La Chiesa in Guatemala condanna l'assassinio di un sacerdote

Il missionario oblato statunitense Lorenzo Rosebangh

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CITTA’ DEL GUATEMALA, giovedì, 21 maggio 2009 (ZENIT.org).- La Chiesa cattolica in Guatemala, attraverso l’Ufficio per i Diritti Umani dell’Arcivescovado di Città del Guatemala, ha condannato questo mercoledì l’assassinio del sacerdote statunitense Lorenzo Rosebangh, perpetrato lunedì in una regione del nord del Paese centroamericano.

Padre Rosebangh era nato nel Wisconsin nel 1935 ed era arrivato in Guatemala nel 1993. Il missionario lavorava nella parrocchia di Santa Cecilia, nella capitale.

“L’Ufficio per i Diritti Umani dell’Arcivescovado condanna energicamente l’assassinio di padre Lorenzo, missionario oblato di Maria Immacolata”, ed esige una rapida inchiesta e il chiarimento dei fatti, segnala un comunicato di questo organismo ecclesiale.

Gli Oblati in America Latina hanno espresso il proprio dolore per la morte del confratello.

“Ancora una volta siamo in lutto nella nostra regione”, avvertono. Padre Lorenzo si stava recando a un incontro a Playa Grande quando è rimasto vittima di un assalto. “Lo hanno ucciso e hanno ferito padre Jean Claude Ngoma. E’ il terzo oblato ucciso negli ultimi anni”, afferma padre Miguel Fritz, presidente della Conferenza Interprovinciale dell’America Latina (CIAL) degli Oblati di Maria Immacolata.

“Uniamoci in preghiera per il suo arrivo nel Regno della Gioia e perché da lì possa intervenire per il nostro continente sofferente”, ha aggiunto.

Secondo quanto rende noto la pagina web degli Oblati in America Latina, alle 16.00 di lunedì 18 maggio, all’altezza della laguna Lachúa, mentre si dirigeva dalla capitale alla parrocchia di Cantabal, Ixcán, insieme ad altri quattro sacerdoti, padre Lorenzo è stato assalito da due uomini armati con il volto coperto da passamontagna, che hanno aperto il fuoco.

Padre Lorenzo era da anni missionario nella zona. “Molto vicino alla gente, sempre di buonumore, si recava in visita alle comunità negli anni precedenti alla firma della pace, quando c’era una dura violenza repressiva a causa del conflitto armato interno in Guatemala”, indica la pagina degli Oblati.

Interpellato sul motivo dell’assassinio, padre Erasmo Vásques, del Guatemala, ha risposto semplicemente: “Fa parte della violenza che viviamo qui”.

Un novizio, Luis Lorenzo Luján, ha ritratto padre Lorenzo come “un oblato molto speciale per tutti noi qui nel noviziato. Viveva nella casa di fronte, e in questo breve lasso di tempo in cui il Signore ha voluto che lo conoscessimo lo abbiamo apprezzato molto per la sua semplicità, la sua dedizione verso i più poveri e il suo stile di vita di preghiera e servizio”.

Padre Rosebangh, i cui resti sono stati inumati questo mercoledì in un cimitero della capitale guatemalteca, era arrivato nel Paese per servire come missionario a Playa Grande e Chicamán, le regioni più colpite durante il conflitto armato interno (1960-1996).

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ZENIT Staff

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