Papa Francesco e Karekin II - Foto © PHOTO.VA - OSSERVATORE ROMANO

La gratitudine di Karekin II per la visita del Papa

Accogliendolo a Yerevan, il Catholicos della Chiesa Apostolica Armena ha ricordato il discorso del Pontefice a San Pietro, un anno fa, in cui ha condannato il genocidio armeno

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“Siamo infinitamente lieti che oggi” in questa santa Cattedrale “si uniscano le preghiere dei vicari delle Sedi Apostoliche di San Pietro e dei Santi Taddeo e Bartolomeo per la pace ai fedeli e al mondo, per l’amore, lo spirito fraterno e per la collaborazione feconda”. Sua Santità Karekin II, Catholicos di tutti gli armeni, si è rivolto così a Papa Francesco, accogliendolo nella Cattedrale di Etchmiadzin.
Il ricordo di Karekin II vola alla visita di San Giovanni Paolo II in Armenia, in occasione del 1700esimo anniversario di proclamazione del Cristianesimo come religione di Stato. “Quella era la prima visita alla nostra Patria del vicario della Sede di San Pietro – spiega – che diede una spinta collaborativa nelle relazioni fraterne delle nostre Chiese”. Relazioni che anche Francesco – secondo il Catholicos, “ha contribuito a far crescere nelle diverse tappe del suo servizio, mostrando particolare calore nei confronti della nostra Chiesa e del nostro popolo”.
Ha detto che i cristiani apostolici armeni ricordano “con gratitudine” la Messa solenne di Papa Francesco nella Cattedrale di San Pietro offerta in memoria delle vittime del genocidio armeno, nell’aprile 2015, “ed il Suo discorso storico in cui ha condannato il genocidio stesso”. A proposito di quella tragedia storica, Karekin II ha aggiunto: “La testimonianza di sangue  è la garanzia della vittoria della fede non solo per il popolo armeno ma soprattutto per la fede cristiana tutta”.
“Dopo le devastazioni del genocidio armeno e degli anni della dottrina ateistica del comunismo – ha proseguito Karekin – oggi la nostra Chiesa in condizioni di indipendenza rivive un risveglio spirituale realizzando liberamente la missione apostolica dentro la vita del nostro popolo”. Così come Papa Francesco, anche il Cathelicos ha posto l’accento sull’importanza dell’ecumenismo in un periodo “in cui nel mondo le crisi spirituali, politiche, economiche e umanitarie si aggravano”. Incoraggia quindi la collaborazione ecumenica “per rendere feconda la missione della Chiesa di Cristo, per la conservazione e valorizzazione dei valori spirituali e morali nel mondo, per la tutela dell’amore verso il prossimo”.
Infine, Karekin II ha elevato la sua preghiera per la Chiesa di Gesù e per il rafforzamento della pace e della concordia nel mondo.

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ZENIT Staff

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