Cardinal Peter Turkson during the presentation of reflexion about miners work in de world

Foto @ ZENIT (archivio)

La Chiesa vicina alle sofferenze delle comunità minerarie

Il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace annuncia un incontro internazionale su tema per il prossimo settembre

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L’attività mineraria continua ad annoverarsi tra i “mestieri usuranti” in gran parte del mondo. In particolare in America Latina, Africa ed Asia, le attività estrattive sono portate avanti secondo criteri che violano palesemente non solo le più elementari norme di sicurezza ma anche i la dignità e i diritti umani fondamentali.

Con il risultato che il profitto – a beneficio di pochissimi – è proporzionalmente ben inferiore alle esternalità e ai danni prodotti sull’ambiente e, conseguentemente, sulla popolazione.

È per questo motivo che la Santa Sede ha deciso di “ascoltare il grido” dei popoli senza voce e, attraverso il Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace, ha annunciato un congresso internazionale presso il Salesianum, in programma dal 17 al 19 settembre prossimi, sul tema Una giornata di riflessione – Uniti a Dio ascoltiamo un grido.

Come ricordato stamattina in Sala Stampa Vaticana, dal presidente del dicastero di Giustizia e Pace, il cardinale Peter Kodwo Appiah Turkson, l’evento ha già un precedente dal titolo Mining for the Common Good  (27 settembre 2013), mentre all’appuntamento del settembre, avrà grande forza trainante l’enciclica Laudato si’, dove papa Francesco esorta ad ascoltare “il grido dei poveri” (n° 49), particolarmente vivo in quelle regioni della terra dove si estraggono minerali.

La Chiesa ha sottolineato il porporato, segue da anni tale problematica sociale, mentre, a livello nazionale, sono numerosi “i documenti delle Conferenze Episcopali che “denunciano la violazione dei diritti umani, l’illegalità, la violenza e lo sfruttamento dei giacimenti in modo inquinante o problematico per la sicurezza alimentare locale”.

A livello internazionale, sono invece attivi, in questo campo, soggetti come le reti di francescani, il CISDE o la Caritas.

Al congresso di settembre, quindi, il Pontificio Consiglio di Giustizia e Pace darà voce a “situazioni che non sono rappresentate, che spesso sfuggono all’occhio degli esperti e dei commentatori”.

Molti dei testimoni convocati “hanno ricevuto pressioni e intimidazioni negli ultimi giorni, per esempio dopo aver richiesto un passaporto”, mentre molte altre persone coinvolte in vicende simili sono state oggetto “di minaccia, violenze e uccisioni, di rappresaglie, di compensazioni mai arrivate e di promesse mai tenute”.

Responsabili di tali ingiustizie, ha denunciato il cardinale, sono spesso “gli investitori, imprenditori, politici e governanti dei Paesi dove si trovano i giacimenti oppure dei Paesi dove risiedono i quartieri generali delle multinazionali minerarie”.

Alla cconferenza stampa, sono intervenuti alcuni testimoni dei drammi legati alle attività estrattive, tra cui un missionario comboniano in Brasile, padre Dario Bossi, che ha evidenziato il dramma di quelle comunità che, all’atto di denunciare crimini dovuti alla corruzione, all’inquinamento e alle violazioni dei diritti umani, si ritrovano perseguitate e oppresse dai potenti di turno.

Padre Bossi ha quindi riportato le parole di Alaide Abreu da Silva, leader di una delle comunità colpite dalle attività minerarie nello stato del Maranhão: “Solo nella nostra regione di Carajás, nel nord del Brasile, abbiamo avuto negli ultimi tre anni 26 conflitti aperti tra l’impresa mineraria Vale e le comunità locali”.

Con il risultato che “l’impresa da aggressore diventa vittima, come se le nostre comunità disturbassero i suoi progetti e pregiudicassero i suoi guadagni”.

La Chiesa, da parte sua, intende contribuire al “rispetto dei diritti delle comunità da parte delle imprese”, assieme alla “autodeterminazione delle comunità, e l’avvio di un processo verso un consenso libero e informato delle comunità, sancito dal diritto internazionale”, ha aggiunto il comboniano.

Sempre dal Brasile, arriva la testimonianza di Patricia Generoso Thomas, nella cui città, Conceicao do Mato Dentro, l’industria estrattiva ha seriamente contaminato le falde acquifere locali, costringendo molte famiglie a “ritirarsi dai luoghi in cui vivevano da varie generazioni per lasciare posto alle cave minerarie e a laghi artificiali con gli scarti del processo di estrazione”.

Altri residenti, ha affermato la donna, “devono convivere quotidianamente con l’aggressione ambientale e hanno sofferto alterazioni violente del loro stile di vita, della loro tranquillità e buon vivere”.

Juan Guillermo Peñaloza Sierra, proveniente dalla diocesi di Copiapó, in Cile, ha denunciato le “minacce”, le “intimidazioni” e talora persino le “uccisioni” da parte delle aziende “contro i leader che rappresentano le comunità e le persone che difendono l’ambiente, il Creato e i diritti umani”.

La testimonianza più drammatica è stata tuttavia quella di Héritier Wembo Nyama, giovane padre di famiglia della Repubblica Democratica del Congo, il cui villaggio di origine è stato distrutto per iniziativa di una multinazionale impegnata nell’estrazione di metalli.

Nyama si è unito quindi ad un gruppo di cittadini, rivendicando “uno spazio per poter continuare a lavorare, per nutrirci, per pagare gli studi dei nostri bambini”.

Quando la proposta fu rifiutata dalle autorità, Héritier, assieme ad altri, passò alle manifestazioni di protesta, bloccando anche una strada e incendiando pneumatici”.

Catturato dai militari, il giovane è stato gettato tra le fiamme, riportandone serissime ustioni al braccio, alla schiena e ad altre parti del corpo.</p>

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Luca Marcolivio

Roma, Italia Laurea in Scienze Politiche. Diploma di Specializzazione in Giornalismo. La Provincia Pavese. Radiocor - Il Sole 24 Ore. Il Giornale di Ostia. Ostia Oggi. Ostia Città (direttore). Eur Oggi. Messa e Meditazione. Sacerdos. Destra Italiana. Corrispondenza Romana. Radici Cristiane. Agenzia Sanitaria Italiana. L'Ottimista (direttore). Santini da Collezione (Hachette). I Santini della Madonna di Lourdes (McKay). Contro Garibaldi. Quello che a scuola non vi hanno raccontato (Vallecchi).

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