La Comunità di Sant'Egidio fa memoria dei "nuovi martiri"

Domani a Santa Maria in Trastevere, la celebrazione ecumenica presieduta da monsignor Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede

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Come ogni anno, nel cuore della Settimana Santa,  la Comunità di Sant’Egidio fa memoria della testimonianza di tanti cristiani che in numerosi luoghi del mondo sono fatti oggetto di persecuzioni, discriminazioni, privazione della libertà religiosa e finanche della vita. Lo fa ricordando le vittime e ripetendo le parole di papa Francesco: “Oggi, nel secolo XXI, la nostra Chiesa è una Chiesa di martiri”. Lo è stata in particolare, negli scorsi mesi, in Pakistan, in Nigeria, in Medio Oriente e in altri luoghi.

Sono paesi in cui la testimonianza disarmata e non violenta dei cristiani costituisce uno scandalo dinanzi alla violenza, alla corruzione, al terrore. Sono luoghi dove si muore perché si va a messa, dove chiese e scuole cristiane vengono bruciate, dove si è minacciati, intimiditi o uccisi perché si educano i giovani e si strappano alle bande criminali.

I testimoni della fede del XXI secolo sono donne e uomini che ci mostrano la forza di resistenza al male fino al dono della vita; cristiani che hanno ripetuto la testimonianza degli apostoli: “Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato”.

La Comunità di Sant’Egidio li ricorda con preghiere ecumeniche, a cui parteciperanno rappresentanti delle Chiese e delle Comunità cristiane di ogni confessione. A Roma, domani, martedì 31 marzo, alle 17.45, nella Basilica di Santa Maria in Trastevere, la celebrazione sarà presieduta mons. Paul Richard Gallagher, Segretario per i Rapporti con gli Stati della Santa Sede.

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ZENIT Staff

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