La cultura del dono si fa associazione

I membri di Natale 365 considerano ogni giorno un’occasione per ascoltare ed aiutare gli altri

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La più grande e tragica illusione dell’umano è quella di pensare che raggiungerà la felicità, solo preoccupandosi di se stesso. Così diventa sempre più egoista ed accetta una cultura sempre più utilitaristica, in cui tutto, anche le altre persone, devono essere in funzione del proprio piacere e dei propri bisogni.

Ma l’uomo non è certo stato creato  per riflettere sul proprio ombelico. Una vita orientata egoisticamente e narcisisticamente  non porta certo alla felicità, al contrario favorisce delusioni, solitudine , disperazione.

È per questo motivo che anche l’Organizzazione Mondiale della Sanità indica il narcisismo come una patologia.

Quali sono, allora, le ragioni che danno  senso all’umanità? E per che cosa è fatto l’umano?

Tra i tanti che cercano di dare risposte a queste domande c’è l’associazione Natale 365, i cui membri ritengono che siamo fatti per amore, per amare e farci amare. La storia, le esperienze e le testimonianze ci confermano che l’umano raggiunge la felicità, quando pratica la cultura del dono, quando si inginocchia per ascoltare e aiutare gli altri.

Presidente dell’associazione Natale 365 è Santo Rullo, psichiatra già presidente della Società Italiana di Psichiatria Sociale, che si occupa di servizi clinici per il disagio psichico. Nel 2006 ha fondato Villa Letizia, una comunità terapeutica per persone che soffrono di disagio mentale, che adotta un metodo riabilitativo incentrato sullo sport.

Ascolto, attenzione, carità, condivisione, conforto, cura, compassione, consolazione, fratellanza, amicizia, sono tutte parole e azioni in cui si coniuga la cultura del dono.

Solo donando e donandosi ci si realizza veramente, e solo praticando quotidianamente la cultura del dono ci si riempie il cuore.

Ha scritto a tal proposito Claudio Risé, psicoterapeuta e docente di Scienze sociali: “Felicità è donarsi ed accogliere i doni della vita. Il dono è un grande fabbricante di felicità: perché senza dono non c’è amore né dato né ricevuto. E se l’essere umano non ama gli altri, i suoi compagni di avventura nel mondo, non può essere felice”.

Se l’umano non è aperto alla donazione “gli mancherà sempre quella lucentezza nello sguardo, quell’allegra amicizia tra corpo e anima che accompagna la felicità. Che nasce dall’amicizia tra il suo corpo-anima e quello degli altri”.

Non si può amare senza dare e Carl Gustav Jung ha spiegato che si vive di ciò che si dona.

Erich Fromm ha detto: “Non è ricco colui che possiede molto, ma colui che dona molto”.

E Papa Francesco ha ricordato che una volta di fronte al Creatore, Egli ti riconoscerà solo le ricchezze che tu hai condiviso in Terra.

Tutto ciò che non viene donato va perduto, ha scritto Dominique Lapierre.

E Johann Wolfgang von Goethe scrisse: “È lieto soltanto chi può dare”.

Il martire Vladimir Ghika: “Più si dona il proprio cuore, meno ci si impoverisce”.

Il donare implica relazione e quindi amore. Chi è saggio nell’amore non guarda tanto al pregio del dono, quanto all’amore di colui che dona. Ha scritto Thomas da Kempis, autore del libro Imitazione di Cristo.

Il mondo riflette in piccolo l’universo, c’è tanta materia oscura, che è fredda e buia, è egoista e assorbe tutto senza dare niente ma ci sono anche tante stelle che accendono luci, generano calore e donano raggi che illuminano e accendono la vita.

Donare è la più alta espressione della libertà degli umani

Ha scritto Fëdor Dostoevskij: “La libertà, nella sua più alta espressione consiste nel dare tutto e nel servire gli altri. È questa la più elevata manifestazione del libero arbitrio”.

Inoltre la cultura del dono è strettamente connessa alla pratica del perdono, cioè all’agire per dono.

Papa Francesco ha detto che Dio non si stanca mai di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedere la sua misericordia.

E madre Teresa di Calcutta: “Se vuoi veramente amare, devi imparare a perdonare”.

E l’americano Paul Boese ha affermato “Il perdono non cambia il passato, ma allarga il futuro”.

 

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ZENIT Staff

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