La Chiesa a Cuba chiede di favorire la serenità nei cambiamenti

Il Governo nega di aver ordinato le aggressioni denunciate dalle Damas de Blanco

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L’AVANA, mercoledì, 7 settembre 2011 (ZENIT.org).- In questo momento di cambiamenti, Cuba ha bisogno di atteggiamenti e di gesti che favoriscano lo sviluppo sereno, ha sottolineato l’Arcivescovado dell’Avana dopo che le mogli di alcuni prigionieri politici liberati di recente hanno denunciato di aver ricevuto maltrattamenti da parte del Governo.

“Circa atti in cui le persone possono essere offese con parole o azioni”, l’Arcivescovado ha ribadito questo lunedì con un comunicato che “la violenza di qualsiasi tipo, applicata a persone indifese, non ha alcuna giustificazione”.

Il testo, firmato dal portavoce dell’Arcivescovado Orlando Márquez Hidalgo, segnala che “il Governo cubano, di fronte a queste situazioni, ha comunicato alla Chiesa che da nessun centro di decisione nazionale è stato dato l’ordine di aggredire queste persone”.

Le Damas de Blanco hanno detto di aver subito “atti di pressione, rifiuto e repressione” durante le loro tradizionali manifestazioni rivendicative.

Il loro presidente, Laura Pollán, ha denunciato che questa domenica la polizia ha arrestato lei e vari altri membri di questa organizzazione che lotta per la liberazione dei prigionieri politici a Cuba, mentre si dirigevano in varie chiese per assistere alla Messa.

In risposta alle richieste di varie agenzie stampa che chiedevano l’opinione della Chiesa, l’Arcivescovado dell’Avana ha ribadito il suo rifiuto di qualsiasi “modo di affrontare la realtà cubana che possa intaccare la convivenza pacifica e danneggiare il bene della Nazione”.

“Nel momento che vive il nostro Paese, come in ogni altra circostanza, la Chiesa persegue il bene del popolo cubano, la riconciliazione tra tutti e la pace, attraverso atteggiamenti e gesti che favoriscano lo sviluppo sereno di cui Cuba ha bisogno in questa tappa di cambiamenti che viviamo e che il popolo cubano spera e reclama”, indica il comunicato.

Mercoledì scorso, una delegazione delle Damas de Blanco ha incontrato il cancelliere dell’Arcivescovado dell’Avana, Ramón Suárez Porcari, affrontando con lui questo problema.

Il 1° maggio 2010, una riunione simile, con la presenza anche dell’Arcivescovo dell’Avana, il Cardinale Jaime Ortega, ha aperto la possibilità di un processo di mediazione della Chiesa tra le Damas de Blanco e le autorità cubane.

Da allora, il Cardinale Ortega ha posto in atto un inedito dialogo in cui ha difeso le famiglie dei prigionieri.

Il processo è sfociato nella scarcerazione di 126 prigionieri politici.

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ZENIT Staff

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