La gioia di essere discepoli

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio – Lc 6, 20-26

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Lettura

Le Beatitudini, nella versione lucana, spiccano per la loro brevità rispetto al testo di Matteo. Esse fanno appello direttamente ai discepoli, nella loro condizione di povertà e di sofferenza. Insistono sull’esperienza della prova e della persecuzione, che non intacca il dono della gioia già comunicato loro in attesa del compimento finale. Sono contrapposte alla condizione dei ricchi e dei gaudenti, degni solo di commiserazione per il dono di cui si privano con le loro scelte.

Meditazione

Questa parola di Gesù ci affascina. Rimaniamo sempre senza fiato dinanzi a dichiarazioni così alte e sorprendenti. Il Maestro si rivolge direttamente a noi che abbiamo accettato di seguirlo. Ci parla guardandoci in volto, scendendo nel profondo del nostro cuore. Ci valorizza personalmente, tenendo in considerazione le nostre segrete aspirazioni e i legittimi desideri. Allo stesso tempo non ci isola dagli altri: siamo la sua comunità, la sua famiglia, la sua Chiesa! Chiamati a condividere tutto con lui, ci è assicurata la gioia come dono dello Spirito, all’unica condizione di restare uniti a lui anche quando le circostanze e gli eventi si fanno avversi. È l’esperienza del regno di Dio che entra nella nostra vita e la trasforma dall’interno, senza risparmiarci la croce, che però non portiamo da soli, ma insieme a Gesù. Non è pertanto una gioia superficiale, approssimativa. La beatitudine offerta ai discepoli nasce dalla fede in Cristo e si alimenta alla comunione di vita con lui: poveri come lui, cioè ricchi soltanto dell’amore del Padre che basta per affrontare ogni ostacolo e soprattutto per essere liberi nell’annuncio della Buona Notizia a tutti, anche a quanti si pongono come avversari o nemici. La scelta evangelica è esigente: implica un deciso no a tutto ciò che potrebbe tenerci legati a noi stessi, nella ricerca spasmodica dell’autoaffermazione.  Dobbiamo rinunciare a tutto ciò che potrebbe farci ricadere nella schiavitù delle cose o nell’idolatria delle ricchezze. Il lamento accorato, che si contrappone all’incisiva dichiarazione di gioia, più che esprimere una minaccia, manifesta il dolore dinanzi a tale tremenda possibilità e si concretizza in un ulteriore appello a scegliere la gioia della vita, cioè il Vangelo.

Preghiera:

Signore Gesù, sei tu la nostra gioia. In te contempliamo l’amore del Padre, che ci dona la vita e ci chiede di condividerla con i fratelli. Grazie a te possiamo anche noi gridare a tutti la gioia di essere amati e di voler amare gratuitamente. Con il fuoco del tuo Spirito ci confermi nella fede e ci fai perseverare nella sequela, perché cresciamo come la famiglia dei tuoi discepoli per portare la gioia nel mondo intero.

Agire:

Oggi sarò attento a chi vicino a me è nel pianto o nella prova: gli porterò la gioia del Vangelo con la mia presenza di fratello e amico.

 
Meditazione del giorno a cura di mons. Francesco Alfano, ar​civescovo di Sorrento – Castellammare di Stabia, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it
 
Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

ZENIT Staff

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione