La famiglia è il «buon capitale sociale» italiano

Parola di Zygmunt Bauman, il sociologo della liquidità

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ROMA, sabato, 26 maggio 2012 (ZENIT.org).- «La famiglia italiana è ancora un buon capitale sociale comunitario», mentre «se non facciamo entrare 40 milioni di persone nei prossimi anni in Europa, il nostro continente si dimezzerà». Lo ha affermato questa mattina al Festival Biblico di Vicenza Zygmunt Bauman, il sociologo di Leeds, celebre per la sua definizione di «società liquida».

Intervenuto con una conferenza su «Decodificare il mondo in cui viviamo», Bauman ha affrontato le questioni del disorientamento contemporaneo cercando chiavi di speranza nell’era contemporanea: «Non è possibile essere più felici in comunità chiuse. Ormai siamo interconnessi» e «siamo per forza solidali. Ogni evento ha un impatto su noi».

Di fronte ai timori riguardanti l’immigrazione, Bauman – lui stesso «immigrato» dalla natia Polonia all’Inghilterra – ha affermato: «Quando riusciremo a fondere i nostri orizzonti con gli stranieri allora emergeranno le regole. Così ci si potrà confrontare tra soggetti alla pari».

Il rischio dell’incertezza, secondo il sociologo – intervistato a Vicenza da Riccardo Mazzeo, con lui autore del recente Conversazioni sull’educazione, Erikson -, hanno un ruolo nel causare «la cecità secondaria» quelle «molteplici opinioni che riceviamo anche da internet, dentro le quali non riusciamo più a districarci».

Ce n’è anche per la «liquefazione dei partiti» di fronte alla quale sorge la domanda: «A chi concediamo la nostra fiducia? Senza fiducia siamo insicuri e paurosi». Anche il «valore della solidarietà è in crisi. Se siamo soli in questo mondo fortemente individualizzato, allora accade che siamo persi». Non ci salva il consumismo, accusa Bauman: «Il consumo è attività solitaria, anche se fatto in compagnia. In questo modo nasce un sospetto reciproco e una mancanza di solidarietà».

Ma quale è il grande male dell’Occidente? «Il declino del capitale sociale: abbiamo perso la connessione tra persone e il significato alla vita». Così accade che la speranza – tema del Festival Biblico, «Perché avete paura?« (Mc 4,40) La speranza dalle Scritture – si privatizza: «La natura dei sogni è cambiata: il sogno è diventato privato, io cerco un posto comodo per me e miei cari in un mondo irrimediabilmente non riparabile».

Un’ancora in Italia l’abbiamo, però, sottolinea Bauman, è quel «buon capitale sociale comunitario» che risponde al nome di famiglia. 

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ZENIT Staff

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