"La gente sa perdonare i preti quando peccano, ma non quando sono attaccati ai soldi"

Il Papa a Santa Marta critica le Chiese affariste che rendono vana la gratuità della redenzione di Cristo. Come quelle, ad esempio, dove c’è il listino prezzi per i Sacramenti: “un vero scandalo…”

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La redenzione di Gesù è gratuita. Di conseguenza, anche la Chiesa, deve essere gratuita e non scadere in quei traffici che la fanno somigliare più a una “casa d’affari” che alla casa di Cristo.

È un sillogismo chiaro quello di Papa Francesco nella Messa a Santa Marta di oggi, giorno in cui la Chiesa celebra la Presentazione della Beata Vergine Maria al Tempio. Lo stesso Tempio da cui Gesù – narra il Vangelo odierno – caccia i mercanti che, da luogo di preghiera, lo avevano trasformato in “un covo di ladri”.

Cristo arriva ad usare la frusta per mandarli via. Ma la sua non è “rabbia”, spiega il Santo Padre, bensì “l’Ira di Dio”, “lo zelo per la Casa di Dio”. È quindi un gesto di purificazione per il Tempio che “era stato profanato”. Così come – evidenzia il Papa – era stato profanato il popolo da “un peccato tanto grave che è lo scandalo”.

“La gente – osserva infatti il Pontefice – andava al Tempio, non guardava queste cose; cercava Dio, pregava … ma doveva cambiare le monete per fare le offerte”. “Il popolo di Dio andava al Tempio non per quelli che vendevano, ma per Dio”, proprio come Anna, l’umile mamma di Samuele che va al Tempio per chiedere la grazia di un figlio e “bisbigliava in silenzio le sue preghiere”.

Anna e le altre persone, però, invece di trovare lì un rifugio spirituale, si imbattono in gente “corrotta”, come il sacerdote e i suoi due figli, protagonisti dello stesso episodio biblico, i quali sfruttavano i pellegrini e scandalizzavano il popolo. 

Un atteggiamento, questo, che non si scosta più di tanto da quanto accade oggi in alcune Chiese. “Io penso allo scandalo che possiamo fare alla gente con il nostro atteggiamento, con le nostre abitudini non sacerdotali nel Tempio – osserva infatti Bergoglio – : lo scandalo del commercio, lo scandalo delle mondanità … Quante volte vediamo che entrando in una chiesa, ancora oggi, c’è la lista dei prezzi per il battesimo, la benedizione, le intenzioni per la Messa”.

E il popolo così si scandalizza. Perché, come disse Cristo, non si possono servire due padroni: “O rendi il culto a Dio vivente, o rendi il culto ai soldi, al denaro”.

“Perché Gesù ce l’ha con i soldi, ce l’ha con il denaro?”, domanda il Santo Padre. Perché “la redenzione è gratuita; la gratuità di Dio Lui viene a portarci, la gratuità totale dell’amore di Dio. E quando la Chiesa o le chiese diventano affariste, si dice che … eh, non è tanto gratuita, la salvezza…”.

Bergoglio lo ha sperimentato personalmente: “Una volta – racconta – appena sacerdote, io ero con un gruppo di universitari, e voleva sposarsi una coppia di fidanzati. Erano andati in una parrocchia, ma volevano farlo con la Messa. E lì, il segretario parrocchiale ha detto: ‘No, no: non si può’. ‘Ma perché non si può con la Messa? Se il Concilio raccomanda di farlo sempre con la Messa…’. ‘No, non si può, perché più di 20 minuti non si può’. ‘Ma perché?’. ‘Perché ci sono altri turni’. ‘Ma, noi vogliamo la Messa!. ‘Ma pagate due turni!’. E per sposarsi con la Messa hanno dovuto pagare due turni…”.

“Questo è peccato di scandalo”, rimarca con vigore il Papa. E noi sappiamo quello che dice Gesù riguardo a coloro che sono causa di scandalo: “Meglio essere buttati nel mare’”. Questo monito dovrebbe interessare tutti “quelli che sono nel Tempio”, siano “sacerdoti, laici, segretari” e chiunque “ha da gestire la pastorale del Tempio”. Se questi “divengono affaristi, il popolo si scandalizza”, insiste Francesco.

“E noi – aggiunge – siamo responsabili di questo. Anche i laici, eh? Tutti. Se io vedo che nella mia parrocchia si fa questo, devo avere il coraggio di dirlo in faccia al parroco”. Perché la gente “soffre quello scandalo”. Il popolo di Dio, infatti, afferma il Santo Padre, “sa perdonare i suoi preti”, anche “quando hanno una debolezza, scivolano su un peccato”. Tuttavia “ci sono due cose che non può perdonare: un prete attaccato ai soldi e un prete che maltratta la gente. Non ce la fa a perdonare!”.

Prima di concludere, Bergoglio rivolge lo sguardo a Maria di cui oggi la Liturgia celebra la presentazione al Tempio “da ragazzina…”. “Che Lei – è la sua preghiera finale – insegni a tutti noi, a tutti i parroci, a tutti quelli che hanno responsabilità pastorali, a mantenere pulito il Tempio, a ricevere con amore quelli che vengono, come se ognuno di loro fosse la Madonna”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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