San Francesco scambia i vestiti con i miseri - Castello Subequo, Cappella di San Francesco - sec. XIV

ZENIT - PM

La misericordia tra Tolstoj e San Francesco

Un’esperienza richiamata da Benedetto XVI e Papa Francesco

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Nella messa crismale del 2007 papa Benedetto XVI iniziò l’omelia citando Tolstoj che narra di un re il quale poté conoscere la misericordia del Signore soltanto scambiando i vestiti con un pastore. Proprio questo fece il Santo d’Assisi secondo quanto risulta dalla Vita del beato padre nostro Francesco scoperta negli ultimi tempi. Infatti in essa si narra che l’Assisiate nello svolgimento dell’attività mercantile giunse a Roma dove scambiò i vestiti con quelli di un povero volens miserias experiri, ossia “volendo sperimentare la loro miseria” (cfr.  P. MartinelliFrancesco d’Assisi e la misericordia, Bologna 2015). Di seguito i due brani che evidenziano la misericordia del Signore richiamata da papa Francesco con la lavanda dei piedi ai più bisognosi. 
«Quando, ancora stando nel secolo, essendo giunto a Roma come mercante con i mercanti, vide sedere presso la basilica del beato Pietro, come al solito, molti mendicanti e poveri. Lui compatendoli e volendo sperimentare la loro miseria, se anche lui potesse una volta tollerarle, all’insaputa dei compagni, depose le proprie vesti e indossò le vesti strappate e putride dei miseri. Aggiungendosi tra loro, si sedette e, mendicando con loro, mangiò gioioso. Diceva, infatti, che mai aveva mangiato qualcosa di più dilettevole» (da: J. Dalarun, Tommaso da Celano. La Vita del beato padre nostro Francesco, in Frate Francesco 81 (2015), p. 329).
Lev Tolstoj narra che «c’era una un re che aveva vissuto molte esperienze nella sua vita. Poi aveva deciso ad ogni costo di vedere Dio. Siccome era un dittatore, aveva ordinato ai suoi sacerdoti e ai sapienti di soddisfare questo suo desiderio entro un determinato tempo. Ma anche il più saggio fra loro non era stato in grado di soddisfare tale richiesta del re. Tutti aspettavano con timore che pronunciasse le sue sentenze. Allora giunse un pastore dai campi, il quale aveva saputo dell’ordine del re; egli disse: “Permettimi, o sire, di esaudire il tuo desiderio!”. “Bene”, disse. Il re alzò gli occhi per fissare il sole, ma lo splendore lo accecava, abbassò la testa e chiuse gli occhi. “Vuoi che diventi cieco?”, chiese irritato al pastore. “Ma sire, questa è soltanto una minima parte della creazione, un pallido riflesso della grandezza di Dio, la piccola scintilla di un fuoco ardente. Tu, con i tuoi occhi deboli e lacrimosi, come puoi chiedere di vedere Dio? Cercalo con occhi diversi”. […] Questa risposta piacque al re ancor più di quella precedente. “Ti coprirò di regali, però prima rispondi alla mia terza domanda: Che cosa fa Dio?”. Il pastore vide che il cuore del era si era intenerito e disse: “Bene, anche questa volta desidero risponderti. Ti prego di una cosa: scambiamo per un attimo i nostri vestiti”. Il re acconsentì sbalordito e si scambiarono i vestiti. Poi il pastore disse semplicemente e solennemente: “Questo fa Dio! Egli è disceso dal trono della sua magnificenza e si è fatto uomo. Egli ci dà ciò che possiede e accetta da noi quello che abbiamo e quello che siamo”.
Un incontro di approfondimento della edizione della Vita del beato padre nostro Francesco si volgerà a Roma presso la Pontificia Università Antonianum giovedì 21 aprile 2016.
 

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Pietro Messa

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