L'urlo della Santa Sede per "cessare il fuoco" in Siria

Ieri, in Vaticano, l’incontro sulla guerra civile in Siria promosso dalla Pontificia Accademia delle Scienze. Ribadita la preoccupazione per i profughi e l’urgenza di porre fine ad ogni violenza

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Si è svolto ieri, in Vaticano, l’incontro promosso dalla Pontificia Accademia delle Scienze dedicato al difficile tema della guerra civile in Siria. Durante i lavori, inaugurati dal cardinale Jean-Louis Tauran, Presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, è stato ribadito l’appello per la cessazione immediata delle violenze in Medio Oriente, sopratttutto in Siria, e per l’inizio della ricostruzione e del dialogo fra le diverse comunità.

La riunione di ieri ha ‘preparato il terreno’ per la Conferenza di pace chiamata “Ginevra 2”, in programma il 22 gennaio prossimo. In un comunicato pubblicato questa mattina, si auspica infatti che la Conferenza permetta “al popolo siriano, alla regione e al mondo intero di concepire un nuovo inizio per porre fine alla violenza che ha provocato oltre 130.000 morti e ha lasciato un paese bellissimo nella rovina e nel caos”. 

Tutti gli esperti internazionali partecipanti all’incontro hanno concordato nell’affermare che il passo iniziale più urgente sia un immediato “cessate il fuoco” e la fine di ogni tipo di violenza. “Tutti i combattenti interni della regione – hanno sottolineato – devono deporre le armi; tutte le potenze straniere devono adottare misure immediate per fermare il flusso di armi e il finanziamento delle stesse, che alimenta l’escalation della violenza e della distruzione”. 

Grande preoccupazione, inoltre, per il destino e le condizioni dei milioni di profughi siriani che “patiscono privazioni estreme e potenzialmente letali in termini di alimentazione, acqua potabile, servizi igienici, elettricità, ricovero sicuro, telecomunicazioni, trasporti, e altri bisogni umani fondamentali necessari per il buon funzionamento di ogni società”.

Di fronte a questo tragico scenario, la Santa Sede, da parte sua, “si impegna a sostenere tutte le fedi religiose e le comunità in Siria, per raggiungere una nuova comprensione e un ripristino significativo della fiducia, dopo anni di violenze tra comunità”, per cui – conclude il comunicato – il dialogo dovrà concentrarsi “sui bisogni urgenti di ricostruzione spirituale e comunitaria”. 
[Fonte: VIS]

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ZENIT Staff

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