Mare - Foto © Pixabay CC0 - Pexels, Public Domain

La bambola di sale

“Pillola quotidiana” di padre Andrea Panont

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Fra i racconti di uno scrittore indiano ho letto questa favola: “la bambola di sale”.  Un bambola che aveva sempre sentito parlare del mare, ma non l’aveva mai visto.
Manifestava spesso agli amici il suo desiderio di conoscere il mare, finché questi, per accontentarla, la portarono sulla cima della duna più alta, da cui si poteva vedere il mare.
La bambola di sale rimase affascinata dal mare, dai suoi colori, dal suo profumo, dalle onde che si infrangevano sulla spiaggia e spumeggiavano sugli scogli.
Da principio si accontentò di vederlo da lontano, di contemplarlo dall’alto e serbarlo nell’immaginazione ogni volta che se ne distaccava.
Ma presto fu presa dalla brama di vederlo più da vicino. Gli amici la portarono sulla riva dove già le onde cominciavano a lambirle i piedi. Ella si accorse che i piedi le sparivano.  Allora disse, rivolgendosi al mare: “sei bello, ma sei cattivo!” “Perché dici così?”  rispose il mare  “non sai che in un rapporto d’amore si deve esser sempre disposti a perdere qualcosa di sé?” Convinta dalla risposta, la bambola di sale cominciò ad avanzare sempre più nel mare e, man mano che avanzava, il suo corpo scompariva.
Quando già l’onda le lambiva il viso, prima che anche la bocca svanisse, rispose: “Ah! adesso ho capito: io sono il mare!”
Conoscenza piena del mare e piena trasformazione in lui sono contemporanee per la bambola di sale; essa possiede il mare nel momento in cui avverte di esserne posseduta.
Conoscere il mare era il sogno della bambola di sale, ma non meno ardente il sogno del mare di trasformare la bambola in sé.
Dio si è fatto uomo per trasformare l’uomo in Dio.
L’Eucarestia è il grado più alto di questa trasformazione. “Mangiami – dice Gesù a S. Agostino  e ti trasformerò in me”.
“Chi ama conosce-possiede Dio”.
Ciao da P. Andrea
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Andrea Panont

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