La Bibbia, narrativa per i più piccoli

Alla scoperta della “collana I Petali”, per raccontare la storia di Israele ai bambini attraverso dieci figure femminili dell’Antico Testamento

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“Mamma, mi racconti una storia?”. “Si, Gesù”, risponde Maria al piccolo Gesù e lo fa addormentare raccontandogli la storia del popolo di Israele. Così inizia il libro di Antonella Anghinoni, autrice e direttrice della collana I Petali, biblista, docente di Antico Testamento all’Istituto Superiore di Scienze Religiose Santa Maria di Monte Berico, a Vicenza. Maria, ebrea, educava Gesù, ebreo, alla fede dei padri, raccontandogli la storia della salvezza, la storia del popolo di Israele e lo faceva anche con i Midrashìm (plurale di Midràsh, da drsh che significa cercare, interrogare, chiedere, scrutare) che sono dei “racconti” per scoprire la scrittura, per renderla viva.

Antonella Anghinoni ha ideato la collana I Petali, edita dalle Paoline nel 2011, per raccontare la storia di Israele, in chiave femminile, ai bambini (maschi e femmine) attraverso 10 figure femminili (Sarah – La principessa, Rebecca – La sposa cercata, Lea e Rachele – Le sorelle rivali, Myriam – La danzatrice, Deborah – La piccola ape, Rut -L’Amica, Hannah, Abigail, Betsabea, Ester). Attualmente sono state pubblicate le prime cinque. La sesta, Rut – L’Amica, uscirà a settembre 2014.

“Ho messo insieme Midrashìm e Bibbia”, spiega Antonella Anghinoni, facendone una riscrittura. Midrashim della tradizione rabbinica, accurato studio biblico, approfonditi studi sui costumi e usi del popolo ebraico, sulle tradizioni e l’archeologia: così prendono vita queste donne antiche e sempre nuove, grazie anche alle illustrazioni accurate di Alessandra Mantovani. “Se il testo biblico di base è vissuto come l’albero della vita, la lettura midrashica ne dispiega al massimo le fronde, facendole colloquiare e persino disputare tra loro”, continua l’autrice. Le donne della Bibbia secondo la Anghinoni “sono come petali sotto la polvere, la loro presenza è determinante nella storia della salvezza, ma sono poco raccontate e bisogna fare emergere questi fiori sotto la polvere”.

Quest’idea è nata grazie a Matilde, nipote dell’autrice, allora una bambina: “Zia, tu pensi solo ai grandi. Noi abbiamo il diritto di sapere queste cose così preziose”.

Così è iniziata l’avventura di Antonella Anghinoni, insieme ad Alessandra Mantovani e Francesca Fabbri, l’editor.

Scopriamo insieme all’autrice, in questo viaggio dalla Genesi, all’Esodo, al libro di Samuele, di Rut…

***

A settembre uscirà il 6° libro della collana, dedicato a Rut- L’Amica…

Anghinoni: Rut è la “Cenerentola” biblica. È uno dei libri più belli della Bibbia, quello che amo di più. È la storia di Rut, una straniera, una moabita, potrebbe essere una badante di oggi, che decide, una volta rimasta vedova, di seguire la suocera Noemi. Quando una suocera e una nuora si ameranno così, arriverà il messia, dicono i rabbini. Rut riesce ad allargare il suo amore per il marito Maclon, figlio di Noemi, alla suocera; quindi una volta che il marito è morto decide di stare per sempre con lei. “Per sempre”, fino alla sepoltura, è un giuramento, un impegno in questa società liquida. Fa una scelta di amore, che è sempre scelta “in perdita” a livello razionale. Però la Bibbia ti fa vedere che le scelte in perdita poi si rivelano le scelte di vita piena e di gioia. La conversione di Rut, la moabita, comincia sposando Maclon che le regala un gioiello con le tavole della legge e si conclude a Betlemme, la casa del pane, dove tornano le due donne e dove Rut sposerà Boz, parente di Noemi, da cui avrà il figlio Obed, che significa servitore, servizio, perché nasce dalla scelta di servizio della madre e del padre (Boz un uomo timorato del Signore, integro). Con Maclon, Rut, non aveva avuto figli in 10 anni di matrimonio, con Boz ha subito un figlio, che è segno della benedizione, della speranza.

Perché queste figure femminili?

Anghinoni: Le avevo già studiate in maniera molto approfondita per gli adulti, da anni lavoravo sulle matriarche… non è detto che non ne faccia altre. È stata una scelta comune, insieme ad Alessandra, è stata una scelta ispirata. Ogni conferenza è approfondire qualcosa che serve agli altri, ma serve a me. Queste sono le “mie bambine”. Intanto sono nate queste, poi si vedrà.

Com’è raccontare la Bibbia ai bambini?

Anghinoni: Mi diverto molto a raccontare ai bambini queste storie: Rebecca perché ci sono i cammelli, poi Sarah… Debora piace molto ai maschi per i carrarmati, la guerra, loro si divertono da morire. Le pagine di violenza della Bibbia che per noi adulti sono un problema, per i bimbi sono un divertimento. Quando racconto i libri nelle scuole mostro alcune immagini in power point, così loro vedono, sono attenti. Una preside mi ha detto che faccio miracoli perché non aveva mai visto 180 bambini in silenzio per 50 minuti!

Di solito mettono insieme 3 o 4 classi alla volta quando faccio le presentazioni nelle scuole. I bambini stanno in silenzio e sono attratti dalla storia. Poi succede una cosa che io amo tantissimo: la Bibbia muove la vita e con i bambini lo vedi immediatamente perché ti raccontano subito la loro, perché il bambino è collegato a Dio più di noi. È stupendo, ma anche molto complesso perché ti chiedono della morte: dov’è lo zio, la nonna, in cielo, com’è, ti parlano della loro vita e i dei loro problemi più profondi. C’è il bisogno di un racconto intero, da quando il personaggio è piccolo fino a quando muore. Loro amano una storia intera, non una pagina di una vita, ma una vita.

L’importanza della narrazione…

Anghinoni: Il Festival Biblico di Vicenza di maggio è stato sulla narrazione. È un discorso potentissimo a cui io credo da tanto tempo perché la Bibbia riesce ad entrare nel cuore perché è narrazione. Alla narrazione aderisci liberamente e con il cuore, mentre la legge è eteronoma e vi si aderisce prima di tutto con la testa. Gesù parlava in parabole, come i Rabbi, narrava storie, perché cercava l’adesione del cuore prima che della testa.

Tutta la buona notizia, il vangelo, la Bibbia, il passaggio della fede si basa sulla narrazione…

Anghinoni: Ma certo! Io amo narrare. “Quando a una domanda non sai dare una risposta, racconta una storia”, dicono i rabbini! Dio ama raccontare, la Bibbia è una grande storia d’amore. Dio ama farsi raccontare dagli uomini.

Nella società di oggi in cui in realtà la comunicazione è molto difficile, raccontare è così importante?

Anghinoni: Il mio lavoro è fare la “cantastorie di Dio”. Più che fare esegesi, io ri-narro testi, certamente prima faccio ricerca, ma alla gente faccio mangiare la torta, cioè gli racconto la storia. La Bibbia è così, perché la storia ve bene a tutti (laureati, casalinghe, adulti, bambini), tutti possono entrare nella storia con Dio. Gesù parlava dai piedi in giù, sono i teologi che parlano dalla testa in su! Quindi riprendere a parlare come Lui significa farsi capire da tutti.

Quali mondi ti ha aperto questo viaggio tra i bambini?

Anghinoni: I bambini sono le coccole di Gesù per me. Poi sono successe cose incredibili: una bambina che aveva subito violenza e poi adottata, dopo aver letto i libri ha detto alla mamma: “Adesso voglio diventare amica di Gesù; chiedi al prete che mi battezzi”. Le dedicherò un libro, penso Hannah, la mamma di Samuele. Sono successe cose molto più grandi di me, cose che non avrei mai pensato. I bambini sentono la presenza di Dio in questi libri. Questi libri sono fatti con amore, noi tre (Antonella, Alessandra, l’illustratrice, e Francesca, l’editor, ndr) ci vogliamo bene, abbiamo nel cuore prima di tutto Dio e poi i bambini. Tra di noi non c’è mai un discorso di supremazia, c’è il progetto che è sopra di noi, al quale abbiamo aderito con amore. Probabilmente il bambino sente tutto questo, sente Dio, sente l
’amore. Ci sono mamme che hanno telefonato dicendo che i loro bambini che non si addormentavano mai la sera, leggendo questi libri si addormentano! Si tranquillizzano. Il bambino, che ha paura di andare a dormire, quando sente Dio si lascia andare si abbandona a Dio, perché Dio dà la pace dell’anima. Io consiglio alle mamme di leggerli anche ai bambini molto piccoli.

Questi libri sono fatti anche perché i bambini da soli se li leggano. Le dimensioni mi sono state suggerite da mia nipote Matilde: libri fatti per le mani dei bambini, non troppo pesanti. Ho ricevuto molto di più di quello che mi aspettavo e di quello che ho dato, perché i bambini sono una conferma che Dio c’è, c’è in questi libri e siamo riusciti a comunicare questo amore.

Matilde è contenta del risultato?

Anghinoni: Matilde ora ha 15 anni ed è molto contenta. Fa il tifo per la zia! Quando mi ha chiesto questo progetto era piccola adesso è più grande. Ci sono stati tanti anni di lavoro dietro, anche per cercare l’editor. Non avevamo niente, all’inizio le Paoline non erano neanche contemplate, siamo partite, con Alessandra, per un’avventura. C’era l’idea, poi è arrivato tutto. Einstein diceva che ci sono persone che vedono miracoli dappertutto e persone che non vedono mai il miracolo. Io li vedo dappertutto. Per me tutto quello che è successo con questi libri è un miracolo. Per esempio Alessandra che non viveva solo di disegni, ora vive solo di disegni: l’ha chiamata la Mondadori, avendo visto questa collana. Con Dio c’è sempre la meraviglia… C’è sempre lo stupore.

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Elisabetta Pittino

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