"La carezza di Dio sulle nostre piaghe"

La catechesi di papa Francesco nell’Udienza generale di mercoledì 16 settembre 2015

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Riportiamo di seguito il testo completo della catechesi di papa Francesco durante la tradizionale Udienza generale del mercoledì, svoltasi questa mattina in piazza San Pietro.

Prima dei consueti saluti finali ai pellegrini italiani, il Pontefice ha invitato tutti a pregare per il suo imminente viaggio apostolico in Cuba e gli Stati Uniti, che inizierà sabato 19 settembre. Il Santo Padre ha ricordato anche la beatificazione di monsignor Pio Alberto del Corona, che si terrà sempre sabato 19 settembre a San Miniato, in provincia di Pisa.

***

La Famiglia – 27. Popoli

Cari fratelli e sorelle, buongiorno!

Questa è la nostra riflessione conclusiva sul tema del matrimonio e della famiglia. Siamo alla vigilia di eventi belli e impegnativi, che sono direttamente legati a questo grande tema: l’Incontro Mondiale delle Famiglie a Filadelfia e il Sinodo dei Vescovi qui a Roma. Entrambi hanno un respiro mondiale, che corrisponde alla dimensione universale del cristianesimo, ma anche alla portata universale di questa comunità umana fondamentale e insostituibile che è appunto la famiglia.

L’attuale passaggio di civiltà appare segnato dagli effetti a lungo termine di una società amministrata dalla tecnocrazia economica. La subordinazione dell’etica alla logica del profitto dispone di mezzi ingenti e di appoggio mediatico enorme. In questo scenario, una nuova alleanza dell’uomo e della donna diventa non solo necessaria, anche strategica per l’emancipazione dei popoli dalla colonizzazione del denaro. Questa alleanza deve ritornare ad orientare la politica, l’economia e la convivenza civile! Essa decide l’abitabilità della terra, la trasmissione del sentimento della vita, i legami della memoria e della speranza.

Di questa alleanza, la comunità coniugale-famigliare dell’uomo e della donna è la grammatica generativa, il “nodo d’oro”, potremmo dire. La fede la attinge dalla sapienza della creazione di Dio: che ha affidato alla famiglia non la cura di un’intimità fine a sé stessa, bensì l’emozionante progetto di rendere “domestico” il mondo. Proprio la famiglia è all’inizio, alla base di questa cultura mondiale che ci salva; ci salva da tanti, tanti attacchi, tante distruzioni, da tante colonizzazioni, come quella del denaro o delle ideologie che minacciano tanto il mondo. La famiglia è la base per difendersi!

Proprio dalla Parola biblica della creazione abbiamo preso la nostra ispirazione fondamentale, nelle nostre brevi meditazioni del mercoledì sulla famiglia. A questa Parola possiamo e dobbiamo nuovamente attingere con ampiezza e profondità. E’ un grande lavoro, quello che ci aspetta, ma anche molto entusiasmante. La creazione di Dio non è una semplice premessa filosofica: è l’orizzonte universale della vita e della fede! Non c’è un disegno divino diverso dalla creazione e dalla sua salvezza. E’ per la salvezza della creatura – di ogni creatura – che Dio si è fatto uomo: «per noi uomini e per la nostra salvezza», come dice il Credo. E Gesù risorto è «primogenito di ogni creatura» (Col 1,15).

Il mondo creato è affidato all’uomo e alla donna: quello che accade tra loro dà l’impronta a tutto. Il loro rifiuto della benedizione di Dio approda fatalmente ad un delirio di onnipotenza che rovina ogni cosa. E’ ciò che chiamiamo “peccato originale”. E tutti veniamo al mondo nell’eredità di questa malattia.

Nonostante ciò, non siamo maledetti, né abbandonati a noi stessi. L’antico racconto del primo amore di Dio per l’uomo e la donna, aveva già pagine scritte col fuoco, a questo riguardo! «Io porrò inimicizia tra te e la donna, tra la tua stirpe e la sua stirpe» (Gn3,15a). Sono le parole che Dio rivolge al serpente ingannatore, incantatore. Mediante queste parole Dio segna la donna con una barriera protettiva contro il male, alla quale essa può ricorrere – se vuole – per ogni generazione. Vuol dire che la donna porta una segreta e speciale benedizione, per la difesa della sua creatura dal Maligno! Come la Donna dell’Apocalisse, che corre a nascondere il figlio dal Drago. E Dio la protegge (cfr Ap 12,6).

Pensate quale profondità si apre qui! Esistono molti luoghi comuni, a volte persino offensivi, sulla donna tentatrice che ispira al male. Invece c’è spazio per una teologia della donna che sia all’altezza di questa benedizione di Dio per lei e per la generazione!

La misericordiosa protezione di Dio nei confronti dell’uomo e della donna, in ogni caso, non viene mai meno per entrambi. Non dimentichiamo questo! Il linguaggio simbolico della Bibbia ci dice che prima di allontanarli dal giardino dell’Eden, Dio fece all’uomo e alla donna tuniche di pelle e li vestì (cfr Gn 3, 21). Questo gesto di tenerezza significa che anche nelle dolorose conseguenze del nostro peccato, Dio non vuole che rimaniamo nudi e abbandonati al nostro destino di peccatori. Questa tenerezza divina, questa cura per noi, la vediamo incarnata in Gesù di Nazaret, figlio di Dio «nato da donna» (Gal 4,4). E sempre san Paolo dice ancora: «mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi» (Rm 5,8). Cristo, nato da donna, da una donna. È la carezza di Dio sulle nostre piaghe, sui nostri sbagli, sui nostri peccati. Ma Dio ci ama come siamo e vuole portarci avanti con questo progetto, e la donna è quella più forte che porta avanti questo progetto.

La promessa che Dio fa all’uomo e alla donna, all’origine della storia, include tutti gli esseri umani, sino alla fine della storia. Se abbiamo fede sufficiente, le famiglie dei popoli della terra si riconosceranno in questa benedizione. In ogni modo, chiunque si lascia commuovere da questa visione, a qualunque popolo, nazione, religione appartenga, si metta in cammino con noi. Sarà nostro fratello e nostra sorella, senza fare proselitismo. Camminiamo insieme sotto questa benedizione e sotto questo scopo di Dio di farci tutti fratelli nella vita in un mondo che va avanti e che nasce proprio dalla famiglia, dall’unione dell’uomo e la donna.

Dio vi benedica, famiglie di ogni angolo della terra! Dio vi benedica tutti!

[Invito:]

Sabato prossimo partirò per il Viaggio apostolico a Cuba e negli Stati Uniti d’America, una missione a cui mi accingo con grande speranza. Motivo principale del Viaggio è l’Ottavo Incontro Mondiale delle Famiglie, che avrà luogo a Filadelfia. Mi recherò anche nella sede centrale dell’ONU, nel 70° anniversario di tale istituzione. Fin da ora saluto con affetto il popolo cubano e quello statunitense, che, guidati dai loro Pastori, si sono preparati spiritualmente. Chiedo a tutti di accompagnarmi con la preghiera, invocando la luce e la forza dello Spirito Santo e l’intercessione di Maria Santissima, Patrona di Cuba quale Virgen de la Caridad del Cobre, e Patrona degli Stati Uniti d’America quale Immacolata Concezione.

Sempre sabato prossimo, a San Miniato, verrà proclamato beato Pio Alberto del Corona, Vescovo di quella Diocesi e fondatore delle Suore Domenicane dello Spirito Santo. Egli fu zelante guida e saggio maestro del popolo a lui affidato. Il suo esempio e la sua intercessione aiutino la Chiesa a camminare nello spirito del Vangelo, portando frutti di opere buone.

[Saluto finale ai pellegrini italiani:]

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. Sono lieto di accogliere l’AVIS delle Marche, accompagnata dall’Arcivescovo di Ancona-Osimo, il Card. Edoardo Menichelli, e i fedeli di Spinazzola, con l’Arcivescovo di Altamura-Gravina-Acquaviva delle Fonti, Mons. Giovanni Ricchiuti, in occasione del quarto centenario della nascita di Papa Innocenzo XII.

Saluto le Suore Francescane Immacolatine, che ricordano il primo centenario del
la morte del fondatore, Padre Lodovico Acernese; i giovani della Custodia di Terra Santa; i militari dell’Aereonautica Italiana e i professori e ricercatori partecipanti al Corso di aggiornamento promosso dalla Pontificia Università della Santa Croce. La visita alle tombe degli Apostoli Pietro e Paolo alimenti in tutti la fede che si manifesta in concrete opere di carità.

Porgo un pensiero speciale ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Ieri abbiamo celebrato la memoria liturgica della Beata Vergine Addolorata. Invocate la Madre di Dio, cari giovani,per sentire la dolcezza del suo amore materno; voi, cari ammalati, pregatela nei momenti della croce e della sofferenza; e voi, cari sposi novelli, guardate a Lei, come al modello del vostro cammino coniugale di dedizione e fedeltà.

© Copyright – Libreria Editrice Vaticana

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ZENIT Staff

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