La Caritas: serve una globalizzazione etica per guidare lo sviluppo

Commenta la nuova Enciclica “Caritas in Veritate”

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CITTA’ DEL VATICANO, giovedì, 9 luglio 2009 (ZENIT.org).- Caritas Internationalis sostiene che l’enfasi sulla giustizia e sul bene comune nella nuova Enciclica di Benedetto XVI Caritas in Veritate offra una nuova visione dell’economia, della politica e della società basata su un dovere condiviso di prendersi cura dell’umanità e dell’ambiente.

L’Enciclica papale, ricorda un comunicato inviato dalla Caritas a ZENIT, riflette la Populorum progressio di Papa Paolo VI più di 40 anni dopo la sua pubblicazione alla luce della globalizzazione e del collasso dell’economia di libero mercato nel 2008.

Il segretario generale di Caritas Internationalis Lesley-Anne Knight ha affermato che “la Caritas in Veritate sottolinea come una ricerca cieca del profitto sull’etica sia diventata dannosa per le popolazioni e il pianeta. L’Enciclica arriva in un momento chiave per lo sviluppo, con decenni di progresso a rischio. Il numero di persone affamate è aumentato di 100 milioni, arrivando l’anno scorso a oltre un miliardo”.

“La crisi ha mostrato fallimenti del sistema generati da speculazioni per il beneficio di una manciata di persone e a spese di milioni di famiglie povere, ma la crisi offre un’occasione unica di rimodellare la globalizzazione perché lavori per la maggioranza”, ha aggiunto la Knight.

“L’Enciclica offre passi concreti che i policy makers dovrebbero compiere per riportarci sulla via del vero sviluppo – ha osservato -. Ci ricorda che la finanza e lo sviluppo possono lavorare per tutta l’umanità e non solo per gli azionisti. Il ritorno a un modello più equo basato su un dovere collettivo è fondamentale per ridurre il gap tra i ricchi e i poveri”.

La Caritas, ha proseguito la Knight, “loda il fatto che Papa Benedetto XVI abbia sottolineato la necessità di aumentare gli aiuti”.

“Mentre il G8 si riunisce a L’Aquila, i Paesi ricchi come Francia e Italia stanno tagliando gli aiuti ai poveri. Ci appelliamo a loro perché mantengano la promessa di impegnare lo 0,7% del PIL negli aiuti esteri”.

Allo stesso modo, il segretario generale dell’organizzazione ha rilevato che “la sfida del Papa di riformare le Nazioni Unite e le istituzioni economiche arriva al momento giusto. L’ONU, il FMI e la Banca Mondiale devono assicurare una maggiore partecipazione dei Paesi poveri al processo decisionale”.

La Caritas ricorda anche come il Papa parli del dovere di difendere l’ambiente. “Speriamo che i leader del mondo ascoltino il suo appello a un consenso internazionale e che chi inquina debba pagare i costi”.

“Come dice il Papa, gli abitanti dei Paesi ricchi devono cambiare il proprio stile di vita e i loro consumi irresponsabili se vogliamo difendere le risorse”.

“Il messaggio ai lavoratori umanitari e ai cooperatori per lo sviluppo in tutto il mondo è che nel nostro amore per l’umanità lottiamo per la giustizia e per il bene comune – ha concluso la Knight -. La Caritas loda l’affermazione per cui la vera carità guarda alle cause della povertà e ai mezzi per sconfiggerla”.

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ZENIT Staff

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