La famiglia riflette la Via Crucis

L’intervista ai coniugi Zanzucchi, autori delle meditazioni della Via Crucis che presiederà domani il Papa al Colosseo

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Domani alle 21.15 il Santo Padre presiederà la tradizionale Via Crucis al Colosseo. Per questa Pasqua 2012, i testi che accompagnano le meditazioni per le diverse stazioni sono stati composti, su incarico della Santa Sede, da una coppia di coniugi, Annamaria e Danilo Zanzucchi, appartenenti al movimento di Famiglie Nuove a Grottaferrata. Una scelta che si pone in sintonia con l’anno pastorale dedicato alla famiglia.

I coniugi Zanzucchi, originari di Parma, cinque figli, già consultori del Pontificio consiglio per la Famiglia, sono stati i fondatori e gli animatori del progetto di Famiglie Nuove, nato nel 1967 dal desiderio di Chiara Lubich, che ha come obiettivo ridare il giusto valore alla famiglia, struttura portante della società, oggi più che mai al centro di crisi e di attacchi.

Lo hanno raccontato a ZENIT gli stessi Danilo e Annamaria nell’intervista che riportiamo di seguito.

***

Danilo e Annamaria, con che sentimenti avete accolto questo incarico così onorevole da parte del Santo Padre?

Coniugi Zanzucchi: Abbiamo appreso la comunicazione di esser stati scelti da papa Benedetto XVI per redigere i testi delle meditazioni per il Venerdì Santo, con stupore, emozione e, non lo nascondiamo, con trepidazione e timore.

D’altra parte anche con grandissima gioia: il fatto che il Pontefice abbia chiamato una famiglia a stendere il pensiero della Chiesa per i testi della Via Crucis ci sembra metta in evidenza che la famiglia, nella Chiesa stessa, non è solo oggetto di evangelizzazione, ma una vera e propria “via” della Chiesa per vivere e portare il Vangelo, attuazione di quanto scritto da Giovanni Paolo II nella lettera alle famiglie nel 1994.

Il punto centrale dei vostri testi è infatti il tema della famiglia. Come avete fatto ad inserirlo nelle riflessioni della Via Crucis?

Danilo: Abbiamo cercato di vedere la Via Crucis nella corrispondenza che essa può avere con la vita della famiglia. Nella nostra vita di coppia, ma anche nell’esperienza nel Movimento Famiglie Nuove, ci siamo trovati a conoscere e, in certo modo, a partecipare dei dolori di tante famiglie vedendo come, in ognuna di queste sofferenze c’è un riflesso della Via Crucis della famiglia.

E’ sempre un mistero, infatti, il dolore della famiglia perché prende la persona e anche i due coniugi insieme o anche i figli, quando ci sono. È un dolore comunitario che ha ripercussioni anche sulla società.

Annamaria: La convinzione che abbiamo maturato un po’ alla volta è, quindi, che la Via Crucis si lega molto alla vita umana e della famiglia, in particolare ai momenti dolorosi di quest’ultima.

Per esempio la stazione del Cireneo: questo chinarsi al dolore di un parente, fare il possibile per sollevarlo… Oppure l’incontro di Gesù con la Madre, la compartecipazione… Sono episodi che parlano di momenti veri, vivi nella famiglia.

La Via Crucis è una realtà viva. Penetrando questa tradizione della Chiesa, l’abbiamo colta come una realtà che, non solo ci ha fatto centellinare la vita di Gesù, ma, in Lui, la vita umana in tanti suoi passaggi, in tutti i suoi dolori.

Chi è e cosa fa il movimento che rappresentate (famiglie nuove)?

Coniugi Zanzucchi: Famiglie Nuove è una diramazione del Movimento dei Focolari, fondato da Chiara Lubich nel 1967. E’ un movimento di famiglie a servizio della famiglia, per svilupparne le potenzialità in un contesto come quello di oggi che sembra disconoscerne le  funzioni.

Sono famiglie che nell’amore evangelico, hanno scoperto la sorgente e l’ispirazione per un nuovo e più forte impegno nella vita di coppia, nella crescita dei figli, nel mettersi in dialogo costruttivo con altre famiglie, lungo linee guida di spiritualità della spiritualità dell’unità.

Attivo con iniziative familiari e comunitarie nei cinque continenti, il movimento svolge percorsi formativi per coppie e persone nelle diverse fasi ed età della vita familiare e, attraverso AFN onlus, sostiene 102 progetti di cooperazione allo sviluppo in 54 Paesi, cui sono inseriti in forma continuativa fino alla loro autonomia, oltre 18.000 bambini e le loro famiglie.

Quali sono i problemi più urgenti per la famiglia naturale oggi?

Coniugi Zanzucchi: Potremmo accennare almeno a due: innanzitutto la presenza di spinte ideologiche che, volendo parificare alla famiglia ogni forma di convivenza, di fatto svuoterebbero la famiglia naturale del suo profondo significato  e dei suoi specifici compiti.

Il secondo è la scarsa attenzione che, in questi tempi di difficoltà economiche e sociali, gli organi politici e legislativi riservano alla famiglia. In questo senso il rilievo dato dal Santo Padre alla famiglia, attraverso l’incarico a noi affidato, è un importante segno di valore riconosciuto ad essa da parte della Chiesa.

In base a tutto questo, si può dire che c’è speranza in futuro per le famiglie e soprattutto per quelle numerose?

Coniugi Zanzucchi: Siamo convinti che la mancanza di riconoscimenti e di attenzione nei confronti della famiglia sia una fase di transizione. Già si stanno avvertendo gli effetti negativi della riduzione quasi a zero delle nascite. Da questo crediamo venga presto una consapevolezza nuova del valore della procreazione anche per il Bene comune. Quindi verrà un sostegno nuovo a quelle famiglie che generosamente si dispongono a dare un futuro alla nostra società.

Come è possibile – in questa fase di “transizione” a cui avete accennato – alimentare il desiderio di maternità e paternità nelle coppie più giovani?

Coniugi Zanzucchi: Testimoniando e diffondendo la consapevolezza della gioia che viene da maternità e paternità. Come Famiglie Nuove vediamo che tante giovani coppie prima si sorprendono e poi vogliono vivere in prima persona questo dono. Organizziamo, perciò, corsi formativi per giovani coppie desiderose di confrontarsi ed aiutarsi anche nella  esperienza educativa verso i loro figli.

In che modo la fede può aiutare a rafforzare e sostenere il matrimonio dai tanti attacchi e critiche?

Coniugi Zanzucchi: Dalla fede, anche come famiglie, traiamo lo stimolo per associarci ed agire. Per questo, dal 1992, contribuiamo all’azione del Forum delle associazioni familiari, presente in Italia, Spagna e altre nazioni europee. Ma sopratutto è importante l’azione che cerchiamo di svolgere anche presso istituzioni locali, affinché la famiglia sia riconosciuta e aiutata a svolgere la sua funzione di ‘primo luogo sociale’. Ovvero il luogo che fornisce le risorse umane alla società e che, attraverso la testimonianza della gratuità su cui si fondano i rapporti familiari, costituisce anche un modello di vita per l’intera società.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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