La Chiesa deve essere come la Luna che riflette il Sole

Padre Pietro Messa, racconta le virtù di san Francesco e cerca di spiegare la continuità tra Benedetto XVI e Papa Francesco

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

***

In che modo San Francesco rispose alla chiamata del Signore di riparare la Chiesa?Quali erano i problemi più seri da risolvere ai tempi di San Francesco e quali quelli di oggi?

Padre Messa: Gli agiografi narrano che mentre un giorno san Francesco stava nella chiesa di San Damiano cadente l’immagine di Gesù crocifisso lo chiamò a riparare la chiesa che andava in rovina. Tuttavia se noi leggiamo i suoi scritti non appare mai il tema della riforma della Chiesa. Centrale invece è vivere secondo la forma del santo Vangelo, seguendo le orme del Signore Gesù Cristo mediante un’osservanza spiritualmente letterale della Scrittura. Questo fu la scelta sua e dei frati Minori; vivendo in questo modo possiamo dire, forse in modo un poco grossolano, che come effetto collaterale avvenne la riforma della Chiesa. Benedetto XVI parlava di un bisogno di essenzializzazione, ossia andare all’essenza e questo lo esplicitò con i suoi tre libri su Gesù; egli ebbe a dire che una Chiesa che parla sempre di sé non interessa a nessuno. Papa Francesco richiama un’immagine cara anche al suo Predecessore, ossia il mistero della Chiesa luna per cui come la luna fa brillare nella notte la luce riflessa del sole, così la Chiesa è chiamata a far riflettere nella storia la luce di Cristo.

Che cosa intendeva san Francesco per una Chiesa povera e che cosa intende Papa Francesco, quando chiede una Chiesa povera aperta ai poveri? C’è affinità o sono due richieste differenti?

Padre Messa: Francesco d’Assisi non parla mai di una Chiesa povera e neppure che debba essere aperta ai poveri; nella sua essenzialità per lui la Chiesa è il luogo della Parola e dell’Eucaristia. Mentre per se e per i frati chiede di vivere secondo la forma del Vangelo, ai sacerdoti chiede di celebrare secondo la forma della Chiesa! Piccole cose, ma che mostrano una grande chiarezza. Circa papa Francesco non saprei rispondere perché gli elementi a mia conoscenza sono ancora pochi, ma certamente sarebbe interessante conoscere come l’elemento francescano è entrato a far parte del suo pensiero e spiritualità, quali letture ha fatto in merito, che immagine ha del Santo d’Assisi.

Che differenza c’è tra la pratica dell’umiltà e della carità tra Gesuiti e  Francescani?

Padre Messa: Gesuiti e Francescani sono termini talmente generici che possono andare bene per motivi scolastici: infatti tra gli stessi membri di ciascun ordine vi sono differenze a seconda dei tempi e dei territori! Si può dire che attualmente entrambi, dopo aver vissuto l’invito del concilio Vaticano II a riscoprire il carisma dei fondatori, hanno approfondito la vicenda delle rispettive origini cogliendone la forte connotazione evangelica e di conseguenza non meraviglia vedere frati Minori frequentare ritiri ignaziani oppure Gesuiti affascinati da Francesco d’Assisi.

Sembra che la conversione di Sant’Ignazio sia nata leggendo la storia dei santi. Il Fondatore dei Gesuiti sembra che rimase particolarmente colpito dalla storia di San Francesco. Che affinità ci sono tra Sant’Ignazio e San Francesco?

Padre Messa: Ogni santo è una sintesi tra il Vangelo e il contesto storico in cui si è trovato; così i tempi in cui vissero Francesco d’Assisi e Ignazio di Loyola sono diversi e hanno di conseguenza tentato sintesi differenti. Certamente in entrambi vi è l’anelito a guardare all’essenza della fede cristiana, ossia l’affezione a Gesù. Così si comprende come entrambi si diressero verso l’Oriente, la Terra di Gesù, cercarono di sollecitare la meditazione dell’umanità di Gesù, di trovare mezzi per fare memoria della sua presenza nella storia.

Non è paradossale che fu un Papa dei Frati Minori conventuali Clemente XIV a decidere lo scioglimento dell’Ordine dei Gesuiti? Cosa si può dire a proposito?

Padre Messa: La storia è complessa e anche contraddittoria, tanto che a volte risulta assurda. Si comprende il bisogno umano di semplificazione, ma se questo significa una menomazione della realtà non è proprio un gran risultato! I tempi di Clemente XIV videro un confronto/scontro continuo tra la Chiesa e poteri civili con esiti diversi tra cui anche lo scioglimento dei Gesuiti.

Il popolo è entusiasta del nuovo Papa, mentre in alcuni ambienti ecclesiastici si notano timori circa un’attenzione esagerata all’aspetto umano che andrebbe a scapito della parte sacrale. Qual è il suo parere in merito?

Padre Messa: Che esistano timori è comprensibile; la tentazione di assolutizzare un aspetto della realtà è sempre presente, e non solo ora. Dei gesti o parole di una determinata persona si tende sempre a prendere ciò che più aggrada: molti ricordano le beatitudini evangeliche, ma vi sono anche le esortazioni a non peccare più e una serie di “guai a voi”! Similmente vi sono in papa Francesco le sue parole cordiali, ma anche il richiamo rivolto al corpo diplomatico al pericolo della “dittatura del relativismo” e l’affermazione secondo cui non vi è vera pace senza verità! Spesso avviene che ad un estremo per reazione si risponde enfatizzando l’aspetto opposto! ‘Tali assolutizzazioni del particolare conducono all’integralismo e il migliore antidoto ad esso è una fede integrale’ in cui veramente in Gesù umanità e divinità, terra e cielo, preghiera e carità, si incontrano.

Perché finora nessun Pontefice aveva scelto di chiamarsi Francesco? E quali sono i tratti francescani che Lei coglie nel nuovo Pontefice?

Padre Messa: Realmente Francesco è un nome pontificale nuovo: lo stesso Giovanni Paolo, usato per la prima volta dal cardinal Albino Luciani nel 1978, è in realtà la somma dei nomi dei pontefici precedenti, Giovanni XXIII e Paolo VI. Era dal 913, con papa Landone, che nessuno assumeva un nome nuovo e questo non meraviglia perché la consuetudine è quella di riprendere nomi precedenti indicando un modello di esercizio del ministero petrino. Circa papa Francesco c’è un richiamo alla solidarietà, sobrietà, letizia ma aggiungerei la capacità di coniugare, per usare le parole di san Francesco, “fede diritta, speranza certa e carità perfetta”.  Ma sarà la storia a parlare. Ora è da augurarsi che il comprensibile grande coinvolgimento emotivo diventi desiderio di una maggior conoscenza di Francesco d’Assisi: sarebbe proprio un cattivo servizio se il santo d’Assisi diventasse un secondo Santa Claus/Babbo Natale! A questo proposito per un approfondimento, prima di affrontare direttamente la raccolta di testi delle Fonti Francescane e delle Fonti Clariane, è consigliabile la lettura di una introduzione quale: Paolo Martinelli, “Dammi fede diritta. Con Francesco d’Assisi per ricominciare a credere” (Assisi 2012).

Print Friendly, PDF & Email
Share this Entry

Antonio Gaspari

Cascia (PG) Italia Studi universitari a Torino facoltà di Scienze Politiche. Nel 1998 Premio della Fondazione Vittoria Quarenghi con la motivazione di «Aver contribuito alla diffusione della cultura della vita». Il 16 novembre del 2006 ho ricevuto il premio internazionale “Padre Pio di Pietrelcina” per la “Indiscutibile professionalità e per la capacità discreta di fare cultura”. Il Messaggero, Il Foglio, Avvenire, Il Giornale del Popolo (Lugano), La Razon, Rai tre, Rai due, Tempi, Il Timone, Inside the Vatican, Si alla Vita, XXI Secolo Scienza e Tecnologia, Mondo e Missione, Sacerdos, Greenwatchnews. 1991 «L'imbroglio ecologico- non ci sono limiti allo sviluppo» (edizioni Vita Nuova) . 1992 «Il Buco d'ozono catastrofe o speculazione?» (edizioni Vita Nuova). 1993 «Il lato oscuro del movimento animalista» (edizioni Vita Nuova). 1998 «Los Judios, Pio XII Y la leyenda Negra» Pubblicato da Planeta in Spagna. 1999 «Nascosti in convento» (Ancora 1999). 1999 insieme a Roberto Irsuti il volume: «Troppo caldo o troppo freddo? - la favola del riscaldamento del pianeta» (21mo Secolo). 2000 “Da Malthus al razzismo verde. La vera storia del movimento per il controllo delle nascite” (21mo Secolo, Roma 2000). 2001 «Gli ebrei salvati da Pio XII» (Logos Press). 2002 ho pubblicato tre saggi nei volumi «Global Report- lo stato del pianeta tra preoccupazione etiche e miti ambientalisti» (21mo Secolo, Roma 2002). 2002 ho pubblicato un saggio nel nel Working Paper n.78 del Centro di Metodologia delle scienze sociali della LUISS (Libera Università Internazionale degli Studi Sociali Guido Carli di Roma) «Scienza e leggenda, l’informazione scientifica snobbata dai media». 2003 insieme a VittorFranco Pisano il volume “Da Seattle all’ecoterrorismo” (21mo Secolo, Roma 2003). 2004 ho pubblicato insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti” (Edizioni Piemme). 2004 coautore con del libro “Emergenza demografia. Troppi? Pochi? O mal distribuiti?” (Rubbettino editore). 2004 coautore con altri del libro “Biotecnologie, i vantaggi per la salute e per l’ambiente” ((21mo Secolo, Roma 2004). 2006 insieme a Riccardo Cascioli “Le Bugie degli Ambientalisti 2” (Edizioni Piemme). 2008 insieme a Riccardo Cascioli il libro “Che tempo farà… Falsi allarmismi e menzogne sul clima (Piemme). 2008, è stata pubblicata l’edizione giapponese de “Le bugie degli ambientalisti” edizioni Yosensha. 2009. insieme a Riccardo Cascioli “I padroni del Pianeta – le bugie degli ambientalisti su incremento demografico, sviluppo globale e risorse disponibili” (Piemme). 2010 insieme a Riccardo Cascioli, è stato pubblicato il volume “2012. Catastrofismo e fine dei tempi” (Piemme). 2011 Questo volume è stato pubblicato anche in Polonia con l’imprimatur della Curia Metropolitana di Cracovia per le e3dizioni WYDAWNICTTWO SW. Stanislawa BM.

Sostieni ZENIT

Se questo articolo ti è piaciuto puoi aiutare ZENIT a crescere con una donazione