Oggi penso, senza rischiare di proferire eresie, che molti “figli del Vangelo”, da “strumenti” della più pura fede, sono trasformati, loro malgrado, consciamente o inconsciamente, in servi della superstizione, magia, idolatria, empietà, ogni altra cosa che contrasta efficacemente con il primo comandamento.

Il passo è vicino dal diventare servi della tenebre e non più della luce; amministratori del peccato dell’uomo e non più della grazia di Dio. Succede così che si viene spinti,  proprio dal mondo della subcultura religiosa, a fungere da sacerdoti di una sconsigliabile religione. Scrive a proposito il teologo Mons. Costantino Di Bruno: “Gesù mai è caduto in questa trappola. Mai si è lasciato condizionare dall’incredulità. Sempre a gridato che la sua missione è ben altra cosa. Chiarita la sua verità, per grande compassione, misericordia, amore ha sempre operato il miracolo. Glielo comandava l’amore, la carità, la compassione, la pietà verso un uomo ancora intonso nelle cose della fede, ancora assai lontano dalla vera conoscenza del suo Dio. Gesù non baratta la sua verità per acquisire la gloria degli uomini, per essere da loro stimato, esaltato, celebrato, osannato”. Il mondo oggi non concede i frutti sperati. L’incertezza regna sovrana. Il motivo? In più di una occasione si confonde apertamente la mediazione illuminata con il primo baratto del momento, magari per incassare un risultato immediato, fine a se stesso, privo di lungo respiro. L’uomo oggi non ha la forza di ricominciare a tessere, lavorare, reagire, dinnanzi al pericolo di uno stravolgimento di ciò che si era prefissato. Il rischio è l’accordo al ribasso, pur di tenere in piede una accattivante parvenza. Gesù, al contrario, è stato sempre disposto ad iniziare dal principio, anziché rischiare di vanificare il ministero per cui il Padre lo ha inviato sulla nostra terra. Si va pian pano verso una società senza radici. L’uomo diventa ostaggio di una tentazione, sottile e suadente, sempre in agguato e pronta a sconvolgere menti e cuori; a suggerire vie non di Dio per il servizio da Lui affidatoci.

Nemmeno i cristiani riusciamo ad essere come Gesù che non mercanteggia mai la sua verità, per acquisire la gloria degli uomini e per essere da loro stimato, esaltato, celebrato, osannato. Si fa di tutto per essere comunque in cattedra, in prima pagina, tra gli applausi, l’acclamazione, le onorificenze, anche comprate. L’essenziale è apparire e la gente che fa? Imita e sente chi vede, al di là di quello che dice e di quanto veramente realizza. Anche se arriva poi il momento della condanna e della derisione, c’è il rischio di creare altre situazioni identiche a quelle di prima. È come se l’uomo avesse la memoria corta e un animo che sconfessa, giorno dopo giorno, la sua somiglianza a Dio e la sua capacità di preparare il mondo per un vero trionfo del bene comune, cercato solo a parole. Oggi sta passando l’idea che solo alcune persone debbano seguire il Signore in ogni passo della vita; individui speciali magari da consultare alla prima necessità, per poi ricadere nella logica materialistica imperante. Come ai tempi di Gesù si cerca il miracolo, il superamento di una tragedia, di un disagio materiale o spirituale, senza cambiare modo di vivere, tralasciando il rispetto degli insegnamenti evangelici. Dovremmo, come san Paolo, vedere una presenza  costante e permanente del Signore nella nostra giornata. Passerebbe di sicuro la moda del “baratto” e riavremmo la luce del cielo!

Chi volesse contattare l’autore può scrivere al seguente indirizzo email:  egidio.chiarella@libero.it. Per ulteriori informazioni: www.egidiochiarella.it. Per ordinare l’ultimo libro di Egidio Chiarella si può cliccare qui

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Egidio Chiarella

Egidio Chiarella, pubblicista-giornalista, ha fatto parte dell'Ufficio Legislativo e rapporti con il Parlamento del Ministero dell'Istruzione, a Roma. E’ stato docente di ruolo di Lettere presso vari istituti secondari di I e II grado a Lamezia Terme (Calabria). Dal 1999 al 2010 è stato anche Consigliere della Regione Calabria. Ha conseguito la laurea in Materie Letterarie con una tesi sulla Storia delle Tradizioni popolari presso l’Università degli Studi di Messina (Sicilia). E’ autore del romanzo "La nuova primavera dei giovani" e del saggio “Sui Sentieri del vecchio Gesù”, nato su ZENIT e base ideale per incontri e dibattiti in ambienti laici e religiosi. L'ultimo suo lavoro editoriale si intitola "Luci di verità In rete" Editrice Tau - Analisi di tweet sapienziali del teologo mons. Costantino Di Bruno. Conduce su Tele Padre Pio la rubrica culturale - religiosa "Troppa terra e poco cielo".

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