Sukau Sabah Malaysia Islam Cemetery

Sukau Sabah Malaysia Islam Cemetery - Wikimedia Commons

La Croce ed il Corano per sconfiggere i fondamentalisti  

Imam, musulmani, sacerdoti e fedeli insieme per evitare la guerra e le violenze. Si rafforza l’alleanza per la Pace

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La violenza sempre più atroce e crudele dei terroristi, i conflitti armati che si combattano in gran parte delle regioni del Medio Oriente, dall’Iraq alla Libia, gli attentati e le bombe che fanno vittime in Africa, in Europa ed anche in qualche regione dell’Asia.
Di fronte a tanto male sembrava non esserci risposta umana se non la guerra.
Invece ieri con 28.000 musulmani che si sono recati alla Messa domenicale in numerose chiese d’Italia e di Francia, cristiani e islamici hanno indicato una via per sconfiggere il fondamentalismo con una prospettiva di pace e collaborazione.
Da ieri, l’utopia, inimmaginabile, di vedere insieme Croce e Corano contro la violenza, è diventata una pratica possibile, l’unica strada per evitare la guerra e costruire la pace e la civile convivenza e collaborazione.
La partecipazione degli Imam e dei musulmani non è stata silenziosa ma aperta e rumorosa. Le dichiarazioni degli islamici che hanno partecipato sono molto di più che un atto coraggioso di condanna del terrorismo.
Abn Al Gaffour, presidente del Co.Re.Is in Italia ha detto “Quell’Allah u Akbar che pronunciano sempre i terroristi, mi ricorda tanto in Gott Mit Uns dei nazisti. Ma non si uccide in nome di Dio”.
Brahim Baya, portavoce dell’associazione islamica delle Alpi, invitato da don Gian Luca Carrega nel santuario della Consolata  ha detto: “porto le nostre più sentite condoglianze per la barbara, disumana uccisione di Padre Jacques Hamel”
“Un selvaggio crimine in netta opposizione a tutti gli insegnamenti dell’Islam” – ha aggiunto – e dopo aver citato tutti i passi del Corano che legano i musulmani ai cristiani ha concluso “Siamo qui oggi per ripudiare ogni violenza in nome di Dio, che è per noi bestemmia contro Dio. Siamo qui per tagliare la strada a chiunque cerchi di spingerci verso lo scontro e la guerra totale, a che cerca di seminare odio e morte”
L’imam Zinarul Haque della comunità bengalese romana, moschea di Boccea, è andato nella Basilica di Santa Croce in Gerusalemme ed ha detto: “Da venticinque anni sono in Italia, ma mi sono reso conto che oggi è la prima volta che entro in una chiesa”
“Ho varcato la soglia –ha aggiunto – e sono vicino al parroco della Basilica, perché è fondamentale andare oltre le parole e presentarsi in carne ed ossa vicino ai nostri fratelli cristiani. Siamo tutti contro questi barbari che minacciano la nostra convivenza come musulmani e come cittadini, ormai anche italiani”.
A Santa Maria in Caravaggio a Milano, presenti tutti gli esponenti della comunità musulmana milanese e lombarda.
Il dott. Mohsen Mouelhi, Vicario generale della Confraternita Jerrahi-Halveti in Italia e Interprete Parlamentare e Ambasciatore di Pace IIPC, ha affermato : “Chi uccide in nome di Dio è un bugiardo, perché Dio se vuole, può farlo benissimo da solo …”
E l’imam Muhyiddin Gabrile Bottiglioni, presente nella stessa chiesa con la moglie non velata ed il figlio appena nato, dopo aver citato la Sura 5, versetto 48 del Corano ha detto “Un fraterno saluto nel nome del Dio unico  a cui tutti noi ci rivolgiamo e per il quale, come dice il Sacro Corano dobbiamo gareggiare nelle buone opere”.
Lo stesso Imam ha ricordato le parole di Papa Francesco per invitare ad un autentico sforzo spirituale nello spirito di un riconoscimento reciproco e di una coesistenza pacifica.
“Uniti nella preghiera – ha concluso – auspichiamo vivamente che questa vicinanza possa trovare nuovi germogli con l’entusiasmo delle nuove generazioni”.
A San Salvario a Torino nella Chiesa dei Santi Pietro e Paolo, Mohammed Shahin, imam della vicina moschea di via Saluzzo, ha sostenuto “Le religioni non hanno nulla a che spartire con chi uccide, i terroristi hanno anche osato colpire la città del Profeta pochi giorni fa, non guardano in faccia nessuno,, capaci di qualsiasi orrore”.
A Brescia Ahmed El Balazi, imam di Vorbano ha definito i terroristi “criminali e falliti. Questa gente sporca la nostra religione”.

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ZENIT Staff

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