La Chiesa di Milano, "una grande esperienza di carità che va raccontata"

Il cardinale Scola presenta al pubblico la lettera pastorale ‘Educarsi al pensiero di Cristo’ e afferma: “L’80% dei battezzati riscopra la centralità della liturgia” 

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“La libertà è un dato irrinunciabile ma se se non è declinata nella realtà è sterile e si narcisizza, e l’uomo diventa come un saltatore in alto che rimane sospeso a mezz’aria “. Lo ha detto ieri sera l’arcivescovo di Milano, il cardinale Angelo Scola, alla presentazione della Lettera pastorale «Educarsi al pensiero di Cristo» che si è svolta all’Auditorium di Assolombarda, a Milano.

“L’individualismo di oggi è una forma di narcisismo – ha affermato il porporato – una malattia che riguarda tutti, e l’unico antidoto è proprio la liturgia, un fatto che irrompe e interrompe il ripiegamento su noi stessi che occupa tanto tempo della nostra vita quotidiana. Mi auguro che gli abitanti della Diocesi di Milano che per l’80 per cento sono battezzati la riscoprano. La liturgia prima ancora che i santi Ambrogio e Carlo rappresenta la specificità della chiesa ambrosiana”.

Parlando del rapporto tra carità e cultura, Scola ha poi evidenziato che “proprio la Chiesa milanese è una grande esperienza di carità di grande potenza culturale che, però, non sappiamo ancora documentare”. Nell’incontro il cardinale ha inoltre risposto alle domande del giornalista e scrittore Alessandro Zaccuri.

Durante la serata ha preso parola anche Gianfelice Rocca, presidente di Assolombarda e del Gruppo Techint, che ha detto: “Confesso che all’ inizio ho avuto il dubbio che fosse una lettera per credenti ai credenti. Poi l’ho riletta in forma diversa e ho trovato tanti punti di convergenza. Il Cardinale parla di cultura come mentalità. Ed è lo stesso atteggiamento di noi imprenditori: noi non abbiamo risposte preordinate ai problemi complessi ma impariamo facendo, partendo da casi concreti, dalle testimonianze, per usare invece le parole del Cardinale. La lettera è una grande lezione di realismo che ci insegna a camminare insieme nella stessa direzione”.

Parlando dell’esperienza di Caritas nei campi Rom, suor Claudia Biondi, coordinatrice per Caritas Ambrosiana del settore Aree di bisogno, ha sottolineato nel suo intervento: “Spesso ci accusano di essere buonisti, quello che facciamo è invece il modo con cui diciamo che, proprio perché crediamo in un solo Padre, esiste una sola famiglia di figli cui tutti apparteniamo, comprese le famiglie di Rom che vivono nei campi abusivi e hanno una roggia per lavarsi, persone che il 62% degli italiani non vorrebbe come vicini di casa”.

Presente anche Andrea Tornielli, giornalista e scrittore, vaticanista de La Stampa, il quale ha espresso il plauso per la lettera, soprattutto per ciò che riguarda la centralità data alla famiglia, “il miglior antidoto contro i deliri di egocentrismo”. Da parte sua don Giorgio Riva, attingendo alla sua esperienza di parroco di Sant’Eustorgio a Milano, ha sottolineato che la lettera individua due esigenze fortissime che anche lui riscontra visitando le famiglie della sua parrocchia. “Il bisogno di una speranza che vada oltre la pur necessaria pagnotta che bisogna pure portare a casa” e la “necessità di uscire dall’isolamento”, ha affermato. “La lettera mi ha costretto a rileggere la mia vocazione”, ha commentato invece Laura Invernizzi, ausiliaria diocesana, docente presso la Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale e l’Università Cattolica.

Durante l’incontro – organizzato in collaborazione con Assolombarda – è stato proiettato anche il video-trailer di presentazione della Lettera: un utile strumento a disposizione di Comunità pastorali, parrocchie, associazioni e movimenti che desiderino organizzare momenti di approfondimento. La lettera pastorale ‘Educarsi al pensiero di Cristo’ del cardinale Scola accompagnerà il cammino della Chiesa ambrosiana nel biennio 2015-2017. Il testo (96 pagine) edito dal Centro Ambrosiano è disponibile in tutte le librerie e in versione e-book.

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ZENIT Staff

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