L'UCSI premia il bene che fa notizia

A Verona premiati i giornalisti “testimoni responsabili” della solidarietà

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“Un premio che ‘non premia’, perché non dà grande fama. Eppure ogni anno vi partecipano in molti, consapevoli che il suo più elevato significato è quello di ringraziare quanti, attraverso la professione giornalistica, si rendono testimoni di una realtà straordinaria – il bene presente nella nostra società – che sta venendo avanti”.

Con queste parole don Bruno Cescon, vicepresidente vicario di Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici) e docente di Liturgia e Comunicazione al Pontificio Ateneo S. Anselmo di Roma ha introdotto la cerimonia di premiazione dei vincitori della XX edizione del Premio giornalistico nazionale “Natale Ucsi” per un giornalismo solidale.

Il Premio è stato promosso dall’Unione Cattolica Stampa Italiana (U.C.S.I.) – Sezione di Verona in collaborazione con l’Ufficio Regionale Comunicazioni Sociali della Conferenza Episcopale del Triveneto.

La premiazione si è svolta stamane a Verona, nella Sala Arazzi di Palazzo Barbieri (sede del municipio scaligero).

Alle sei sezioni del premio sostenuto da Fondazione Cattolica Assicurazioni, con il contributo di Banca Popolare di Verona e Società Editrice Athesis, e il patrocinio del Comune di Verona, Ordine Nazionale dei Giornalisti, Ordine dei Giornalisti del Veneto hanno concorso 173 giornalisti con articoli, reportage, servizi radio e tv, pubblicati o andati in onda su tutte le testate nazionali e provinciali di diversa ispirazione.

Don Cescon ha ricordato che sono Venti anni di Premio “Natale Ucsi”, si tratta di un libro di “storia della solidarietà” del nostro Paese in cui si legge di iniziative personali, spontanee, capaci di creare impresa della solidarietà laddove la giustizia lascia spesso un vuoto ».

Stefano Filippi, presidente di Ucsi Verona, ha spiegato che “La crisi sta obbligando i media a dedicare crescente attenzione ai temi sociali (nuove povertà, sviluppo, volontariato, impegno solidale) che da sempre il Premio Natale Ucsi ha posto in primo piano. Aumenta l’esigenza di raccontare la società in tutte le sue forme e il bene che in essa viene compiuto, attraverso le storie delle persone che ne testimoniano il volto più umano e veritiero”.

A Cristiana Salvagni (la Repubblica) è andato il Premio Ucsi – Fondazione Cattolica alla Stampa per l’articolo: “Papà volontario nel mio asilo” – E per le famiglie scatta lo sconto, che documenta in modo chiaro ed esauriente l’appassionata partecipazione dei genitori alla vita scolastica, attraverso lavori di pulizia, giardinaggio, cucina, quale contributo al bene comune. “Un raro esempio di applicazione del principio costituzionale di sussidiarietà”, recitano le motivazioni della giuria. 

“Molti lettori dell’articolo mi hanno fatto sapere che lo avevano apprezzato perché racconta un argomento ‘allegro’”, ha rivelato Salvagni.

“Ciò mi ha fatto capire quanto, nonostante le difficoltà dei tempi e il circo mediatico che privilegia fatti di cronaca nera, i cittadini abbiano desiderio di storie che facciano emergere il lato positivo anche nelle situazioni drammatiche, quale può essere la condizione di famiglia che non potendosi permettere la retta dell’asilo si trovano a scegliere di rimanere a casa con i bambini piuttosto che dedicarsi al lavoro, altresì irrinunciabile in questo periodo di crisi”.

Plauso da Silvia Bacilieri, officier di Fondazione Cattolica Assicurazioni che in rappresentanza del segretario generale Adriano Tomba ha commentato: “Anno dopo anno abbiamo visto crescere questo premio che sosteniamo sin dalle prime edizioni perché mette in luce i giornalisti che si distinguono per responsabilità in un mestiere difficile. Talenti, in particolare giovani, che riescono a cogliere luoghi, persone, avvenimenti carichi di significato, espressione di valori che elevano lo spirito e rendono più bello l’umano. E che insistono con passione nel loro lavoro, non per inseguire la visibilità e successo, ma per raccontare la verità dei fatti e il loro senso più profondo, dimostrando così maturità di pensiero e coerenza con i principi sui quali si basa la convivenza. Professionalità responsabili con il pregio di stare dalla parte dei diritti e della dignità umana, con la sensibilità di chi sa quanto sia importante in questi tempi raccontare il Bene. Quel bene comune che riteniamo sia il vero investimento che ognuno di noi è chiamato a fare per ridare fiducia all’attuale società”.

Per la stessa sezione (Premio Ucsi alla Stampa) hanno ricevuto menzione speciale anche Andrea Milluzzi distintosi per il servizio pubblicato sul mensile Jesus, dal titolo “Che ne sarà dei cristiani in Medio Oriente?” sulla condizione dei cristiani che abitano le terre dell’Antico Testamento: E Stefano Rossini (Il Ponte, settimanale cattolico della Provincia di Rimini), per l’articolo “Chiacchiere tra babbi” in cui descrive con abilità «le storie e le difficoltà spesso drammatiche dei padri separati che il Comune di Rimini ha inserito tra le sette categorie di ‘nuovi svantaggiati’ mettendo loro a disposizione alloggi popolari”.

Uno chef veronese che nella provincia scaligera ha aperto un refettorio per i “nuovi poveri” è la trama di solidarietà al centro del servizio tv “Gli insospettabili” andato in onda su Tg1-TvSette, a cura di Matteo Mohorovicich (TgrVeneto) – con montaggio Massimo Serena e riprese di Michele Maran –  insignito del Premio Ucsi -Fondazione Cattolica alla TV per la delicatezza con cui testo e immagini raccontano la dignità di pensionati e disoccupati che tendono la mano, incontrando la solidarietà di chi, dall’altra parte, offre loro un pasto da consumare al caldo.

Protagonista del servizio è Fulvio Soave, l’albergatore per il quale “un pasto non si nega a nessuno”, che attraverso la onlus “Mamma Anna”, da lui fondata a San Bonifacio (VR), ha già distribuito gratuitamente circa 20mila piatti preparati nel suo hotel. «Penso che quanto possiedo non mi appartenga del tutto e se ogni cittadino e imprenditore restituisse anche solo il 2% delle doti che ha e non gli appartengono, avremmo un mondo migliore», ha commentato Soave, presente alla cerimonia insieme a Rino Allegro, vicepresidente della Ronda della Carità.

Menzione speciale nella sezione Tv è andata a Nelly Pellin di Antenna3 Nordest per il coraggioso e fortunato programma settimanale “Storie di famiglia”, per la “toccante storia di  Elsa, un’anziana che per quasi vent’anni ha assistito amorevolmente il marito malato di Alzheimer”.

Alessandra Camarca (Radio InBlu) si è aggiudicata il Premio Ucsi – Fondazione Cattolica alla Radio, per la puntata andata in onda sulla rubrica settimanale “Altre storie” (con assistenza al montaggio di Paolo Accorona) in cui si raccontano storie di figli di detenuti.

“Nella voce dei protagonisti c’è il dramma di bimbi costretti a subire le conseguenze di colpe non loro, e la testimonianza di chi cerca di ricucire queste famiglie spezzate” recita la motivazione.

“In molte carceri, specie qualche tempo fa, i figli dei detenuti che andavano a trovare i genitori si trovavano quasi a scontare la stessa pena degli adulti”, ha spiegato la vincitrice.

“Greta, la ragazza intervistata per “Altre storie” (che si occupa persone lontane dai riflettori), racconta che quando da bambina si recava in visita alla madre carcerata era oggetto di perquisizioni e attendeva lunghe ore insieme alle guardie, per assenza di spazi di accoglienza adeguati”.

I tre premi principali hanno ricevuto una creazione in argento del maestro orafo veronese Alberto Zucchetta che riproduce il logo di Ucsi Verona e un assegno di 2mila euro. 

La giovane Nicoletta Pisanu si è aggiudicata la Targa Athesis dedicata agli under 30 e intitolata alla memoria dell’avvocato Luigi Righetti, già presidente della Società Editrice Athesis per il reportage dal titolo “Azerbaijan, la tragedia degli aborti selettivi” pubbl
icato su Il Reportage (trimestrale di scrittura, giornalismo e fotografia): viaggio in uno dei pochi Paesi musulmani che consente l’interruzione di gravidanza e dove le madri sono costrette ad abortire fino all’arrivo di un figlio maschio: un fenomeno aberrante e poco conosciuto. “La selezione sessuale e le violenze sulle donne sono raccontate con partecipazione al pari della dignità delle vittime in un articolo che assume il valore di una denuncia umana e civile”, motiva la giuria. Ha consegnato il premio Alessandro Zelger, amministratore delegato di Athesis Spa.

A Raffaella Fanelli è andato il premio “Il genio della donna”, quest’anno attribuito da Banca Popolare di Verona, per l’articolo “Dovevamo odiarci invece siamo amiche” pubblicato sul settimanale Oggi: storia di perdono tra la vedova di un carabiniere e la madre del suo assassino. “Una donna coraggiosa fugge la tentazione dell’odio e della vendetta per dare un senso alla sofferenza per la morte del marito ucciso e con la madre dell’omicida fonda la prima associazione che unisce le famiglie delle vittime e quelle dei carnefici. La fede che sostiene le due donne non è buonismo e il perdono è principio di una umanità nuova e di un percorso di pacificazione”.

Commovente la testimonianza resa dalla stessa protagonista del servizio: Claudia Francardi, vedova del carabiniere Antonio Santarelli, che insieme al giovane che tolse la vita al marito ha intrapreso “un cammino di riconciliazione che ci impegnerà per tutta la vita», ha detto Claudia convinta che «vivere nell’odio fa appassire e tiene ancorati al passato”.

Il premio Giornalisti e società: “la professione giornalistica al servizio dell’uomo”, della Conferenza Episcopale del Triveneto è stato conferito a Giovanni Anversa “da anni autore di trasmissioni televisive che testimoniano il valore della solidarietà, della disabilità, della condivisione, facendosi promotore di una “tv sociale” attraverso programmi come Il coraggio di vivere, Ho bisogno di te, Diversi, Racconti di vita, Un mondo a colori, Paese reale.

Uno sguardo carico di dignità e attenzione che dà volto e voce a un’Italia nascosta ma viva, a persone che non tutti hanno dimenticato, e a un comune impegno solidale che non è venuto meno nonostante la crisi”, hanno commentano i giurati.

Aversa, attualmente Capo struttura dell’Attualità di Rai3, ha spiegato “Noi giornalisti non saremmo niente senza le storie che raccontiamo. Siamo chiamati ad essere testimoni delle testimonianze degli altri, l’importante è restituirle per dare la possibilità di diventare esempio e occasione di cambiamento ».  

In occasione del ventennale la giuria del Premio ha conferito, per questa sezione (“Giornalisti e società”) anche a una menzione speciale a Popoli, mensile internazionale dei Gesuiti italiani che a breve chiuderà le pubblicazioni, diretto da Stefano Femminis, il quale ha dedicato il premio a padre Paolo Dall’Olio  ancora ostaggio in Siria.  

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ZENIT Staff

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