La "matita di Dio" rivelata in una mostra

La Beata Madre Teresa di Calcutta raccontata in una mostra espositiva di artisti kosovari

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di Antonio Gaspari

ROMA, venerdì, 14 settembre 2012 (ZENIT.org) – Madre Teresa, amava definirsi la “matita di Dio”, così dodici artisti Kosovari hanno scelto di ricordare le beata nel quindicesimo anniversario della sua morte con una mostra espositiva che verrà aperta a Roma il 15 settembre alle ore 17.00 presso la Libreria Internazionale Paolo VI in via di Propaganda 4, vicino piazza di Spagna.

Organizzata e promossa dalla Libreria Editrice Vaticana, dal regista Gjon Kolndrekaj e da My Art la mostra collettiva intende far conoscere quanto la beata Madre Teresa apprezzasse la bellezza artistica. 

Ha scritto il regista Gjon Kolndrekaj nel catalogo della mostra che “nei  lunghi anni in cui ha avuto modo di frequentare Madre Teresa ha colto in lei il canto della vita, la bellezza della fede, la tavola pittorica su cui Dio ha dipinto il suo capolavoro”.

Ha raccontato Gjon che nel 1981 accompagnò Madre Teresa ad Antrodoco dall’amico pittore albanese Lin Delija, uno dei pochi artisti che ha avuto il privilegio di ritrarre Madre Teresa dal vivo.

Durante quell’incontro Madre Teresa disse al pittore: “voi artisti nutrite attraverso la vostra arte le anime delle persone, mentre io cerco di portare un po’ di luce alle persone che sono avvolte dal buio. E con queste mani cerco di servire i nostri fratelli che vivono e muoiono nella povertà e di fame”.

“Ricordando queste parole e osservando questi quadri, – ha aggiunto Gjon – vedo l’armonia dei volti, i simboli e i colori che si racchiudono nella semplice forma armonica tale da esprimere tutta la grandezza e l’universalità di Madre Teresa”.

Il critico d’arte Giorgio Palombi ha spiegato che “I dipinti di questa mostra artistica guidano l’osservatore nell’universo dei sentimenti provati dai dodici artistiti kosovari nei confronti della Beata Teresa di Calcutta”.

Impressiona nell’opera di Arta Ramadani, la Beata che con coraggio si fa carico delle sofferenze del povero accogliendolo in un abbraccio.

Secondo Don Lush Gjergji, Vicario Generale dell’ Amministrazione Apostolica di Prizren, biografo di Madre Teresa, mentre Archimede aveva chiesto un punto immobile per sollevare il globo terrestre, la beata ha trovato questo punto immobile in Dio-Amore e nell’Uomo-Fratello.

Per don Gjergji La vita e le opere di Madre Teresa sono un “continuo miracolo” della Provvidenza e dell’Amore, un vero e proprio “amore in azione” rivolto particolarmente a quelli che soffrono e subiscono ingiustizie.

Convinta che “Solo l’Amore salverà il mondo”, con la forza della fede Madre Teresa ha oltrepassato ogni  limite e confine nazionale, razziale, religioso, culturale, generazionale, ha sconfitto anche il sistema delle caste in India, dimostrando così che niente è impossibile per quelli che realmente credono e concretamente amano.

Madre Teresa concepiva la missione in maniera radicale, cioè mettersi al servizio della vita e dell’amore in ogni situazione, tempo e spazio, difendendo la vita da ogni pericolo e minaccia, dal concepimento fino al passaggio nell’eternità, curandola sempre con amore e nell’amore.

“Questi giovani artisti del Kosovo – ha precisato don Gjergji – offrono nel senso artistico la loro visione per un mondo più umano, migliore, basato sulla verità, sulla giustizia, sulla pace e perdono per  tutti, fondato nella Verità e vissuto nella Carità, per poter testimoniare la possibilità del “mosaico” dell’unità nella diversità”.

Il Professor Sabedin Etemi considera rilevante la mostra “per la creatività e la varietà” che è “la  ricchezza che questi artisti promettono”.

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ZENIT Staff

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