La libertà di usare la testa

Ogni essere umano può compiere scelte decisive per la propria vita e per quella degli altri

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Esiste, forse, una parola più affascinante di “libertà”? Pensiamo a quante persone hanno dato la vita per conquistarla o per difenderla, nel corso della storia. Senza libertà, non potrebbero esistere neppure la pace, la dignità, il rispetto dell’essere umano.

Oggi, purtroppo, la parola “libertà” tende ad assumere significati sempre meno nobili. Spesso viene interpretata come una specie di diritto a fare ciò che si vuole, a vivere senza regole, pur di soddisfare il proprio egoistico piacere.

A volte, per giustificare certi comportamenti, viene utilizzata un’altra parola affascinante: “scelta”. E così drogarsi diventa “una scelta”. Ubriacarsi è “una scelta”. Abortire è “una scelta”. Affittare la gravidanza di una donna povera, per poi comprare il suo bambino, è “una scelta”. Volere l’eutanasia è “una scelta”…

E’ evidente che ci troviamo in un momento di grande confusione. Ma di chi è la colpa? Alla base di certe derive ci sono, a volte, i cattivi modelli offerti ai giovani dagli stessi genitori ed educatori, che hanno rinunciato a proporre una sana cultura del limite. Molti di loro sono cresciuti negli anni sessanta e settanta. Hanno assorbito quella non-cultura relativista e materialista che ha danneggiato progressivamente la famiglia e la scuola.

Pensiamo alla moda dei “figli dei fiori”. Si parlava di “pace, amore e musica”. Ma la pace non era altro che l’anestesia dei cervelli, oscurati dalla droga. E l’amore si riduceva ad una semplice forma di ginnastica, in cui gli esseri umani diventavano oggetti da consumare e gettare via. Questo, purtroppo, è il terreno in cui si sono formati molti genitori ed insegnanti di oggi.

Molti ragazzi del terzo millennio sono figli della generazione del “Che male c’è?” e del buonismo che giustifica tutto. Che male c’è a farsi uno spinello? Che male c’è a dire una parolaccia, ogni tanto? Che male c’è ad andare in vacanza con la fidanzata, senza essere sposati?

Eppure basterebbe poco per cambiare rotta. Sarebbe sufficiente comunicare ai ragazzi il grande fascino della gestione della propria libertà. Una libertà che dovrebbe tenere conto, prima di tutto, dell’esistenza degli altri.

Pensiamo ad un bellissimo film del passato: “La vita è meravigliosa” di Frank Capra. In questa pellicola indimenticabile, un angelo mostra ad un uomo sfiduciato come sarebbe stata la vita della sua città se lui non fosse mai nato. L’uomo scopre che sarebbe stata completamente diversa, essendo mancati i frutti della sua generosità e le tante case che lui aveva costruito per aiutare i poveri. L’angelo gli ricorda: “La vita di un uomo è legata a quella di tanti altri uomini. E quando quest’uomo non esiste, lascia un vuoto”.

Questo bellissimo esempio cinematografico ci aiuta a capire che non siamo soli. E che ogni nostra “scelta” finisce per toccare inevitabilmente anche gli altri. Così, a poco a poco, è possibile anche capire che drogarsi, ubriacarsi o abortire non può essere una “scelta”. Certi comportamenti non possono far parte della nostra libertà, perché danneggiano la propria vita e quella degli altri.

Per un giovane, imparare ad amministrare la propria libertà può essere davvero bello ed affascinante, soprattutto nel tempo libero. Ed è proprio da qui che deve ripartire l’educazione delle nuove generazioni.

E’ bello parlare di “libertà” e di “scelta”. Ma in un altro modo: cercando di valorizzare la nostra capacità di usare la testa. E quindi, la possibilità che tutti noi abbiamo di scegliere ciò che è giusto o sbagliato per la nostra vita. E’ questa la vera libertà. Non la libertà di fare tutto, che diventa a poco a poco una schiavitù degli istinti e delle emozioni disordinate.

Imparare a scegliere significa, davvero, essere liberi. Perciò: se una discoteca offre la droga, è meglio non andarci. Se un cinema programma un film carico di violenza, è meglio recarsi da un’altra parte. Se un amico propone di bere un bicchiere di troppo, aiutiamolo a capire che può essere pericoloso per sé e per gli altri.

Evitare i rapporti sessuali al di fuori del matrimonio non significa essere inferiori agli altri. Dire “no” ad una folle corsa notturna in motocicletta non significa rinunciare alla propria libertà. E’ esattamente il contrario.

Certo, non è facile insegnare questi valori in un mondo in cui trionfano canzoni che inneggiano alla marijuana! Ma non bisogna arrendersi. E’ necessario avere fiducia nei giovani, nella loro intelligenza e sensibilità. 

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Carlo Climati

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