La Chiesa è per tutti e con particolare tenerezza

Nel commentare la “Amoris Laetitiae” don Flavio Peloso, i vescovi Bruno Forte e Carlo Bresciani spiegano che la Chiesa è bella soprattutto quando si fa prossima a tutti

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“Nell’Esortazione non si parla di ammissione alla comunione di divorziati risposati, ma con molta sapienza pastorale si incoraggia il discernimento, la misericordia e l’integrazione ecclesiale per i divorziati risposati come anche per gli sposati solo civilmente, per i conviventi e per altre categorie di persone nelle quali è ancora viva la Grazia di Dio.
E’ quanto ha dichiarato don Flavio Peloso, Superiore generale dell’Opera Don Orione in merito all’esortazione post sinodale “Amoris Laetitiae”.
“Che bella questa Chiesa – ha aggiunto don Peloso – che dalle solide mura dottrinali della sua casa edificata sulla Roccia esce misericordiosa e si fa prossima a tutti, senza scartare nessuno, tanto meno in nome di Dio e di quel bene che tanto ama”.
“La Chiesa è per tutti e, con particolare tenerezza, – aggiunge don Peloso – per quelli che sono nella debolezza, nel limite e nel peccato”.
“E’ il rischio – ha concluso don Peloso – dell’incarnazione e della misericordia. Ma è la via scelta dal Figlio di Dio che venne ad abitare in mezzo a noi. E’ la via percorsa da santi come Don Orione che volle essere “il prete di quelli che non vanno in Chiesa”. E’ la via che Papa Francesco continuamente indica affinché la Chiesa abiti nel mondo attuale per salvarlo”.
Secondo monsignor Bruno Forte, Vescovo di Chieti “L’Esortazione presenta riflessioni che sono la più forte smentita della convinzione per cui ‘la Chiesa molte volte è stata rifiutata, come se fosse nemica della felicità umana…”.
In un commento pubblicato da L’Ancora online Monsignor Carlo Bresciani, vescovo di San Benedetto del Tronto ha scritto: “l’Esortazione trasuda comprensione, affetto, empatia, vicinanza al cammino e alle difficoltà di ogni famiglia. Esprime incoraggiamento, invita al superamento di ogni timore ad abbracciare il sacramento del matrimonio, parla il linguaggio dell’esperienza e della speranza. Trasuda speranza, e speranza in abbondanza. Offre l’immagine di un padre che, senza nascondere nessuna verità, si china con la braccia aperte ad accogliere tutti, con l’ansia di donare a tutti la misericordia di Dio esortando a non scoraggiarsi mai: ‘Camminiamo, famiglie, continuiamo a camminare!”, senza scoraggiarsi per le difficoltà, solo così potrete godere la gioia dell’amore”.

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ZENIT Staff

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