La Chiesa mediatrice di pace

Un frate racconta lo scenario del Bissau dopo il golpe militare del 12 aprile scorso

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di Donata Fontana

ROMA, giovedì, 26 aprile 2012 (ZENIT.org) – “Un vero e proprio sconvolgimento sociale e politico, a cui la Chiesa locale ha risposto in maniera sempre attenta e presente”. Così il parroco della Cattedrale di Bissau, frate Michael Daniels *, OFM – in un intervento esclusivo pubblicato sul sito web dell’Osservatorio Internazionale “Card. Van Thuân” – descrive lo scenario interno al Paese in occasione delle elezioni presidenziali e in seguito al recente colpo di Stato.

A seguito, infatti, del golpe militare del 12 aprile scorso – che ha visto l’arresto da parte dei militari di Carlos Gomes Jr, il candidato favorito in corsa per le elezioni presidenziali imminenti, e del Presidente ad interim Raimundo Pereira – l’Unione Africana (UA) ha sospeso con effetto immediato Bissau da tutte le attività interne all’UA, prospettando l’applicazione di considerevoli sanzioni se l’ordine costituzionale non sarà al più presto ristabilito.

La Guinea Bissau è stata chiamata al voto dopo la morte del Presidente Malam Bacai Sanhá a seguito di malattia nel gennaio scorso. I retroscena di queste elezioni si sono mostrati fumosi e preoccupanti fin dall’inizio: «Già fin dalla presentazione dei candidati – racconta frate Michael – e durante la verifica dei requisiti loro necessari, vi erano state contestazioni di incostituzionalità attribuite al Primo Ministro candidatosi”.

Ad appesantire il clima anche l’ombra della missione militare angolana presente in Guinea, in seguito ad un accordo stipulato proprio dal Primo Ministro con lo Stato angolano. Un accordo “che conteneva una parte segreta e sconosciuta allo stesso Parlamento e popolo della Guinea, militari compresi”.

Alcune frange delle forze armate sono state, infatti, protagoniste di episodi di rivolta, più o meno violenta, già nei mesi precedenti al primo turno di votazioni, in un clima sostanzialmente teso ma pacifico, il 18 marzo scorso. “E’ inutile negare che qualcosa si stava muovendo nell’aria – ha proseguito il frate – tanto da influire sull’esito della prima sessione elettorale”. Già nello scorso dicembre, per esempio, si era verificato il tentativo, poi fallito e negato dal Governo stesso, di alcuni soldati di impadronirsi del potere.

All’indomani degli scrutini del primo turno, i primi cinque candidati risultati perdenti hanno denunciato irregolarità nelle votazioni e nei conteggi, guidati in questa protesta da Yala, che ha minacciato di non presentarsi al ballottaggio invitando i compaesani a boicottare il voto.

Nonostante le numerose prove presentate, la richiesta di annullare i risultati e ripetere le votazioni non è stata accettata dal Comitè Nazionale Elettorale (Desejado Lima da Costa) e dalla Corte Suprema (Maria do Céu): “Per gli osservatori africani e internazionali – riferisce frate Michael – le elezioni si sono sostanzialmente svolte in modo ‘libero, trasparente, regolare e giusto’ “.

Per riportare il processo elettorale in un clima di legalità e trasparenza, nelle scorse settimane la Comunità Economica degli Stati dell’Africa Occidentale (CEDEAO) ha convocato un vertice diplomatico proprio per scongiurare lo scoppio di eventuali colpi di stato.

Eppure, a pochi giorni dalla seconda tornata elettorale, il clima sociale e politico si è infuocato, registrando il violento episodio del golpe militare di giovedì. Il panorama che si prospetta è delicato e allarmante allo stesso tempo, come dimostra anche l’attenzione preoccupata delle Nazioni Unite per la situazione della Guinea Bissau. Anche il Portogallo – dal quale la Guinea Bissau ha ottenuto l’indipendenza nel ’74 – monitora la situazione, assicurando un pronto intervento militare qualora la situazione degeneri ulteriormente.

Con un messaggio diretto a tutti i fedeli, informa frate Michael, i Vescovi del Paese hanno denunciato “questa opzione militare e tutte le forme di violenza intraprese per risolvere i nostri problemi” insistendo sulla strada della diplomazia, del dialogo di pace e del rispetto delle istituzioni democraticamente elette.

I Vescovi si sono rivolti alla Nazione “toccando alcuni punti che vedono all’origine di tutto questo la corruzione morale e l’abdicazione dell’uso della coscienza in favore di un potere strumentale a fini propri o di piccoli gruppi, ma non di tutto il popolo guineense. Non si può avere sviluppo a suon di accordi economico-militari, spesso poco trasparenti, con persone senza scrupoli o che non hanno chiarito la loro posizione davanti a gravi fatti e attentati alla costituzione e allo Stato di diritto avvenuti negli ultimi tre anni”.

Secondo il parroco di Bissau è fondamentale non strumentalizzare politicamente l’attuale situazione e svolgere una considerazione morale approfondita ad ampio raggio: “Il problema etico riguarda tutto il popolo della Guinea ed è allargata anche alla comunità africana (CEDEAO, UA) e internazionale (ONU, UE) o dei Paesi di lingua portoghese”. Non solo: anche la presenza della Cina, arrivata in Guinea Bissau con una serie di grossi interventi, “produce effetti particolari sui rapporti politico-economici e di potere”.

«Grazie a Dio – conclude la sua testimonianza frate Michael – la Chiesa è presente in tutto questo come mediatrice di pace. E’ interpellata a livello di Episcopato quanto a livello di Commissione Giustizia e Pace e suggerisce interventi in uno stile propositivo: mantenere aperto il dialogo, evitare di trasformare il golpe in un conflitto armato aperto dalle conseguenze disastrose e non proporre idee che abbiano il sapore di una cura palliativa senza incidere sulle cause profonde».

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* Frate Michael Daniels, originario dello Stato americano del New Jersey, è missionario in Guinea Bissau dal 2005; tiene contatti con l’Italia e il Veneto in particolare, nel quale ha fondato, assieme a Marco Zanin, la Spirit in Dance ONLUS. L’Associazione, in collaborazione con il Centro francescano missionario del Veneto, lavora per raccogliere fondi destinati al progetto “Save Guinea”, grazie al quale sono stati effettuate opere di restauro alla Cattedrale di Bissau, è stata potenziata la struttura ospedaliera di Cumura e ultimata la costruzione di una scuola a Bloom.

Donata Fontana

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ZENIT Staff

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