La coreana Ri Hyon-ok, una “martire” dell’apostolato biblico

Mons. Vincenzo Paglia ricorda la testimonianza straordinaria di questa donna

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ROMA, venerdì, 31 luglio 2009 (ZENIT.org).- La coreana Ri Hyon-ok e la sua famiglia sono un modello di impegno nella diffusione della Parola di Dio e nell’apostolato biblico.

E’ quanto scrive in una lettera mons. Vincenzo Paglia, Vescovo di Terni e Presidente della Federazione Biblica Cattolica, in merito a quanto accaduto in Corea del Nord, il 16 giugno scorso, quando la signora Ri Hyon-ok, di 33 anni, sposata e madre di tre figli è stata giustiziata dal regime con l’accusa di aver “distribuito Bibbie” (cfr. ZENIT, 27 luglio 2009).

Il marito e i tre figli, il giorno dopo l’esecuzione, si troverebbero ora rinchiusi in un campo di detenzione vicino alla città di Hoeryong presso la frontiera con la Cina.

“Cari amici, questa donna oggi sta davanti a tutti noi come una ‘martire’ dell’apostolato biblico. Lei è morta per donare la Bibbia”, si legge nella lettera resa nota il 29 luglio dalla segreteria della Federazione Biblica Cattolica.

“E’ un esempio per noi che – come scrive la Lettera agli Ebrei – ‘non abbiamo resistito sino al sangue’ (cfr Eb 12, 4)”, continua il presule.

“Ho sentito il bisogno di comunicarvi questa testimonianza perché ci aiuta a riscoprire quella forza interiore che sola può sostenere il nostro lavoro – scrive mons. Paglia – . Negli anni passati altri due cristiani sono stati uccisi perché distribuivano Sacre Scritture, uno in Turchia e l’altro a Gaza”.

“Certo, possiamo domandarci: quale minaccia rappresenta una Bibbia? Eppure la Bibbia rappresenta una parola diversa che sgretola ogni totalitarismo”.

“Cari amici, il martirio di Ri Hyon-ok ci rafforzi nella fede”, conclude poi.

 

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ZENIT Staff

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