La gente ha perso “familiarità” con la Bibbia

L’intervento del Presidente della Conferenza Episcopale USA al Sinodo

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CITTA’ DEL VATICANO, martedì, 7 ottobre 2008 (ZENIT.org).- E’ scomparsa dall’immaginario popolare una certa “familiarità” con la Bibbia, che ha plasmato lungo i secoli la storia della cultura occidentale.

Lo ha constatato il Cardinale Francis Eugene George, O.M.I., Arcivescovo di Chicago e Presidente della Conferenza Episcopale degli Stati Uniti d’America, intervenendo questo martedì mattina alla terza Congregazione generale del Sinodo dei Vescovi sulla Parola di Dio.

Nel suo intervento il porporato ha detto di poter rintracciare “dietro questa scomparsa delle immagini bibliche la perdita di un senso e di una immagine di Dio come attore nella storia umana”.

“La nostra gente, per la maggior parte, non si muove con fiducia nel mondo biblico dello spirito attivo, degli angeli e dei demoni, della ricerca della volontà e delle intenzioni di Dio in mezzo a questo mondo governato dalla Provvidenza di Dio”, ha proseguito.

“La Sacra Scrittura assume le caratteristiche del genere fantasy, mentre il mondo biblico diviene motivo di insostenibile disagio”, ha poi osservato.

Inoltre, ha continuato il porporato, “ci si avvicina alla Sacra Scrittura solo come a una guida morale che spesso viene anche giudicata insufficiente”.

Nel lamentare questa scarsa attenzione verso la Bibbia, il porporato ha detto inoltre che “partecipando sempre meno alla liturgia domenicale, i fedeli si privano anche della possibilità di avere un contatto con la Scrittura nel contesto di una celebrazione religiosa comunitaria”.

Mentre proprio “attraverso una continua attenzione alle Scritture che danno forma ai cicli e al calendario liturgici – ha osservato –, i fedeli si aprono alla conversione e a una crescita nella vita di grazia”.

“Se saremo pastoralmente solleciti verso il bisogno di una conversione dell’immaginazione, del pensiero e della volontà – ha proseguito –, la nostra gente non avrà timore di provare confusione nel leggere e nell’ascoltare la Bibbia”.

“Non la avvertiranno più come un puzzle gigante ma come un sentiero verso la libertà che proviene da una vicinanza personale al mondo di Dio, alla mente di Dio, alla volontà di Dio”, ha quindi concluso.

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ZENIT Staff

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