"La coscienza e le leggi", un incontro con il filosofo Remo Bodei

La coscienza individuale messa al centro dal cristianesimo e dall’ebraismo

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Si è aperta con la citazione di Sant’Agostino: “Una volta tolta di mezzo la giustizia, che cosa sono gli Stati se non delle grandi ruberie?”, e si è chiusa con quella di Solone: “Le leggi sono come le ragnatele, i grandi le strappano ed i piccoli ne rimangono impigliati”, la lezione tenuta dal professor Remo Bodei, lo scorso martedì 3 marzo, presso la Sala Santa Rita di Roma su “Etica e Filosofia”. L’incontro è stato organizzato dall’Associazione Culturale “Vivere con Filosofia” nell’ambito della settima rassegna intitolata “Ethos”.

In un viaggio nel tempo che, partendo dalla cultura greca è arrivato sino al ‘900 con le citazioni di Luigi Einaudi (“L’anarchia degli spiriti sotto la sovranità delle leggi”) e la lettura di un dialogo tra don Mariano ed il capitano Bellodi estratto da Il giorno della civetta di Leonardo Sciascia, il filosofo Bodei – docente presso l’Università degli studi di Los Angeles – ha calamitato l’attenzione dei molti partecipanti rispondendo alla fine anche ad alcune domande.

Ha poisottolineato come le grandi religioni monoteiste, cristianesimo ed ebraismo in questo caso, hanno fatto emergere la coscienza individuale, quella coscienza intesa come “conoscere insieme agli altri”; inoltre, ha fatto riferimento al pensiero di Hegel, che ha individuato l’apice della solitudine umana di fronte alla drammaticità delle scelte da compiere, nella scena di Gesù sul Monte degli Ulivi, quando, al cospetto del demonio, è circondato dai discepoli dormienti, ovvero da una comunità che non partecipa alla sua sofferenza.

Attorno a questa riflessione, vi è stato nella parte iniziale il riferimento di Bodei a Socrate, il quale preferisce subire una ingiustizia piuttosto che commetterla e all’Antigone di Sofocle. Il valore del diritto naturale, impone ad Antigone di dare sepoltura a suo fratello anche se considerato un traditore dalla comunità (la questione della sepoltura dei nemici, riportata da Sofocle, era un tema attuale nel dibattito dell’epoca).

Nella parte conclusiva, le riflessioni del professore si sono soffermate sul secondo dopoguerra repubblicano, quando emersero alcune grandi questioni sociali, come, ad esempio, quelle legate al valore della obiezione di coscienza, in materie quali il servizio militare di leva oppure l’aborto.

Il punto di equilibrio, ha sostenuto Bodei, è quello di creare delle leggi che riconoscano la libertà dei singoli, in maniera tale da evitare sia la consolazione di leggi morali che comunque non penetrano la maggioranza degli uomini, sia una coscienza maggioritaria che può portare all’uniformità.

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Antonio D'Angiò

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