La liturgia, sorgente di conoscenza ed educazione

L’intervento di padre Michele Pirotta al convegno di Russia Cristiana

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MILANO, domenica, 30 ottobre 2011 (ZENIT.org) – La liturgia è stato uno dei temi trattati nel corso del convegno Crisi dell’umano e desiderio di felicità. Cos’ha da dire la Chiesa oggi?, promosso dalla fondazione Russia Cristiana e conclusosi oggi.

La relazione dal titolo Liturgia come sorgente della conoscenza e dell’educazione è stata curata da padre Michele M. Pirotta, sacerdote di rito greco-bizantino della diocesi di Milano.
Padre Pirotta ha innanzitutto ricordato che il Concilio Vaticano II, attraverso la Sacrosantum Concilium, descrive la liturgia come il “culmine verso cui tende l’azione della Chiesa e, al tempo stesso, la fonte da cui promana tutta la sua energia”.

Per gli ortodossi questa realtà è percepita in modo ancora più netto, in quanto per loro è necessaria “una pratica liturgica, un’immergersi di colpo nella vita dell’ortodossia”.

Un’interpretazione interessante ma – ad avviso di Padre Pirotta – rischiosa è quella di Romano Guardini, secondo il quale la liturgia, come il gioco, “ha regole proprie, crea un suo mondo che vale quando vi si entra e che pio naturalmente vien meno quando il gioco finisce”.

Secondo Benedetto XVI, invece (cfr. Lo spirito della liturgia. Una introduzione), essa è qualcosa che “continua nella vita reale”, mutare la nostra visione del mondo e della realtà.
È ancora Guardini ad affermare che la liturgia è “l’organo che consente di cogliere il manifestarsi di Dio”, una “epifania della presenza e dell’azione divina e per questo motivo, lungo i secoli, luogo privilegiato della conversione”.

Avendo, quindi, una funzione anche “educativa”, la liturgia sarà sempre condotta “al plurale”. È un “noi” che prega nella chiesa, mai un “io” o un “tu”.

Il valore pedagogico della liturgia è confermato dalla già citata Sacrosantum Concilium, benché “la sacra liturgia sia principalmente culto della maestà divina”.

“Nel fluire del dialogo liturgico, si incarna quel vero rapporto tra Dio e uomo, tra noi, comunità e Chiesa e il Signore del Cosmo. Allora abbiamo rispetto di ciò che la tradizione della Chiesa ci ha consegnato, abbiamo rispetto della Liturgia come ci viene data dalla Chiesa, lasciamo da parte il nostro protagonismo, soprattutto lo dico da prete, che vuole sempre aggiungere qualcosa per toglierne altri”, ha affermato padre Pirotta.

“La liturgia è un dono bellissimo e come tutte le cose belle, sono anche delicate. Lasciamo che nella liturgia l’uomo parli a Dio e Dio risponda all’uomo”, ha aggiunto il teologo.

Citando San Massimo il Confessore, Pirotta ha ricordato: “Non allontaniamoci dalla santa Chiesa di Dio, la quale comprende, secondo i santi simboli celebrati, tanti misteri della nostra salvezza: per mezzo dei quali facendo che ciascuno di noi, come può, conformi la sua vita a Cristo secondo virtù conduce a manifestazione la grazia dell’adozione, concessa col santo Battesimo nello Spirito Santo. Ma con ogni forza e diligenza rendiamoci degni dei divini doni, piacendo a Dio con le buone opere”.

Non a caso, ha concluso il relatore, la Chiesa ha “fondato tutta la sua  Catechesi dei credenti, cioè l’annuncio e la trasmissione della fede principalmente sul culto”.

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ZENIT Staff

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