Cells in a jail

Pixabay CC0 - TryJimmy, Public Domain

La LEV “entra” nel carcere di Pordenone con un regalo del Papa

Papa Francesco invia una corona del rosario ai 70 detenuti della struttura che riceveranno anche due libri della LEV sugli interventi del Pontefice sulla situazione delle carceri

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Papa Francesco invia una corona del rosario ai 70 detenuti del Carcere mandamentale di Pordenone in occasione della rassegna editoriale “La Libreria Editrice Vaticana a Pordenone. Ascoltare, leggere, crescere”, in corso nella città friulana. Martedì 27 ottobre la rassegna “entrerà” infatti all’interno e nella realtà del carcere per donare ai detenuti oltre al regalo del Pontefice anche i due libri, editi dalla LEV, “Dite ai detenuti che prego per loro” e “Anche il Signore è un carcerato” che raccolgono gli interventi di Papa Francesco sui detenuti e la situazione delle carceri.

A presentare i libri del Papa nel carcere saranno Giovanni Maria Flick, presidente emerito della Corte Costituzionale e già ministro della Giustizia, Francesco Pedoja, presidente del Tribunale di Pordenone, Alberto Quagliotto, direttore del Carcere di Pordenone, padre Edmondo Caruana, responsabile editoriale della Libreria Editrice Vaticana, don Virgilio Balducchi, ispettore generale dei Cappellani delle Carceri Italiane, don Gino Rigoldi di Comunità Nuova di Milano, don Piergiorgio Rigolo, cappellano del Carcere Mandamentale di Pordenone e mons. Luciano Padovese, direttore della Casa dello Studente “A.Zanussi” di Pordenone. Questa iniziativa dedicata esclusivamente ai detenuti sarà preceduta lunedì 26 ottobre, alle ore 17,00 presso Palazzo Montereale Mantica, da un incontro sullo stesso tema aperto a tutta la cittadinanza di Pordenone.

“Papa Francesco – dichiara don Giuseppe Costa, direttore della LEV – è sempre vicino alle persone che vivono nelle carceri e in occasione del Giubileo della Misericordia ha stabilito che la porta della loro cella si trasformi in una vera e propria Porta Santa”. “Ogni volta” infatti, ha dichiarato il Santo Padre, che il detenuto, per l’intero periodo dell’Anno Santo, attraverserà la porta della propria cella “rivolgendo il pensiero e la preghiera al Padre” otterrà l’indulgenza giubilare.  Questo “gesto”, ha motivato il Papa, significa per i detenuti “il passaggio della Porta Santa, perché la misericordia di Dio, capace di trasformare i cuori, è anche in grado di trasformare le sbarre in esperienza di libertà”.

 

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ZENIT Staff

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