La chiamata alla festa della vita

Meditazione quotidiana sulla Parola di Dio

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Vangelo

Mt 22,1-14 

Lettura

Il Signore, che si avvia al confronto ultimo e decisivo con coloro che lo contrastano, narra due parabole, e i punti in comune tra le due, come pure le differenze, ci aiutano a comprendere meglio il suo messaggio. Splendido e attraente è l’ambiente a cui i due fatti fanno riferimento: si tratta dell’invito e poi della partecipazione ad una festa splendida e gioiosa. Si tratta infatti di un banchetto, anzi del banchetto nuziale preparato da un re per suo figlio. 

Meditazione

Ora, poiché è il Regno dei Cieli, questo Re è il Padre e il Figlio è Gesù. Egli è infatti lo sposo, cfr. 9,15: «E Gesù disse loro: Possono forse gli invitati a nozze essere in lutto mentre lo sposo è con loro?». Così ha detto per descrivere il suo tempo nella prima venuta, quando stava con i discepoli, e nonostante difficoltà e opposizioni Egli faceva loro sperimentare la gioia della sua presenza. Chi invita è Dio; la descrizione della sala del banchetto dice splendore e accuratezza nella preparazione. Ciò ci dà sicurezza circa il progetto di Dio per gli uomini e sul mondo: una reggia piena di volti felici e di canti. Consideriamo ora i particolari. Sorprendente è il fatto che al rifiuto iniziale non segua la reazione del Re, ma piuttosto la rinnovata iniziativa di invito. E ha la pazienza di fare un terzo invito: questo re è deciso a far partecipare chiunque alla sua festa, ed è disposto a stare in compagnia di gente non all’altezza della festa, inadatta all’atmosfera di una reggia pur di condividere la gioia. Per gli invitati che hanno opposto un rifiuto vi è sofferenza e rovina. Sembra che ci sia qualcosa di esagerato. Tuttavia, sappiamo bene che cosa capita ad agire dimenticando gli aspetti autentici della vita: il creato rapinato diviene esangue; i rapporti senza gratuità, diritti, rispetto, generano violenza e guerra. Chi si dimentica di essere gratuitamente chiamato con gli altri alla festa della vita, corre un grave pericolo. Durante lo svolgimento del banchetto, già avviato e gioioso, ecco la sorpresa di una condanna perché non vi è la veste nuziale. Si tratta di uno che è sì presente nella sala della festa, ma non ha saputo assumere quegli atteggiamenti di fede autenticamente e gioiosamente vissuta che scaturiscono dalla chiamata ricevuta. 

Preghiera

Aiutami, Signore, a riconoscere la mia vita come un invito alla salvezza, che è festa, gioia. Ricordami che è invito che nasce dall’amore e si manifesta in ogni attaccamento alle cose belle e buone della vita. Rivelami che stile ha il tuo amore.

Agire

La veste che manca all’invitato distratto e distaccato è la somiglianza con Gesù che si vede dall’impegno concreto nella vita; farò oggi un gesto di generosa condivisione.     

Meditazione a cura di mons.Giovanni Giudici, vescovo di Pavia, tratta dal mensile “Messa Meditazione”, per gentile concessione di Edizioni ART. Per abbonamenti info@edizioniart.it

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ZENIT Staff

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