La Famiglia può aiutare l'economia?

Nuovo rapporto del Social Trend Institute

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di Tommaso Cozzi

Lo scorso 3 ottobre il Social Trend Institute ha pubblicato un rapporto internazionale dal titolo “Quando la famiglia può aiutare l’economia” o, ancora meglio, per una traduzione forse più appropriata, “Come il matrimonio e la fertilità possono aiutare l’economia” (http://sustaindemographicdividend.org).

Il titolo originale “The Sustainable Demographic Dividend”, tuttavia, rende in maniera appropriata l’idea di indicaori e rilevazioni riguardanti il tema in discussione.

Il Social Trends Institute, è un centro internazionale di ricerca dedicato allo studio e all’analisi dei trend più significativi in ambito sociale ed ha le proprie sedi in New York e Barcellona.

Il Rapporto è stato elaborato in collaborazione con il National Marriage Project (USA); l’Institute of Marriage and Familiy (Canada); l’Universidad de los Andes (Cile); l’University of Asia and Pacific (Filippine); l’Universitat Internacional de Catalunya (Spagna); l’univesidad de la Sabana (Colombia); l’Universidad de Piura (Perù).

Lo studio si concentra in modo particolare sul ruolo ricoperto dal matrimonio e dallo sviluppo demografico rispetto alla crescita economica di lungo termine.

Altri temi trattati riguardano la sostenibilità dello Stato assistenziale, la dimensione e la qualità della forza lavoro, nonché la redditività dei grandi settori dell’economia moderna.

Un aspetto interessante del rapporto, riguarda le dinamiche di sviluppo della personalità dei figli cresciuti nell’ambito di famiglie sposate, laddove si evidenzia come questi ultimi abbiano più probabilità di acquisire il capitale umano e sociale di cui hanno bisogno per diventare in futuro persone capaci di relazionarsi in modo adeguato nella società e di interagire positivamente con il contesto sociale di riferimento; ma soprattutto di diventare lavoratori produttivi.

L’analisi rileva altresì come anche la stessa durata del matrimonio, con particolare riferimento al sesso maschile, permetta di sviluppare una migliore capacità di equilibrio nell’economia economia, nonché di guadagnare di più e meglio rispetto a persone non sposate.

Altro tema affrontato riguarda in modo più diretto lo sviluppo economico. Ciò in quanto le famiglie alimentano i consumi in generale, ma soprattutto quelli del comparto assicurativo, dei generi alimentari, degli elettrodomestici, di prodotti per la casa. Il Social Trend Institute sofferma la propria attenzione, inoltre, non solo sull’analisi delle famiglie contemporanee, ma anche sulle azioni necessarie per sostenere le politiche familiari.

Il rapporto evidenzia come le imprese dovrebbero utilizzare la loro influenza nel marketing e nella comunicazione d’impresa, stimolando campagne pubblicitarie positive in favore delle famiglie e della educazione pubblica. Altro aspetto incidente sull’assetto operativo della famiglia riguarda l’assistenza sanitaria in cui dovrebbero essere praticati costi accessibili per le cure ed una attenzione particolare alla formazione permanente per rafforzare la base economica della vita familiare. La politica, poi, dovrebbe sostenere il matrimonio e la procreazione responsabile, ad esempio, attraverso l’estensione dei crediti d’imposta cospicui per i genitori con figli in casa.

Relativamente alle politiche aziendali e alle politiche economiche si dovrebbe insistere maggiormente su un approccio socio-culturale che consenta alle famiglie la flessibilità necessaria per armonizzare i tempi di svago, lavoro e famiglia. La linea di fondo ed il messaggio che emerge dal rapporto, consiste nell’idea, sostenuta e dimostrata da numerosi indicatori, statistiche, analisi, indagini, che conducono a rilevare come le imprese, i governi, la società civile e semplici cittadini avrebbero tutto l’interesse a rafforzare la famiglia in quanto motore della ricchezza delle nazioni, rilevando altresì come le prestazioni dei grandi settori dell’economia moderna sono strettamente legate al destino e alle fortune della famiglia.

Un aspetto fondamentale del rapporto è il capitolo intitolato “La cultura globale della famiglia”. In questa parte dell’indagine, vengono riportati i risultati principali delle rilevazioni condotte in tutto il mondo in cui il supporto per l’istituzione della famiglia risulta essere molto variegato.

In tutti i paesi esaminati, tranne che in Svezia, uomini e donne concordano sulla necessità di un bambino di avere di una madre ed un padre per crescere felicemente. In tutti i 29 paesi esaminati, la maggioranza degli adulti ritiene che il matrimonio sia ancora rilevante e che l’enfasi sulla vita familiare rappresenti un fattore positivo. Tuttavia, il supporto fornito alla stabilità coniugale è più debole, con adulti relativamente permissivi nei confronti del divorzio. Il significato del matrimonio, tuttavia, varia da paese a paese ed è cambiato nel tempo. In molte nazioni il matrimonio è oggi basato sulla necessità affettiva e di compagnia, in forte contrasto con l’epoca della rivoluzione pre-industriale in cui i matrimonio erano contratti per la sopravvivenza economica. Il rapporto evidenzia, ancora, come il matrimonio continui ad essere visto da molti come il “gold standard” nelle relazioni e come la disposizione ottimale per i figli. Il matrimonio, inoltre, viene visto come un rapporto che non dovrebbe essere facilmente sciolto.

Volendo giungere a delle conclusioni di prima istanza, su cui torneremo con ulteriori approfondimenti, il rapporto indica come, presi nell’ insieme, questi risultati, suggeriscono che nella maggior parte dei paesi del mondo, gli adulti hanno una visione relativamente tradizionale nei confronti della famiglia. Si approva il matrimonio come istituzione e viene richiesta una maggiore enfasi sulla vita familiare. In molti luoghi del mondo, gli adulti sono alle prese con il significato del matrimonio e cioè su cosa significa costruire una famiglia ideale. In molti casi si rileva un orientamento individualista rispetto al matrimonio, approvando la sua cessazione ma, sempre gli adulti, concordano sui benefici di un matrimonio stabile per i figli.

Lo studio in commento lascia comprendere come questi siano i modelli dominanti ma con delle variazioni sulla idea di famiglia nelle varie parti del mondo.

Nel Nordamerica, in Oceania, e in Scandinavia, in genere si rileva una maggiore propensione per un orientamento pessimistico sulle questioni familiari; mentre in Africa, Asia, Medio Oriente e America Latina si rileva una visione più tradizionale e più orientata alla famiglia delle dinamiche relazionali e sociali. Tali differenze possono essere attribuite anche al rapporto con la religione, con lo sviluppo economico, con la cultura e la politica nonché con l’importanza conferita al senso di comunità da parte dell’individuo delle varie ragioni regioni del mondo.

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ZENIT Staff

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