La campagna calunniosa e diffamatoria contro Papa Bergoglio è priva di fondamento

Padre Lombardi respinge le recenti notizie che accusano il Pontefice di legami e compromessi con la dittatura quando era ancora Superiore generale dei Gesuiti in Argentina

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A neanche 48 ore dalla sua elezione si può affermare che Papa Francesco abbia fatto breccia nel cuore di molti. Il mondo continua parlare di lui e racconta colpito tutti i piccoli aneddoti che ne evidenziano il tratto umano, l’umiltà e la semplicità.

Tuttavia, c’è un esteso “sottobosco” di detrattori, scatenati già dalle 20.21 di mercoledì 13 marzo, da quando Francesco si è presentato al mondo dalla Loggia vaticana. Sono, cioè, tutti quei media che, forse per essere coerenti con una carriera basata sempre e solo sullo scandalo e la critica di chiunque a chiunque, hanno messo in atto una vera campagna a danni del nuovo Pontefice, andando a scavare in epoche e posti lontani pur di trovare ombre nel passato del cardinale Bergoglio.

Per certi versi si potrebbe parlare quasi di “disonestà intellettuale” quando si leggono certe accuse nei confronti del nuovo Papa, come i presunti legami e compromessi con la dittatura argentina. Ma ci si può limitare a definire tutto ciò come la solita ricerca del popolare “pelo nell’uovo”, giusto per attirare l’attenzione. E vendere.

Intanto padre Federico Lombardi, nel briefing di oggi con i giornalisti, dopo i sorrisi e le emozioni per il nuovo Pontifice, è stato fermo nel condannare duramente le accuse contro il Santo Padre, parlando di “campagna calunniosa e diffamatoria”, dalla “matrice anticlericale”.

In particolare, il portavoce vaticano si è riferito alle insinuazioni che risalgono al tempo in cui Bergoglio, che non era ancora vescovo, ma superiore dei Gesuiti in Argentina, non avrebbe protetto due suoi sacerdoti che erano stati rapiti e torturati. “Sono accuse – ha detto – che erano un tema già di molti anni fa, che però adesso in Argentina sono state risollevate per l’occasione”.

Inoltre, ha proseguito, “non vi è mai stata un’accusa concreta credibile” nei confronti di Bergoglio. Al contrario: “La Giustizia argentina lo ha interrogato una volta come persona informata sui fatti, ma non gli ha mai imputato nulla”. E lo stesso cardinale “ha negato in modo documentato ogni accusa”.

Moltissime dichiarazioni, invece, “sono state fatte per dimostrare quanto egli fece per proteggere le persone durante la dittatura militare” ha sottolineato padre Lombardi. “È noto il ruolo di Bergoglio nel promuovere il perdono della Chiesa in Argentina per non aver fatto abbastanza nel tempo della dittatura”.

Tutte le accuse sollevate, quindi, non sono altro che il frutto “di analisi storico-sociologiche” poste in essere per anni “dalla sinistra anticlericale contro la Chiesa” durante la dittatura. Pertanto, secondo padre Lombardi, “devono essere respinte con decisione”.

A tal proposito, il direttore della Sala Stampa ha letto la dichiarazione pubblicata, proprio questa mattina in Germania, dal gesuita ungherese-tedesco Francisco Jalics, uno dei due sacerdoti sequestrati per cinque mesi dalle dittature militari. L’altro, Orlando Yorio è deceduto nel 2000. 

Nella dichiarazione, scritta in tedesco, Jalics “racconta la vicenda e dice che in seguito aveva incontrato, anche con l’altro gesuita allora vivo, Bergoglio, vescovo di Buenos Aires, avevano concelebrato la Messa insieme e avevano avuto una pubblica, piena manifestazione di armonia e di accordo”.

All’importante dichiarazione del sacerdote si aggiunge poi quella del Premio Nobel per la pace Pérez Esquivel, in cui il pacifista ha affermato: “Ci furono vescovi che furono complici della dittatura, ma Bergoglio no”. Una dichiarazione, ha sottolineato Lombardi, “da prendere con molta attenzione” considerando che Esquivel “non è tradizionalmente favorevole alla Chiesa”. Ha poi aggiunto:“Abbiamo una lunga esperienza di come funzionano anche le campagne negative nei confronti delle persone o della Chiesa nel suo insieme, quindi onestamente io non mi stupisco mai di nulla”.

Nessuna preoccupazione, quindi, da parte del portavoce della Santa Sede, che ha concluso serenamente, con la tipica vena ironica: “Se qualcuno ha o pensa di avere argomenti negativi contro Papa Francesco, purtroppo mi sembra normale che li usi nel momento in cui c’è una grande attenzione e una grande audience, e quindi pensa di poter avere anche lui, con i suoi atteggiamenti negativi, una maggiore audience”.

Ha infine rassicurato i giornalisti: “Mi sembra di avere risposte fondate, sicure ed una coscienza tranquilla. Quindi si risponde e si va avanti con la linea chiara che mi sembra sia una caratteristica di quest’uomo e che gli dà molta credibilità”.

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Salvatore Cernuzio

Crotone, Italia Laurea triennale in Scienze della comunicazione, informazione e marketing e Laurea specialistica in Editoria e Giornalismo presso l'Università LUMSA di Roma. Radio Vaticana. Roma Sette. "Ecclesia in Urbe". Ufficio Comunicazioni sociali del Vicariato di Roma. Secondo classificato nella categoria Giovani della II edizione del Premio Giuseppe De Carli per l'informazione religiosa

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