La gioia della Chiesa è essere madre, non avere un "organigramma perfetto"

Durante l’omelia a Santa Marta, papa Francesco invita i cristiani ad aprirsi alla “consolazione del Signore” e a non essere “tristi”, “impazienti”, “sfiduciati” o “ansiosi”

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Alla Chiesa Cattolica non giova alcun “organigramma perfetto” se poi essa non è una madre in grado di generare figli che siano “cristiani gioiosi”. Lo ha detto papa Francesco stamattina, durante la messa alla Casa Santa Marta.

Con riferimento alla Prima Lettura (Is 40,1-11) di oggi, il Papa ha parlato di un “popolo” che “ha bisogno di consolazione” e la trova nel Signore. “Noi, al solito – ha detto – fuggiamo dalla consolazione; abbiamo sfiducia; siamo più comodi nelle nostre cose, più comodi anche nelle nostre mancanze, nei nostri peccati”.

Quando però viene lo Spirito a portare la “consolazione”, ci porta “ad un altro stato che noi non possiamo controllare: è proprio l’abbandono nella consolazione del Signore”; e “la consolazione più forte è quella della misericordia e del perdono”.

Francesco ha quindi ribadito: “lasciatevi consolare dal Signore, è l’unico che può consolarci”, anche se “siamo abituati ad affittare consolazioni piccole, un po’ fatte da noi”, ma che poi “non servono”.

Esemplificativa di questa consolazione del Signore è la parabola della “pecora smarrita”, un esempio di come la Chiesa “fa festa” ed “è felice quando esce da se stessa”, quando una persona “è consolata” e “sente la misericordia e il perdono del Signore”.

Del resto il Buon Pastore, alla perdita di una sue cento pecore, avrebbe potuto limitarsi a “fare il conto di un buon commerciante” e a stimarla come una perdita non troppo dannosa per il bilancio… Invece, Dio, avendo “cuore da pastore”, esce a cercare la sua pecora “finché la trova e lì fa festa, è gioioso”.

La Chiesa prova la “gioia di uscire per cercare i fratelli e le sorelle che sono lontani” e, in questo atto, “diventa madre, diventa feconda”.

Quando questa ‘uscita’ non avviene, la Chiesa “si chiude in se stessa” e, anche essendo “ben organizzata” e anche avendo un “organigramma perfetto”, rischia di perdere la sua “gioia”, la sua “festa” e la sua “pace”, diventando una “Chiesa sfiduciata, ansiosa, triste”, una Chiesa più “zitella” che madre, una Chiesa “da museo”, che “non serve”.

“La gioia della Chiesa è partorire – ha proseguito il Pontefice – la gioia della Chiesa è uscire da se stessa per dare vita; la gioia della Chiesa è andare a cercare quelle pecore che sono smarrite; la gioia della Chiesa è proprio quella tenerezza del pastore, la tenerezza della madre”.

È lo stesso passo di Isaia a riprendere l’immagine di “un pastore egli fa pascolare il gregge e con il suo braccio lo raduna”: ciò è un segno della “gioia della Chiesa: uscire da se stessa e diventare feconda”.

Nella sua invocazione finale, quindi, il Santo Padre ha quindi chiesto che il Signore ci dia la grazia di “essere cristiani gioiosi nella fecondità della madre Chiesa” e non “cristiani tristi, impazienti, sfiduciati, ansiosi”, ma senza “bambini”.

Che il Signore ci consoli con la consolazione di una Chiesa madre che esce da se stessa e ci consoli con la consolazione della tenerezza di Gesù e la sua misericordia nel perdono dei nostri peccati”, ha poi concluso papa Francesco.

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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