La mamma di Cocò Campolongo: "Vogliamo incontrare Papa Francesco!"

I genitori del bimbo di 3 anni bruciato vivo dalla ‘ndrangheta a gennaio hanno espresso il desiderio di abbracciare il Pontefice in occasione della visita pastorale a Cassano all’Jonio

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

“Vorremmo incontrare Papa Francesco”. A parlare è Antonia Iannicelli, la mamma del piccolo Cocò Campolongo, il bimbo di tre anni ucciso e bruciato vivo con il nonno e la compagna di quest’ultimo dalla ‘ndrangheta nel gennaio scorso. I genitori della piccola vittima hanno espresso il desiderio di incontrare Francesco in occasione della sua visita pastorale a Cassano all’Jonio, in programma il prossimo 21 giugno.

Lo rende noto il leader del Movimento Diritti Civili, Franco Corbelli, che ha ricevuto una telefonata da Antonia Iannicelli. “La mamma del piccolo Cocò – ha dichiarato Corbelli – mi ha detto al telefono che desidera con tutto il cuore poter incontrare Papa Francesco, in occasione della sua visita a Cassano. Sono certo che il Pontefice esaudirà questo desiderio e incontrerà la mamma, il papà e le due sorelline del piccolo Cocò per abbracciarle e dare loro un conforto e una parola di speranza per il futuro”.

Antonia Iannicelli, 24 anni, attualmente alloggiata in una casa famiglia, e Nicola Campolongo, 26 anni, detenuto nel carcere di Castrovillari, hanno chiesto di incontrare il Papa anche per ringraziarlo dell’affetto e del sostegno dimostratogli durante l’Angelus del 26 gennaio.

“Questo accanimento su un bambino così piccolo sembra non avere precedenti nella storia della criminalità”, disse in quell’occasione Bergoglio. Ed esortò i fedeli a pregare “con Cocò, che sicuro è con Gesù in cielo” e “per le persone che hanno fatto questo reato, perché si pentano e si convertano al Signore”. 

“Spero che Papa Francesco abbia la possibilità di recarsi anche nel cimitero di Cassano per una preghiera sulla tomba di Cocò e per tutti i bambini vittime della violenza”, ha detto Franco Corbelli. 

Il presidente del Movimento Diritti Civili, prima della telefonata, aveva già ricevuto una lettera dalla signora Iannicelli. “Oggi – scriveva la donna nel testo- sono passati tre mesi dalla sua scomparsa, ma sembra che siano passati anni. Adesso mi sto rendendo conto di quello che è successo. Mi chiedo come è possibile  che delle persone, che non trovo le parole per definire, abbiano messo mano ad un’arma per uccidere un bambino innocente”.

“Lui – proseguiva – era un pezzo importante del mio cuore. Io non so chi lo ha ucciso. Sto aspettando che venga fatta giustizia. Non voglio andare via dalla Calabria. Passo le giornate con le mie due bambine, con il cuore pieno di dolore. Penso sempre al mio Cocò, con le lacrime agli occhi”.

“In questi momenti di dolore – concludeva Antonia – a me e Nicola, ci ha aiutato molto sentire le parole di Papa Francesco e apprendere che sarà a Cassano. Aspettiamo di poterlo incontrare per ringraziarlo”.

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione