"La frusta del Signore con noi è la misericordia!"

Nell’Angelus di oggi, il Papa invita ad aprire la porta a Cristo per fare un po’ di “pulizia”. Rivolge poi un pensiero alle donne che “realizzano una società più umana”

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“Il Signore si sente veramente a casa nella mia vita? Gli permetto di fare ‘pulizia’ nel mio cuore e di scacciare gli idoli, cioè quegli atteggiamenti di cupidigia, gelosia, mondanità, invidia, odio, quell’abitudine di chiacchierare e ‘spellare’ gli altri?”.

È un interrogativo cruciale quello posto da Papa Bergoglio ai numerosissimi fedeli riuniti oggi in piazza San Pietro per l’Angelus. Un interrogativo che trae spunto dal Vangelo odierno in cui Gesù – narra Giovanni – “fece una frusta di cordicelle e scacciò tutti fuori del tempio, con le pecore e i buoi, denaro, tutto”.

Cristo viene dunque a fare “pulizia” nel tempio. In questo brano – spiega il Papa – abbiamo “il primo annuncio della morte e risurrezione di Cristo: il suo corpo, distrutto sulla croce dalla violenza del peccato, diventerà nella Risurrezione il luogo dell’appuntamento universale tra Dio e gli uomini”. 

Ma “il vero tempio” di cui parla il Messia è la sua “umanità”, sottolinea il Pontefice, luogo “dove Dio si rivela, parla, si fa incontrare”. Perciò, aggiunge, “i veri adoratori di Dio non sono i custodi del tempio materiale, i detentori del potere e del sapere religioso”, bensì “coloro che adorano Dio ‘in spirito e verità’”.

E tutti i cristiani, in questo tempo di Quaresima che prepara alla Pasqua, sono chiamati a adorare Dio “in spirito e verità”. “Camminiamo nel mondo come Gesù e facciamo di tutta la nostra esistenza un segno del suo amore per i nostri fratelli, specialmente i più deboli e i più poveri”, esorta infatti il Santo Padre.

In questo modo “noi costruiamo a Dio un tempio nella nostra vita” e rendiamo Cristo “incontrabile” per tante persone che troviamo sul nostro cammino. “Se noi siamo testimoni di questo Cristo vivo, tanta gente incontrerà Gesù in noi, nella nostra testimonianza”, ribadisce il Papa a braccio.

Prima di portarlo agli altri, però, è bene fare un po’ di ordine ‘all’interno’. Quindi domandarsi se veramente permettiamo che Gesù faccia ‘pulizia’ “di tutti i comportamenti contro Dio, contro il prossimo e contro noi stessi”. “Ognuno può rispondersi in se stesso, nel silenzio, nel suo cuore”, dice Francesco.

Ed insiste: “Io permetto che Gesù faccia un po’ di ‘pulizia’ nel mio cuore? ‘Oh padre io ho paura che mi bastoni…’”. Ma “Gesù non bastona mai… Gesù farà pulizia con tenerezza, con misericordia, con amore. La misericordia è il suo modo di fare pulizia”.

Allora, senza alcun timore – incoraggia il Santo Padre – “lasciamo che il Signore entri con la sua misericordia – no con la frusta! – con la sua misericordia a fare pulizia nei nostri cuori. La frusta di Gesù con noi è la sua misericordia. Apriamogli la porta perché faccia un po’ di pulizia”.

Anche perché “Gesù conosce quello che c’è in ognuno di noi, e conosce pure il nostro più ardente desiderio: quello di essere abitati da Lui, solo da Lui”. E “ogni Eucaristia che celebriamo con fede ci fa crescere come tempio vivo del Signore, grazie alla comunione con il suo Corpo crocifisso e risorto”, dice il Pontefice.

L’invito è quindi ancora a lasciare entrare Cristo “nella nostra vita, nella nostra famiglia, nei nostri cuori”. Al nostro fianco c’è Maria Santissima “dimora privilegiata del Figlio di Dio”: la Vergine – prega il Papa – “ci accompagni e ci sostenga nell’itinerario quaresimale, affinché possiamo riscoprire la bellezza dell’incontro con Cristo, che ci libera e ci salva”.

Dopo la preghiera mariana, Francesco saluta i fedeli di Roma e tutti i pellegrini provenienti da varie parti del mondo: dal Curitiba (Brasile), fino a Treviso, Genova, Crotone, L’Aquila e Domodossola. Un pensiero speciale lo rivolge ai ragazzi di Gard, che hanno ricevuto la Cresima, ai quali dice: “Durante questa Quaresima, cerchiamo di stare più vicini alle persone che stanno vivendo momenti di difficoltà: vicini con l’affetto, la preghiera e la solidarietà”.

Il pensiero più bello, tuttavia, il Papa lo rivolge alle donne in occasione della loro festa di oggi, 8 marzo: “Un saluto a tutte le donne che ogni giorno cercano di costruire una società più umana e accogliente. E un grazie fraterno anche a quelle che in mille modi testimoniano il Vangelo e lavorano nella Chiesa”, afferma Bergoglio. 

E a braccio, tra gli applausi dei fedeli aggiunge: “Questa è per noi un’occasione per ribadire l’importanza delle donne e la necessità della loro presenza nella vita. Un mondo dove le donne sono emarginate è un mondo sterile, perché le donne non solo portano la vita, ma ci trasmettono la capacità di vedere oltre, loro vedono oltre”.

Le donne, prosegue il Santo Padre, “ci trasmettono di capire il mondo con occhi diversi, di sentire le cose con cuore più creativo, più paziente, più tenero”. Invoca quindi “una preghiera e una benedizione particolare per tutte le donne qui presenti in piazza e per tutte le donne”, augurando come ormai consuetudine a tutti “una buona domenica e buon pranzo”.

Per leggere il testo completo si può cliccare qui.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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