La crescita economica dell'Africa (Prima parte)

Tutto cresce nel continente africano, bisogna però vedere come evitare i rischi dell’utilitarismo e della disuguaglianza

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Il grande pubblico conosce il continente africano solo per la povertà, le epidemie e le guerre; mentre secondo molti studi internazionali l’Africa è il continente con le potenzialità di sviluppo più grandi. Dove molto è già accaduto, ma altrettanto deve ancora avvenire.

Se ne sono accorti in tanti fuori dall’Italia, la Cina per prima. I cinesi sono stati seguiti dalle multinazionali occidentali dell’agroalimentare e delle telecomunicazioni, le banche d’investimento, le major petrolifere, i grandi player delle costruzioni e delle infrastrutture. 

Tra le prime banche d’investimento sbarcate in Africa è stata la russa, Renaissance capital, la quale dal 2005 ad oggi ha aperto sette modernissimi uffici in altrettante capitali dello sviluppo africano – Accra, Harare, Johannesburg, Lagos, Lubumbashi, Lusaka, Nairobi – investendo oltre 1 miliardo di dollari e assumendo 180 persone che lavorano in loco.

La nuova primavera africana è confermata dai report delle banche d’affari e degli istituti di ricerca che indicano nell’Africa il nuovo continente per rimettere in moto l’inceppata economia globale.

Secondo il Fmi (Fondo Monetario Internazionale), l’area subsahariana vedrà crescere il Pil fino a quasi il 7%, e la Nigeria sarà presto una locomotiva, mentre i BRICS (ossia Brasile, Russia, India, Cina, Sudafrica) stanno dislocando e investendo sempre di più in Africa.

Ma dietro queste cifre si nascondono le stesse contraddizioni del capitalismo finanziario, e dell’utilitarismo, perché all’aumento del Pil spesso corrisponde una cattiva distribuzione delle risorse.

Per il rapporto della Banca Mondiale Africa’s Pulse in cui si analizza lo stato dell’economia della regione a sud del Sahara, la regione conoscerà una delle maggiori crescite al mondo.

Nel 2012, circa un quarto dei paesi africani è cresciuto del 7% e un certo numero di paesi – in particolare Sierra Leone, Niger, Costa d’Avorio, Liberia, Etiopia, Burkina Faso e Ruanda – figurano tra quelli con la più rapida crescita al mondo .

Lo studio della Banca Mondiale prevede che, a medio termine, le prospettive di crescita rimangano forti e siano rinvigorite e sostenute da un’economia mondiale in graduale miglioramento.

Si prevede che con prezzi delle materie prime costantemente elevati ci saranno maggiori investimenti in infrastrutture regionali, con relativa crescita del commercio e del business.

Solo da un punto di vista energetico in Africa c’è il 10% delle riserve mondiali di petrolio, e l’8% di quelle di gas.

Secondo lo studio della banca mondiale gli elementi positivi che delineano un futuro di crescita per le economie africane sono: le ricchezze minerarie e la crescita del consumo interno, oltre all’aumento degli investimenti privati.

Le recenti scoperte di petrolio, gas naturale, rame e altri minerali strategici. L’apertura e l’espansione di nuove miniere in Mozambico, Niger, Sierra Leone e Zambia, insieme a una migliore governance politica ed economica, stanno sostenendo una solida crescita economica in tutto il continente.

Guardando al futuro, si prevede che entro il 2020, solo quattro o cinque paesi della regione non saranno coinvolti in uno sfruttamento minerale di qualche tipo, tale è l’abbondanza in Africa di risorse naturali.

La Banca Mondiale afferma che, date le notevoli quantità di nuove entrate derivanti da minerali che si registreranno in tutta la regione, i  paesi africani ricchi di risorse dovranno investire con attenzione e coscienza questi guadagni per migliorare le condizioni sanitarie, l’istruzione e l’occupazione per le loro popolazioni  e ottimizzare le prospettive di sviluppo.

Inoltre, secondo le stime dell’Fmi, dal 2013 al 2016, l’Africa potrebbe accogliere il 30% degli investimenti pari a circa 50 miliardi di euro. 

Sempre secondo la Banca Mondiale tra il 2005 e il 2010, sette Paesi africani  sono entrati tra le dieci economie in più rapida espansione, ed entro il 2040 la popolazione di giovani in Africa diventerà la più grande forza lavoro al mondo, sorpassando la Cina entro il 2030 e l’India entro il 2040. 

La crescente massa monetaria fa aumentare i consumi che favoriscono lo sviluppo del Continente.

La mancanza di telefonia fissa fa sì che si registra un boom del settore Ict (Information and Communication Technology). La telefonia mobile serve 700 milioni di utenti su una popolazione di più di un miliardo di persone.

Nella telefonia mobile, l’Africa è il secondo mercato in più rapida espansione al mondo. Il primo è l’Asia.

Notizie positive vengono anche dal mondo delle esportazioni.

Le esportazioni di macchine e attrezzature per costruzioni verso i mercati subsahariani, che nel 2012 rappresentavano il 6% delle esportazioni mondiali di settore, sono cresciute del 26% nei primi sei mesi del 2013, e sono più che raddoppiate le macchine esportate verso il Sudafrica (110%).

Secondo i dati contenuti  nel “Monitor commercio estero” del Construction equipment outlook realizzato da Unacea (Unione Nazionale Aziende Construction Equipment & Attachments) e Prometeia, le esportazioni a livello mondiale di macchine per costruzioni hanno raggiunto nei primi sei mesi dell’anno la cifra di 1.226 milioni di euro, cedendo il 7,7% rispetto allo stesso periodo del 2012.

Nel dettaglio, la perdita più consistente interessa le macchine e le attrezzature per il movimento terra (-22%), calano anche le macchine stradali (-4,9%). Risultano invece in crescita le esportazioni di gru a torre (18,2%), di macchine per la perforazione (7,6%) e macchine per la preparazione degli inerti (1,7%). Stabile l’export dei macchinari per il calcestruzzo (0,6%). 

(La seconda parte segue domani, giovedì 26 settembre)

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Carmine Tabarro

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