La Basilica della Natività, Patrimonio Mondiale dell'Unesco

Comunicato del Patriarcato Latino di Gerusalemme

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GERUSALEMME, martedì, 3 luglio 2012 (ZENIT.org).– Il Patriarcato Latino di Gerusalemme saluta con favore la decisione di venerdì 29 giugno con la quale la chiesa della Natività di Betlemme, in Cisgiordania, è stata inserita nella lista del Patrimonio Mondiale dell’Unesco. Il “sito della nascita di Gesù” include anche il percorso del pellegrinaggio a Betlemme.

Il Patriarcato ci tiene a sottolineare che Betlemme, prima di essere riconosciuta come primo sito in territorio palestinese inserito nella lista dell’Unesco, apparteneva già al Patrimonio Mondiale dell’Umanità, se si  considera che due miliardi di cristiani venerano il luogo e che un miliardo di musulmani riconosce Gesù come un profeta. La metà dell’umanità, dunque. Per il Patriarcato, questa dichiarazione dell’ Unesco è in sé molto positiva.

Il fatto che l’Autorità palestinese abbia lavorato per questa dichiarazione è anche segno di una vittoria diplomatica. Betlemme fa parte dei territori palestinesi, quindi per l’AP si tratta di un diritto ed allo stesso tempo di un dovere.

Detto questo, non è l’unico punto che deve essere affrontato.

In questa decisione dell’Unesco si può riconoscere anche l’interessamento dei Palestinesi ai Luoghi Santi cristiani, e il loro desiderio di incoraggiare i pellegrinaggi e il turismo religioso. Ricordiamo che Betlemme è il primo sito turistico dei Territori palestinesi (due milioni di visitatori nel 2011).

Il Patriarcato ha inoltre fatto notare come questo inserimento nel Patrimonio Mondiale dell’Unesco manifesti l’intenzione di proteggere questi Luoghi Santi dalle intemperie atmosferiche e da altri rischi.

Esiste un regolamento interno, lo Status quo, che regola i rapporti tra le diverse comunità cristiane e i loro diritti e doveri in relazione al funzionamento e alla manutenzione della Basilica della Natività. È auspicabile che l’Unesco e l’Autorità palestinese rispettino questa peculiarità e non intervengano se non in casi eccezionali.

* la pagina web del Patriarcato Latino di Gerusalemme è disponibile anche in lingua italiana: http://it.lpj.org/

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ZENIT Staff

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