"L'uomo d'oggi, tormentato dalla paura dell'avvenire, ha bisogno della Buona Novella" (Seconda Parte)

Intervista al Card. Péter Erdő, Primate dUngheria e Presidente della CCEE

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di Viktoria Somogyi

CITTA‘ DEL VATICANO, venerdì, 2 ottobre 2012 (ZENIT.org) – La prima parte dell’intervista al card. Erdő è stata pubblicata mercoledì 31 ottobre.

Nel suo discorso all’inizio del Sinodo, Lei ha manifestato l’impressione che la democrazia tradizionale stia perdendo il suo significato. Secondo Lei, in che direzione si sta spostando la nostra società?

Erdő: Non possiamo prevedere il futuro. I programmi per le elezioni diventano sempre meno concreti, meno logici e coerenti anche perché la gente non chiede tanto la coerenza logica, essendosi abituata ad orientare il proprio comportamento secondo le pubblicità. Le pubblicità non richiamano al ragionamento ma all’azione diretta. Non c’è un appello all’uso della ragione, che è già un problema di partenza, un problema antropologico che mette in questione le basi antropologiche del funzionamento della democrazia tradizionale. Poi ci sono naturalmente le circostanze economiche e finanziarie, che sono così gravi da influenzare il comportamento di tutti i governi indipendentemente dal loro programma originale.

Al Sinodo sono stati posti in primo piano i problemi e le sfide dell’evangelizzazione. Ma esistono anche segnali positivi nell’evangelizzazione nel quadro odierno del cristianesimo?

Erdő: I mezzi di comunicazione, per esempio, non sono mai buoni o cattivi, sono neutrali. È l’uomo che può usare questi mezzi in modo giusto o ingiusto. Per cui tutti i mezzi come Internet offrono una grande opportunità nella propagazione della fede e anche alla costruzione dei rapporti personali. Ciò non vuol dire che Internet sia in sé uno spazio di veri rapporti personali profondi. È adatto però a contatti diretti tra persone che potrebbero assumere anche una profondità. Per arrivare a ciò bisogna conoscere bene i metodi propri di questo mondo delle comunicazioni.

Parlando del cristianesimo in Europa, Lei ha detto che la gente ha fame e sete di speranza. Come può la Chiesa soddisfare queste aspettative nel nuovo contesto del XIX secolo?

Erdő: Mostrando al mondo il grande segno che è Gesù Cristo. È Lui la luce per le nazioni, il Lumen Gentium. Noi dobbiamo trasmettere non soltanto il messaggio su di Lui ma il contatto con Lui stesso. Perché è Lui che fa l’evangelizzazione, che pronuncia la Buona Novella, anche adesso, attraverso la sua Chiesa. Lui agisce anche nei mezzi che la Chiesa ha a disposizione nei sacramenti, nella Parola perché, senza di Lui, si tratterebbe soltanto di un tentativo umano anche se rispettabile. La realtà è che, quando Gesù ancora vivo in questa terra ha mandato i suoi discepoli in diversi villaggi, l’evangelista dice in modo secco, ma molto profondo: ha mandato i suoi discepoli nei villaggi e nelle città dove voleva andare. Lui vorrebbe andare in tutti i luoghi della terra, mandandoci a predicare in queste località. Quindi, è attraverso di noi che vuole prendere contatto con tutta l’umanità.

Al Sinodo si è parlato anche della Vergine Maria. Che ruolo ha nella nuova evangelizzazione?

Erdő: Maria è la somma della santità di vita ed esempio di tutta la santità cristiana. È Patrona e anche speranza e stella della nuova evangelizzazione, che indica la giusta direzione e che è anche una fonte di energie spirituali. Molti raccontano che i santuari mariani diventano sempre più frequentati ed importanti nell’evangelizzazione. È così perché viviamo in un mondo di viaggi, di mobilità, di audiovisualità. Nei santuari mariani proprio questo linguaggio viene parlato ad alto livello. L’esperienza non è soltanto una comunicazione verbale, ed è molto intensa in questi santuari. Essi, dunque, sono luoghi privilegiati anche per l’annuncio della Parola di Dio, della catechesi, dell’amministrazione dei sacramenti e della loro preparazione.

È una sfida, che abbiamo sentito in diversi continenti, di far sviluppare i nostri santuari mariani che possano affrontare tutte queste aspettative, che provengono dalla gente. Quindi, è una cosa da apprezzare come le altre forme del culto mariano: associazioni, movimenti, gruppi di preghiera.

Hanno anche distribuito dei rosari per pregare per la nuova evangelizzazione e per l’evangelizzazione di quelli che non conoscono ancora il cristianesimo. È una cosa bella, forte e necessaria per la nostra fede. 

Attorno a noi vediamo i segni della secolarizzazione e della diminuzione della gente che crede in Dio. Forse siamo testimoni di un processo in cui l’uomo di oggi sta cercando nuove espressioni di spiritualità e nuovi modi di relazionarsi con Dio, allontanandosi dalle religioni istituzionali?

Erdő: Alcune espressioni hanno diversi significati. Ad esempio, la spiritualità, che è una cosa stupenda quando significa un comportamento interno, un atteggiamento della persona nel contesto di una grande realtà, che ha riconosciuto. Se invece usiamo la parola “spiritualità” per indicare uno stato emotivo indipendentemente dagli agganci oggettivi nelle realtà, allora siamo nel campo del soggettivismo. La spiritualità in alternativa alla fede non regge. La spiritualità in base alla fede è una forza molto grande.

Per quanto riguarda l’uomo di oggi, certamente il senso religioso è presente in molti che non appartengono a nessuna Chiesa e non sono religiosi nel senso tradizionale della parola però questo bisogno umano deve ricevere anche orientamento. Vediamo molto spesso che tale bisogno disorientato produce dei fenomeni molto strani, che non sono sempre costruttivi nella vita delle diverse comunità umane. Produce a volte pseudo-religioni o diverse forme di superstizione che possono essere anche dannose.

Per tutto ciò, noi abbiamo bisogno di buoni metodi e di molta pazienza per annunciare la nostra fede anche a questa gente bisognosa di contatto con il supernaturale. Annunciare che questo contatto è possibile e anche Dio vuole stabilire personalmente un contatto con noi e che abbiamo già tanta conoscenza di Dio attraverso Gesù Cristo. Il nostro compito è quello di offrire alla gente questo grande incontro con Gesù che è veramente capace di cambiare tutta la nostra vita.

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ZENIT Staff

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