La corona d'Avvento va incensata?

Più che un oggetto liturgico vero e proprio, essa è l’espressione di una devozione popolare

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La domanda alla quale risponde oggi nella sua consueta rubrica di liturgia padre Edward McNamara LC, professore di Liturgia e decano di Teologia presso l’Ateneo Pontificio Regina Apostolorum di Roma, è stata posta da un nostro lettore in Belgio.

All’inizio della Messa, la corona d’Avvento va incensata nello stesso modo che il cero pasquale durante il tempo pasquale? E il presepe (durante il periodo natalizio)? — T.D., Leuven, Belgio

Le norme relative all’incensazione si trovano principalmente nell’Ordinamento Generale del Messale Romano (OGMR) e nel Cerimoniale dei Vescovi. Ecco cosa afferma il primo documento:

“L’incensazione

“276. L’incensazione esprime riverenza e preghiera, come è indicato nella Sacra Scrittura (Cfr. Sal 140,2; Ap 8,3).

“L’uso dell’incenso in qualsiasi forma di Messa è facoltativo:

“a) durante la processione d’ingresso;

“b) all’inizio della Messa, per incensare la croce e l’altare;

“c) alla processione e alla proclamazione del Vangelo;

“d) quando sono stati posti sull’altare il pane e il calice, per incensare le offerte, la croce e l’altare, il sacerdote e il popolo;

“e) alla presentazione dell’ostia e del calice dopo la consacrazione.

“277. Il sacerdote, quandomette l’incenso nel turibolo, lo benedice tracciando un segno di croce, senza dire nulla.

“Prima e dopo l’incensazione si fa un profondo inchino alla persona o alla cosa che viene incensata, non però all’altare e alle offerte per il sacrificio della Messa.

“Con tre colpi del turibolo si incensano: il SS. Sacramento, la reliquia della santa Croce e le immagini del Signore esposte alla pubblica venerazione, le offerte per il sacrificio della Messa, la croce dell’altare, l’Evangeliario, il cero pasquale, il sacerdote e il popolo.

“Con due colpi si incensano le reliquie e le immagini dei Santi esposte alla pubblica venerazione, unicamente all’inizio della celebrazione, quando si incensa l’altare.

“L’altare si incensa con singoli colpi in questo modo:

“a) Se l’altare è separato dalla parete, il sacerdote lo incensa girandogli intorno;

“b) Se invecel’altare è addossato alla parete, il sacerdote lo incensa passando prima la parte destra dell’altare, poi la sinistra.

“La croce, se è sopra l’altare o accanto ad esso, viene incensata prima dell’altare; altrimenti quando il sacerdote le passa davanti.

“Il sacerdote incensa le offerte prima dell’incensazione della croce e dell’altare con tre colpi di turibolo, oppure facendo col turibolo il segno di croce sopra le offerte.”

Anche se nel Libro delle Benedizioni statunitense è presente un rito di benedizione per la corona d’Avvento, non menziona l’incensazione della stessa. Questa benedizione della corona è del resto una particolarità tutta americana e non figura nel Libro delle Benedizioni di Paesi come l’Italia.

Da questo si può dunque dedurre che la corona d’Avvento non viene incensata nello stesso modo del cero pasquale. Infatti, non è una reliquia né una immagine sacra, e neppure un oggetto liturgico vero e proprio, ma piuttosto è l’espressione di una devozione popolare.

Il cero pasquale è oggetto di particolare venerazione perché è un tradizionale e antico simbolo di Cristo Risorto. Si potrebbe argomentare che – in un certo modo – la corona d’Avvento simboleggia Cristo che sta per venire al mondo, ma comunque si tratta di una usanza relativamente recente e neppure diffusa in tutta la Chiesa universale. Il fatto però che la corona non viene incensata non sminuisce in alcun modo la sua utilità nella preparazione spirituale al Natale.

Una rappresentazione della Natività o almeno un’effigie di Gesù Bambino, collocate nel presbiterio, potrebbero entrare nella categoria delle “immagini dei Santi esposte alla pubblica venerazione”, menzionate nel n. 277 e, quindi, essere incensate.

Va ricordato, però, che diverse linee guida della Chiesa sconsigliano l’allestimento del presepe nel presbiterio e, soprattutto, il presepe non dovrebbe mai essere un ostacolo alla degna celebrazione della liturgia. La Conferenza Episcopale degli Stati Uniti dice ad esempio nel documento Built of Living Stones al n. 124:

“Gli schemi per le decorazioni stagionali dovrebbero includere altre aree oltre il presbiterio. Le decorazioni servono ad avvicinare la gente alla vera natura del mistero che viene celebrato, piuttosto che essere fini a se stessi. Fiori freschi, piante, corone e tendaggi, e altri oggetti stagionali possono essere sistemati per accrescere i principali punti focali della liturgia. L’altare deve rimanere sgombro e libero, non circondato da grandi decorazioni floreali o dal presepe, e i percorsi nel nartece, navata centrale e presbiterio devono rimanere sgombri”.

Se, come è abitudine in molte chiese, il presepe è allestito al di fuori dall’area del presbiterio, non c’è bisogno di lasciare il presbiterio per incensarlo.

[Traduzione dall’inglese a cura di Paul De Maeyer]

***

I lettori possono inviare domande all’indirizzo liturgia.zenit@zenit.org. Si chiede gentilmente di menzionare la parola “Liturgia” nel campo dell’oggetto. Il testo dovrebbe includere le iniziali, il nome della città e stato, provincia o nazione. Padre McNamara potrà rispondere solo ad una piccola selezione delle numerosissime domande che ci pervengono.

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Fr. Edward McNamara

Padre Edward McNamara, L.C., è professore di Teologia e direttore spirituale

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