La Grande Moschea di Parigi chiede la liberazione delle studentesse nigeriane

Dalil Boubakeur, presidente del Consiglio francese del Culto musulmano (CFCM): “Non si può utilizzare il pretesto dell’Islam per atti ‘atroci’ e ‘barbari’ come il rapimento delle ragazze in Nigeria”

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La Grande Moschea di Parigi condanna il rapimento delle circa 200 studentesse nigeriane dello scorso 14 aprile da parte del gruppo fondamentalista Boko Haram, e denuncia la “barbarie” con la quale le giovani vengono trattate.

In un comunicato inviato il 13 maggio a ZENIT, il dottor Dalil Boubakeur, Rettore dell’Istituto Musulmano della Grande Moschea di Parigi e presidente del Consiglio francese del Culto musulmano (CFCM), dichiara che non si può utilizzare l’Islam come pretesto per atti così “atroci” .

“La Grande Moschea di Parigi – si legge nella nota – denuncia e condanna la barbarie con cui sono state trattate le studentesse nigeriane e le violenze che subiscono per mano dei loro rapitori. Gli atti terroristici di Boko Haram, commessi con il pretesto dell’Islam, sconvolgono il mondo musulmano e tutti coloro che mantengono un minimo di umanità”.

Secondo Boubakeur, “invocare i principi religiosi per tentare di giustificare una tale ignominia non può eludere i veri motivi di questo rapimento che sono di natura criminale”. Afferma inoltre che è impossibile giustificare tali atti “religiosamente”. “Gli infami autori di questi atti odiosi dovrebbero vergognarsi di comparire di fronte al mondo”, sottolinea il presidente del CFCM,“la loro unica religione è il disprezzo della dignità umana. Se hanno ancora un minimo di umanità, li esortiamo a rilasciare queste giovani e sfortunate vittime e restituirle alle loro famiglie”.

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Anita Bourdin

Journaliste française accréditée près le Saint-Siège depuis 1995. Rédactrice en chef de fr.zenit.org. Elle a lancé le service français Zenit en janvier 1999. Master en journalisme (Bruxelles). Maîtrise en lettres classiques (Paris). Habilitation au doctorat en théologie biblique (Rome). Correspondante à Rome de Radio Espérance.

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