La collocazione dell'Evangeliario

Esiste un luogo alternativo all’ambone in cui deporre il libro dei Vangeli?

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Gent.mo padre Edward McNamara, complimenti per la profondità e per la precisione con cui lei risponde ai quesiti. Desidero rivolgerle una domanda sull’uso dell’Evangeliario. L’Ordinamento Generale del Messale Romano scrive al n.117: “Sopra l’altare si può collocare l’Evangeliario, distinto dal libro delle altre letture, a meno che non venga portato nella processione d’ingresso.” Le chiedo: è possibile qualche volta preparare l’Evangeliario su un leggio in un luogo della chiesa, come in una cappella laterale o all’ingresso della chiesa oppure al centro della navata centrale, dall’inizio della celebrazione eucaristica e prendere il libro dei Vangeli al canto dell’Alleluia per portarlo all’ambone per la proclamazione? La ringrazio in anticipo della sua risposta che terrò in considerazione per lo svolgimento delle celebrazioni nella comunità parrocchiale dove svolgo con gioia il mio ministero di parroco. — Don G. N., Napoli, Italia.

Oltre al n° 117 l’Evangeliario è menzionato in alcuni altri numeri dell’Ordinamento Generale del Messale Romano. Quelli principali sono:

“44.Fra i gesti sono comprese anche le azioni e le processioni: quella del sacerdote che, insieme al diacono e ai ministri, si reca all’altare; quella del diacono che porta all’ambone l’Evangeliario o il Libro dei Vangeli prima della proclamazione del Vangelo […].

“60.La lettura del Vangelo costituisce il culmine della Liturgia della Parola. La stessa Liturgia insegna che si deve dare ad essa massima venerazione, poiché la distingue dalle altre letture con particolare onore: sia da parte del ministro incaricato di proclamarla, che si prepara con la benedizione o con la preghiera; sia da parte dei fedeli, i quali con le acclamazioni riconoscono e professano che Cristo è presente e parla a loro, e ascoltano la lettura stando in piedi; sia per mezzo dei segni di venerazione che si rendono all’Evangeliario.  

“119. […] Quando si fa la processione d’ingresso, vengano preparati anche l’Evangeliario […].

“120. Quando il popolo è radunato, il sacerdote e i ministri, rivestiti delle vesti sacre, si avviano all’altare, in quest’ordine: […] il lettore [o il diacono, se presente. Cfr. OGMR n° 172], che può portare l’Evangeliario un po’ elevato, ma non il Lezionario […]. 

“122. […] è bene che l’Evangeliario sia collocato sull’altare. 

“133. Poi, se l’Evangeliario è sull’altare, lo prende e, preceduto da ministri laici, che possono portare il turibolo e i ceri, si reca all’ambone, tenendo un po’ elevato l’Evangeliario. I presenti si rivolgono verso l’ambone, per manifestare una particolare riverenza al Vangelo di Cristo. 

“173.Il diaconose porta l’Evangeliario, quando è giunto all’altare, vi si accosta, omettendo la reverenza. Quindi, deposto l’Evangeliario sull’altare, insieme con il sacerdote venera l’altare con il bacio. […].

“175.[…] Poi, fatta la debita riverenza all’altare, prende l’Evangeliario che vi è stato collocato sopra e va all’ambone, portando il libro un po’ elevato; lo precedono il turiferario con il turibolo fumigante e i ministri con i ceri accesi. Qui saluta il popolo dicendo, a mani giunte, Il Signore sia con voi, quindi, alle parole Dal Vangelo secondo N., con il pollice segna il libro e poi se stesso sulla fronte, sulla bocca e sul petto, incensa il libro e proclama il Vangelo. Terminata la lettura, acclama: Parola del Signore; tutti rispondono: Lode a te, o CristoQuindi venera il libro con il bacio, dicendo sottovoce: La parola del Vangelo, e ritorna presso il sacerdote.”

Ai n° 273 e 277 l’OGMR menziona anche la speciale venerazione riservata all’Evangeliario, espressa con il bacio e l’incensazione.  

Da questi brani emerge chiaramente che la situazione presa in considerazione dal nostro lettore non è prevista nei libri liturgici. È vero che le norme affermano che deporre l’Evangeliario sull’altare è “encomiabile” o “particolarmente appropriato”, ma questo linguaggio non costituisce alcun obbligo vero e proprio. Del resto, le norme non indicano alcuna ubicazione alternativa, cioè diversa dall’ambone, per deporre l’Evangeliario, e questo esclude quindi la processione. 

Infatti l’unica processione prevista è quella che consiste nel prendere il libro sull’altare e portarlo all’ambone. Nessun altra processione sembra opportuna.  

Forse vale la pena di riflettere sul significato del gesto di deporre l’Evangeliario sull’altare.  

Nel rito latino l’altare è il centro principale e il punto focale della celebrazione, come afferma con chiarezza il n° 306 dell’OGMR:  

“306. Infatti sopra la mensa dell’altare possono disporsi solo le cose richieste per la celebrazione della Messa: l’Evangeliario dall’inizio della celebrazione fino alla proclamazione del Vangelo; il calice con la patena, la pisside, se è necessaria, il corporale, il purificatoio, la palla e il Messale, siano disposti sulla mensa solo dal momento della presentazione dei doni fino alla purificazione dei vasi.

Si collochi pure in modo discreto ciò che può essere necessario per amplificare la voce del sacerdote.”

Cioè, nel contesto della Messa, deporre sull’altare l’Evangeliario è un segno di massima venerazione. Anche se il libro dovesse essere esposto su un leggio particolare in un luogo della chiesa – come suggerisce il nostro lettore – significherebbe comunque sminuire, invece di accrescere, la particolare riverenza dovuta al testo sacro.  

Organizzare una processione da questo luogo alternativo all’ambone in qualche modo ridurrebbe e indebolirebbe inoltre il rapporto intimo tra Vangelo e Eucaristia, simboleggiato dal deporre l’Evangeliario sulla mensa dell’altare e prenderlo da lì per portarlo all’ambone. 

Quindi non credo che il suggerimento del nostro lettore di collocare l’Evangeliario in un luogo visibile prima della Messa sia liturgicamente accettabile.  

Detto questo, non sembra essere contro le norme liturgiche di avere un posto visibile “appropriato e dignitoso” per l’Evangeliario dopo la proclamazione della Parola di Dio. Questo potrebbe avvenire in maniera riverente, ma senza eccessiva solennità.  

Infine, in alcune chiese si sta diffondendo la consuetudine di riservare un luogo permanente per venerare la Parola di Dio, sia i Vangeli che l’intera Bibbia. Anche se questa usanza è di origine protestante, non c’è alcun motivo per cui non possa essere adottata nelle chiese cattoliche come strumento per promuovere la lettura e la meditazione sul testo sacro.  

In questo modo i cattolici ottengono il meglio di entrambi i mondi. Infatti, non solo possiamo leggere il libro ma dopo possiamo anche passare dal tabernacolo per fare una chiacchierata con l’autore.

(Traduzione dall’inglese a cura di Paul De Maeyer)

***

I lettori possono inviare domande all’indirizzo liturgia.zenit@zenit.org. Si chiede gentilmente di menzionare la parola “Liturgia” nel campo dell’oggetto. Il testo dovrebbe includere le iniziali, il nome della città e stato, provincia o nazione. Padre McNamara potrà rispondere solo ad una piccola selezione delle numerosissime domande che ci pervengono.

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Fr. Edward McNamara

Padre Edward McNamara, L.C., è professore di Teologia e direttore spirituale

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