La "Lumen Fidei" e l'"Inter Mirifica" (Sesta parte)

L’enciclica di papa Francesco e il Decreto conciliare affermano la stretta connessione tra arte e verità

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Il 4 dicembre compirà 50 anni il Decreto sugli strumenti di comunicazione sociale Inter Mirifica. Come tutti i documenti conciliari, possiede ancora una grande vitalità, e per certi versi contiene tesori ancora da valorizzare. Può essere illuminante, al proposito, leggere l’Inter Mirifica insieme alla recente enciclica Lume Fidei: non c’è un legame diretto, ma nel Magistero tutto è collegato da un’unica vita. In modo particolare, mi sembra si possa istituire un’interessante riflessione sull’arte secondo l’Inter Mirifica ed il vedere secondo la Lumen Fidei. Al centro di tutto c’è la fede:

Proprio nella Lumen Fidei viene subito sottolineato come il Concilio abbia avuto al centro la fede: «L’Anno della fede ha avuto inizio nel 50° anniversario dell’apertura del Concilio Vaticano II. Questa coincidenza ci consente di vedere che il Vaticano II è stato un Concilio sulla fede, in quanto ci ha invitato a rimettere al centro della nostra vita ecclesiale e personale il primato di Dio in Cristo. La Chiesa, infatti, non presuppone mai la fede come un fatto scontato, ma sa che questo dono di Dio deve essere nutrito e rafforzato, perché continui a guidare il suo cammino. Il Concilio Vaticano II ha fatto brillare la fede all’interno dell’esperienza umana, percorrendo così le vie dell’uomo contemporaneo. In questo modo è apparso come la fede arricchisce l’esistenza umana in tutte le sue dimensioni» (Lumen Fidei, n. 6)

Un aspetto importante dell’Inter Mirifica consiste nell’annoverare l’arte tra gli strumenti di comunicazione sociale. In quanto tale, l’arte, come ogni altro mezzo di comunicazione, è strettamente connessa all’ordine morale; i “diritti dell’arte” sono in stretta relazione con le “norme della legge morale”. Il fare dell’arte è sempre legato all’agire morale[1].

Leggiamo, infatti, nell’Inter Mirifica: «La seconda questione riguarda le relazioni tra i diritti dell’arte -come si suol dire- e le norme della legge morale. Poiché il moltiplicarsi di controversie su questo argomento non di rado trae origine da dottrine erronee in materia di etica e di estetica, il Concilio proclama che il primato dell’ordine morale oggettivo deve essere rispettato assolutamente da tutti. Questo ordine è il solo a superare e armonizzare tutte le diverse forme dell’attività umana, per quanto nobili esse siano, non eccettuata quella dell’arte. Solo l’ordine morale, infatti, investe l’uomo nella totalità del suo essere creatura di Dio dotata di intelligenza e chiamata ad un fine soprannaturale; e lo stesso ordine morale, se integralmente e fedelmente osservato, porta l’uomo a raggiungere la perfezione e la pienezza della felicità» (Inter Mirifica, n. 6).

Ho già dedicato due articoli alla riflessione su questo punto[2]. Vorrei sottolineare ancora come venga chiaramente affermato che occorra guardarsi da dottrine erronee in materia di etica e di estetica, poiché il primato dell’ordine morale oggettivo deve essere rispettato assolutamente da tutti. Le questioni in materia di estetica vanno collocate in un orizzonte morale, secondo una prospettiva nuova e feconda. Il centro del paragrafo 6 sta nel collocare il problema estetico nel contesto dei mezzi di comunicazione sociale, ed analizzare i diritti dell’arte nelle questioni morali. Il Concilio afferma con fermezza (“Il Concilio proclama”) che occorre guardarsi dalle dottrine erronee in ambito estetico, scrutandole con attenzione e prendendone le distanze qualora queste risultassero false, erronee, pericolose. Ancora molto è invece da compiere nell’ambito dello studio e della riflessione sulle questioni estetiche ed artistiche, per comprendere quali siano nella contemporaneità le dottrine erronee in materia di estetica.

Come già scrissi, le virtù praticate e coltivate sono strumento efficace nell’edificazione dell’uomo e l’arte è tra le attività umane che, nella pratica delle medesime virtù, ha il compito di mostrare lo splendore della verità mediante la bellezza. Spesso si confonde il piano dei diritti dell’arte con la libertà di uscire dal piano dei principi morali; invece l’arte, proprio perché ha per suo specifico compito ed interesse la bellezza, di conseguenza non può non interessarsi alle connessioni con la verità e con il bene. In questa prospettiva il Decreto Inter Mirifica afferma che l’ordine morale oggettivo è il solo a superare e armonizzare tutte le diverse forme dell’attività umana, per quanto nobili esse siano, non eccettuata quella dell’arte. È l’ordine del bene ad unificare ogni attività umana, e l’arte non può costituire una eccezione, anzi per certi versi ne è la massima esemplificazione.

Su questo punto anche il Catechismo della Chiesa Cattolica, nel contesto dell’ottavo comandamento “Non pronunciare falsa testimonianza”, offre una profonda riflessione ponendo in relazione questo comandamento morale con la verità affermata e la bellezza, mostrando il legame tra la verità e il bene, e tra l’arte e la verità affermata. Recita infatti: «La pratica del bene si accompagna ad un piacere spirituale gratuito e alla bellezza morale. Allo stesso modo, la verità è congiunta alla gioia e allo splendore della bellezza spirituale. La verità è bella per se stessa. All’uomo, dotato d’intelligenza, è necessaria la verità della parola, espressione razionale della conoscenza della realtà creata ed increata; ma la verità può anche trovare altre forme di espressione umana, complementari, soprattutto quando si tratta di evocare ciò che essa comporta di indicibile, le profondità del cuore umano, le elevazioni dell’anima, il mistero di Dio» (CCC, n. 2500). E poi ancora: « l’uomo esprime la verità del suo rapporto con Dio Creatore anche mediante la bellezza delle proprie opere artistiche […] Come ogni altra attività umana, l’arte non ha in sé il proprio fine assoluto, ma è ordinata al fine ultimo dell’uomo e da esso nobilitata » (CCC, n. 2501).  

Il Catechismo della Chiesa Cattolica approfondisce il discorso sulla questione artistica, giungendo a dare delle indicazioni precise su cosa sia l’arte sacra. Infatti in esso leggiamo « L’arte sacra è vera e bella quando, nella sua forma, corrisponde alla vocazione che le è propria: evocare e glorificare, nella fede e nella adorazione, il mistero trascendente di Dio, bellezza eccelsa di verità e di amore, apparsa in Cristo “irradiazione della sua gloria e impronta della sua sostanza” (Eb 1,3), nel quale “abita corporalmente tutta la pienezza della divinità” (Col 2,9), bellezza spirituale riflessa nella Santissima Vergine Maria, negli angeli e nei santi. L’autentica arte sacra conduce l’uomo all’adorazione, alla preghiera e all’amore di Dio Creatore e Salvatore, Santo e Santificatore» (CCC, n. 2501).

E molto opportunamente dispone che « i Vescovi, personalmente o per mezzo di delegati, devono prendersi cura di promuovere l’arte sacra, antica e moderna, in tutte le sue forme, e di tenere lontano, con il medesimo zelo, dalla liturgia e dagli edifici del culto, tutto ciò che non è conforme alla verità della fede e all’autentica bellezza dell’arte sacra» (CCC, n. 2503).

L’Inter Mirifica ed anche il Catechismo della Chiesa Cattolica pongono l’arte in stretta connessione con la verità, con un ordine oggettivo di verità e di bene. Questo legame è sovente offuscato o negato nella contemporaneità, appunto in nome di quei “diritti dell’arte” di cui l’Inter Mirifica afferma la subordinazione all’ordine mo
rale oggettivo.

Il mettere al centro la verità, nella consapevolezza delle difficoltà attuali, è un aspetto importante di questo discorso, ed è il primo e più immediato nesso che viene illuminato dalla Lumen Fidei, dove viene fortemente sottolineata la necessità del nesso tra la fede e la verità: «Richiamare la connessione della fede con la verità è oggi più che mai necessario, proprio per la crisi di verità in cui viviamo. Nella cultura contemporanea si tende spesso ad accettare come verità solo quella della tecnologia: è vero ciò che l’uomo riesce a costruire e misurare con la sua scienza, vero perché funziona, e così rende più comoda e agevole la vita. Questa sembra oggi l’unica verità certa, l’unica condivisibile con altri, l’unica su cui si può discutere e impegnarsi insieme. Dall’altra parte vi sarebbero poi le verità del singolo, che consistono nell’essere autentici davanti a quello che ognuno sente nel suo interno, valide solo per l’individuo e che non possono essere proposte agli altri con la pretesa di servire il bene comune. La verità grande, la verità che spiega l’insieme della vita personale e sociale, è guardata con sospetto. Non è stata forse questa — ci si domanda — la verità pretesa dai grandi totalitarismi del secolo scorso, una verità che imponeva la propria concezione globale per schiacciare la storia concreta del singolo? Rimane allora solo un relativismo in cui la domanda sulla verità di tutto, che è in fondo anche la domanda su Dio, non interessa più. È logico, in questa prospettiva, che si voglia togliere la connessione della religione con la verità, perché questo nesso sarebbe alla radice del fanatismo, che vuole sopraffare chi non condivide la propria credenza. Possiamo parlare, a questo riguardo, di un grande oblio nel nostro mondo contemporaneo. La domanda sulla verità è, infatti, una questione di memoria, di memoria profonda, perché si rivolge a qualcosa che ci precede e, in questo modo, può riuscire a unirci oltre il nostro “io” piccolo e limitato. È una domanda sull’origine di tutto, alla cui luce si può vedere la meta e così anche il senso della strada comune» (Lumen Fidei, n. 25).

Anche l’arte si è trovata schiacciata dalle visioni utilitariste, tecnologiste, relativiste: considerata solo in prospettiva estetizzante oppure solo in prospettiva funzionale-pubblicitaria. Invece l’arte è intimamente espressione della vera bellezza, espressione di quel “vedere” che proprio la Lumen Fidei evidenzia come “organo di conoscenza della fede”, ed ancora «la fede appare come un cammino dello sguardo, in cui gli occhi si abituano a vedere in profondità» (Lumen Fidei, n. 30).

Il centro della verità, del bene e della bellezza, il fine ultimo di ogni arte e di ogni attività umana, è Gesù Cristo: «Come si arriva a questa sintesi tra l’udire e il vedere? Diventa possibile a partire dalla persona concreta di Gesù, che si vede e si ascolta. Egli è la Parola fatta carne, di cui abbiamo contemplato la gloria (cfr Gv 1,14). La luce della fede è quella di un Volto in cui si vede il Padre» (Lumen Fidei, n. 30)

Ed in questa luce, si muove anche la bella esortazione con cui il Decreto Inter Mirifica si conclude: «Del resto il sacro Concilio confida che questa sua esposizione di principi dottrinali e di norme sarà accolta di buon grado e fedelmente osservata da tutti i figli della Chiesa, in modo che essi, servendosi anche di questi strumenti, non solo non ne riportino danno, ma come sale e luce fecondino e illuminino il mondo. Inoltre esso rivolge la sua esortazione a tutti gli uomini di buona volontà, specialmente a quanti hanno nelle loro mani questi strumenti. Li invita a impiegarli unicamente per il bene dell’umanità, il cui avvenire dipende ogni giorno di più dal loro retto uso. Pertanto, come già avvenne con i capolavori delle arti antiche, così anche da queste invenzioni recenti sia glorificato il nome del Signore, secondo il detto dell’Apostolo: « Gesù Cristo, ieri e oggi e per tutti i secoli» (Eb 13,8)». (Inter Mirifica, n. 24) 

Rodolfo Papa, Esperto della XIII Assemblea Generale Ordinaria del Sinodo dei Vescovi, docente di Storia delle teorie estetiche, Pontificia Università Urbaniana, Artista, Storico dell’arte, Accademico Ordinario Pontificio. Website: www.rodolfopapa.it  Blog: http://rodolfopapa.blogspot.com  e.mail:  rodolfo_papa@infinito.it. 

*

NOTE

[1] Cfr. R.Papa, Discorsi sull’arte sacra, Cantagalli, Siena 2012, pp. 167-184.

[2] Cfr. R. Papa, Arte e morale. La profonda attualità del Decreto Conciliare “Inter Mirifica”, pubblicato su Zenit il 17 dicembre 2012: http://www.zenit.org/it/articles/arte-e-morale; Ancora sull’attualità del Decreto Conciliare “Inter Mirifica”, pubblicato su Zenit il 7 gennaio 2013: http://www.zenit.org/it/articles/ancora-sull-attualita-del-decreto-conciliare-inter-mirifica.

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Rodolfo Papa

Rodolfo Papa è presidente dell'Accademia Urbana delle Arti / Sito internet: www.rodolfopapa.it ; Blog:http://rodolfopapa.blogspot.com ; e.mail: rodolfo_papa@infinito.it .

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