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La buona novella del Regno

Meditazione della Parola di Dio di venerdì 16 settembre 2016 – XXIV settimana del Tempo Ordinario

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Lettura
Paolo, nella prima lettura, ci ricorda ciò che sta al cuore della nostra fede: la risurrezione di Gesù. Senza di essa, la nostra vita sarebbe diversa. Nel Vangelo, scopriamo che con Gesù, che si sposta tra città e villaggi, oltre ai Dodici ci sono anche alcune donne da lui guarite.
Meditazione
La descrizione di Gesù che “andava per città e villaggi, predicando e annunciando la buona notizia del Regno di Dio”, fa nascere una domanda: cosa avrà detto concretamente? Possiamo provare a immaginare la scena e ascoltare le sue parole: cosa dice? Cosa provo davanti alle sue parole? Per aiutare la nostra immaginazione, possiamo far memoria di ciò che Gesù ha detto o fatto nei capitoli precedenti. “Sono perdonati i tuoi peccati” dice alla peccatrice che ha molto amato (7,48); prova compassione davanti alla vedova a cui è morto il figlio, e tocca la bara, restituendo la vita al ragazzo (7,13-15); ammirato davanti alla fede del centurione, ne guarisce il servo (7,9-10); invita ad essere misericordiosi come il Padre (6,36); rivela che il Regno di Dio è dei poveri (6,20); guarisce di sabato, rimettendo al centro l’uomo bisognoso (6,8-10); dona il perdono del Padre, e rivela di essere venuto a chiamare i peccatori (5,20.32). Queste sono alcune delle caratteristiche del Regno di Dio di cui quelle donne che seguono Gesù hanno fatto esperienza. Dalla guarigione ricevuta nascono la sequela e il servizio, così come è accaduto alla suocera di Pietro che, appena guarita, si è messa a servire Gesù e gli altri che erano presenti (4,39). Davanti a queste donne posso chiedermi: da dove nasce la mia sequela di Gesù? Posso cogliere l’occasione per fare memoria di come il Signore ha agito nella mia vita, per ringraziarlo di avermi guarito, sanata dalle mie ferite, certo che questi suoi interventi nella mia vita sono la testimonianza concreta della sua vittoria definitiva, quella sulla morte. Perché, davvero, come dice Paolo, se Cristo non è risorto, la nostra fede e la nostra speranza sarebbero vane, i nostri peccati non riceverebbero perdono, i nostri limiti e fragilità sarebbero la nostra condanna.
Preghiera
«Mostrami i prodigi della tua misericordia, tu che salvi dai nemici chi si affida alla tua destra» (Sal 17,7): chiedo al Signore la grazia di non dimenticare i prodigi che ha compiuto nella mia vita.
Azione
Cercherò di scoprire cosa cambierebbe concretamente nella mia vita se Gesù non fosse risorto.
Meditazione a cura di Marzia Blarasin, tratta dal mensile Messa Meditazione, per gentile concessione di EdizioniART. Per abbonamenti: info@edizioniart.it.   

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ZENIT Staff

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